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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una mamma cui il tribunale dei minori ha tolto i bambini. Ora glieli ha restituiti, dopo lunghe battaglie legali, ma è sempre sotto minaccia e controllo degli assistenti sociali.
La lettera è giunta nella nostra redazione da qualche giorno. A questa madre non hanno tolto il coraggio di parlare, ma mi ha chiesto di mantenere il più stretto riserbo sulla sua identità. Racconta fatti che ho potuto appurare e che sono molto comuni nel sistema dei tribunali dei minori. È da leggere tutta in un fiato, e poi rileggere per soffermarsi a riflettere su ogni frase, che è stata prima pensata e poi scritta.
Tanti i casi di cui abbiamo parlato c’è Allegra che non è ancora tornata a casa e altri di cui non abbiamo ancora parlato e che ci sono segnalati dai genitori e dalla responsabile nazionale del coordinamento delle Mamme coraggio.
Sono una mamma e non vi dirò il mio nome e neppure la città da dove scrivo. Dirvelo metterebbe in serio pericolo i miei figli perché questa lettera è indirizzata a chi fa parte del sistema della cosiddetta tutela dei minori italiano. Un sistema che è stato infiltrato da troppi interessi privati che vengono prima, e a scapito, del bene e della serenità dei bambini e della salute delle famiglie. Un sistema che è diventato un lavoro, un settore imprenditoriale che deve produrre un guadagno, un modo per realizzare le proprie idee politiche sulla pelle di chi ci finisce in mezzo e un metodo per fare carriera.
Non mi manca il coraggio, ma conosco ormai troppo bene le intimidazioni che il sistema mette in piedi, so cosa si scrive nelle relazioni nel momento in cui i membri del “sistema” si sentono anche solo minimamente criticati o attaccati. So che possono scrivere qualunque falsità e saranno creduti a priori. Ora so che non esiste, nel Tribunale dei Minori, il diritto alla difesa dei genitori. Sono colpevoli a prescindere e non possono dire una parola, se non pagando. Anche se posso essere coraggiosa per me stessa, non ho il coraggio di rischiare che la vita e la serenità dei miei figli siano messe nuovamente a repentaglio.
Per riavere i miei figli, ho speso tutto il denaro che avevo in parcelle di avvocati. Il mio e quello di mio marito, e quello dei nostri genitori. Abbiamo venduto le nostre case per resistere, per pagare le parcelle degli avvocati e dei periti di parte. Ora avrei diritto al gratuito patrocinio da parte dello Stato, ma le perizie, le ctp e i rimborsi spese non sono compresi. Un avvocato cui pagano solo le ore in cui sta in udienza non si impegna a combattere contro la burocrazia, gli assitenti sociali e e contro impiegati scoglionati per avere una relazione, un documento o un fascicolo che nessuno intende dar loro.
L’avvocato del gratuito patrocinio la prende con molta calma e nel settore della Tutela Minori, dove i genitori sono considerati solo un osso da spolpare e i bambini l’oggetto di un business per mantenere, con le rette pagate dai Comuni, educatori, case famiglia, residenze protette e istituti residenziali di assistenza all’infanzia, la calma non è la virtù dei forti. E’ l’atteggiamento di chi sicuramente perderà le cause e arriverà a chiedere l’appello a termini scaduti. Il risultato della loro calma lo pagheranno i bambini che avranno la vita rovinata, non andranno alle scuole superiori e all’università, che saranno dati in affido extra familiare, o in adozione, a sconosciuti.
Però in una lettera aperta e rigorosamente anonima voglio parlare a questa gente, voglio sbattere loro in faccia quel che stanno facendo, voglio togliere loro la possibilità di nascondersi dietro la loro sicumera, che sappiano di cosa sono colpevoli e che sono responsabili della rovina della vita di innocenti. Voglio strappare la maschera di buonismo che hanno indossato per nascondere avidità, incapacità, amoralità, arroganza e menefreghismo. Si, mi sto rivolgendo ai giudici, onorari e togati, dei tribunali dei minori, agli esperti che compilano le ctu, le ctp, le relazioni e le perizie, ai proprietari delle onlus o delle aziende, o delle cooperative che possiedono le case famiglie, alle curie ecclesiastiche che governano gli ex istituti per bambini abbandonati, agli aderenti della Compagnia delle Opere che li finanziano, agli assessori con le deleghe ai servizi sociali, ai sindaci che fanno i tutori, agli avvocati e a chi si presta a fare il tutore nominato dal tribunale, e anche alle famiglie affidatarie. Li prendo uno ad uno partendo da chi effettua le segnalazioni per il disagio dei bambini.
Gli assistenti sociali. Ci si rivolge loro per i motivi più diversi. Sono anche quelle cui arrivano le segnalazioni dei minori in difficoltà, ma alle volte sono i genitori stessi che chiedono aiuto non sapendo in che mani si mettono. Alle volte sono giovani, ragazzini e ragazzine manovrabili dai loro capi, inesperti, appena usciti da scuole di formazione che non le preparano per nulla. Affrontano le difficoltà del loro lavoro semplificando, copiando e incollando da una relazione all’altra tra un caso e l’altro, con un scarsissimo, quando non nullo, senso del significato e del peso delle parole che scrivono.
Altre volte fanno le assistenti sociali per realizzare le loro idee politiche. Le applicano come se fossero verità assolute imponendole a forza anche a chi ha idee completamente diverse. Scrivono relazioni in cui i genitori sono definiti inadeguati al ruolo perché si sono fatti scappare una parola che ha rivelato, o fatto intendere, per chi votano. Altre volte sono convinte che non esistono bravi padri. Altre ancora hanno amici nelle comunità per minori e sono convinte dell’inutilità della famiglia, e che i bambini andrebbero allevati tutti nelle comunità per minori, ma in modo particolare i bambini disabili.
A meno che le famiglie non siano ricche, ovviamente, e non appartengano alla loro area politica. Sui loro tavoli nascono relazioni false, raffazzonate e senza senso, che finiscono sui tavoli dei giudici, da cui sono prese come oro colato. Altre volte invece gli assistenti sociali sono comprensivi e fanno il lor lavoro con dedizione e intelligenza. Una fortuna trovarli, sono rarie. Introvabili è la parola giusta.
Infatti, tutti gli assistenti sociali hanno lo stesso difetto. Lavorano fra le 9 del mattino e le 17.30, con pausa pranzo, quando fanno il tempo pieno. Raramente al sabato e mai la domenica, mentre i bambini hanno il brutto difetto di vivere 24 ore al giorno per 7 giorni la settimana. Quando succede qualcosa per cui è necessario il loro intervento, il servizio tutela minori è chiuso, non c’è, non è in ufficio, è sulla strada per andare in un alto ufficio, o fuori servizio.. Fissano gli appuntamenti ai genitori alle 14 del pomeriggio dei giorni feriali e scrivono nelle relazioni che i genitori non sono collaboranti se non hanno avuto il permesso del loro datore di lavoro per recarsi negli uffici dell’AS. Se i genitori riescono ad essere presenti all’appuntamento, però, non è detto che loro ci siano, anche se hanno fissato un appuntamento.
E se ti lamenti del tempo perso, vuol dire che sei un genitore ostativo e lo scrivono nella relazione depositata al tribunale dei minori. Ogni azione che fai per ottenere il riconoscimento di un diritto, fosse anche solo quello della visita ai bambini, è considerato un gesto ostativo e non collaborante. Qualche volta anche relazionalmente inquinante.
Contro le loro relazioni si possono solo presentare costosissime perizie di parte, effettuate privatamente, che non è detto siano riconosciute dal giudice del tribunale dei minori come valide e provanti, nelle quali bisogna dimostrare tutto il dimostrabile, perché non si sa cosa c’è scritto nella relazione che l’assistente sociale ha consegnato al giudice. La maggior parte dei Servizi Tutela dei comuni e delle ASST ( le vecchie ASL) si trincera dietro al “segreto professionale” quando si chiede un accesso agli atti, sia in tribunale sia al protocollo del servizio pubblico stesso.
Assurdo? Contro ogni diritto costituzionale? Si, certo. Però per farlo rilevare bisogna far ricorso, e pagare. Ammesso che si trovi chi prepara un atto così complesso, risponderanno dopo che tuo figlio è diventato maggiorenne, ricoverato in un istituto, lontano dalla sua famiglia.
Intanto, però, devi farti analizzare dalle Ctu, cioè da chi prepara le perizie su ordine del giudice. E adesso, coperta dall’anonimato, posso anche raccontare del grande scandalo che si perpetra nei tribunali dei minori. E’ formato da due tipi di giudici. Il giudice togato, che pensa alla sua carriera e tiene per sé i casi più importanti e che gli daranno lustro, che ha una laurea e ha superato un concorso. Poi ci sono i giudici onorari, che si occupano di tutti gli altri casi.
Questi sono nominati fra persone che hanno un curriculum nel terzo settore, quello del volontariato. Sono stati assessori al sociale, oppure si sono occupati di oratori, sono insegnanti e spesso sono periti Ctu o presidenti di associazioni o cooperative che possiedono case famiglia o residenze di assistenza per i minori in difficoltà. Nei processi del tribunale dei minori capita spesso che ctu, giudice onorario e presidente della casa famiglia scelta per ricoverare i bambini ruotino nei vari ruoli. Sono sempre le stesse persone. Nessuno ha ancora contestato vittoriosamente il conflitto di interessi. Tutti si sa, hanno bambini, e paura.
Anche i sindaci dei Comuni in cui i bambini sono residenti e gli assessori ai servizi sociali meritano una citazione. I Comuni sono quelli che, con il denaro pubblico, pagano le rette dei bambini ricoverati nelle case famiglia, o dati in affido. Sono rette costosissime, e si pensa che i sindaci, e agli assessori ai servizi sociali, siano interessati a fare in modo che siano il numero minore possibile. Invece, nella stragrande maggioranza dei casi non se ne occupano.
La maggioranza dei sindaci è convinta che l’essere nominato tutore di un bambino tolto alla famiglia non sia una vera tutela, ma che serve solo a metter un nome su un foglio, mentre sono gli Uffici, di cui loro si fidano sempre ciecamente anche se non li hanno scelti e dipendono dalle Asst, cioè dallo Stato, che se ne occuperanno. Lo stesso vale per gli assessori ai servizi sociali. In genere sono persone che, come i giudici onorari, si occupano di sociale su larga scala.
Se non è della Caritas, è della parrocchia, una persona che fa del bene, distribuisce uova e colombe a Pasqua e panettoni a Natale, ma che si fida delle istituzioni e che mette la sua firma sulla determina per il pagamento delle rette alle case famiglia, senza discutere e senza fare domande.
E’ perché lo sono. In silenzio, nascosta dietro il mio anonimato per difendere i miei bambini, non mi sono arresa. Voglio che guardiate in faccia la realtà del sistema che avete costruito. Che guardiate in faccia i bambini che per i vostri piccoli interessi avete condannato a vivere soli, senza i loro genitori. Voglio che apriate gli occhi che guardiate le vostre mani prima di firmare qualche altra porcheria, prima che i genitori che non hanno più nulla da perdere, perché hanno già perso i loro figli, facciano scoppiare la bomba a orologeria su cui siete seduti.
Prima che vi richiamino alle vostre responsabilità con qualcosa di più duro e violento di una lettera aperta. Potrebbe non essere l’ennesimo suicidio di un genitore, per cui vi autogiustificherete dicendo che si è ucciso perché avevate ragione e non era adatto a fare il genitore.
Oggi i genitori, le vostre vittime, non sono più sole. Segnalano, vi denunciano, gridano, scrivono e parlano. Si uniscono e riconoscono di aver subito delle ingiustizie. Capiscono che possono avere anche i loro difetti ma che non sono mai grandi quanto quelli di chi ha tolto loro i bambini. Oggi i genitori si battono insieme e insieme vi guardano negli occhi. Io oggi scrivo in modo anonimo, ma quando saremo tutti insieme vi affronteremo tutti insieme, vi guarderemo negli occhi chiedendovi il conto. E dovrete abbassarli, quegli occhi, e renderci i nostri bambini.
Articolo aggiornato il 10/09/2020 14:07
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Purtroppo è cronaca di tutti i giorni. Conosco da vicino l’amaro caso, ancora in corso, di una donna rinchiusa in una sorta di comunità di matrice cattolica, nel Nord Italia, che sarebbe da definire una sorta di “lager per la psiche”.
Questa donna ha la colpa – perché per loro e per gli assistenti sociali è una colpa – di essere stata più volte picchiata brutalmente dal marito, psicopatico e violento, viene giudicata per le sue presunte carenze morali (che per nulla hanno interferito sulla capacità genitoriale) ed è praticamente ricattata ogni giorno, subendo pesanti pressioni psicologiche.
Una donna umiliata, giudicata, ferita, ricattata. Una donna, ottima madre, che rischia di perdere i suoi figli, vittima di un sistema abietto, ignobile, svilente della dignità delle donne e che vorrebbe mortificare la loro personalità in funzione di una presunta “capacità genitoriale” forgiata su modelli medioevali.
Ci lamentiamo che le donne non denunciano le violenze? Per cosa dovrebbero denunciarle, per essere poi giudicate e rinchiuse invece di essere aiutate? Per essere umiliate da “educatrici” che, a parte la teoria, una laurea in psicologia e uno stipendio sicuro e che applicano il loro metro individuale basato sull’indottrinamento religioso per giudicare la moralità altrui, non sanno neanche lontanamente cosa voglia dire essere madri costrette, per fragilità o per necessità, a rimanere mogli nella vita e a letto?
Educatrici che hanno avuto una vita facile e che “se ne fregano” (testuali parole) se una donna viene picchiata perché avrebbe dovuto evitarlo per “proteggere” i figli dalla conflittualità.
Ecco: queste sono le persone che compongono il sistema di tutela delle donne e dei minori in Italia, paese del terzo mondo per quanto riguarda i diritti umani.
Buongiorno,
Anch'io ho avuto la stessa esperienza della signora.
Sono stata rinchiusa in una comunita' protetta per 4 lunghissimi anni, dove sono stata ripetutamente minacciata di essere allontanata da mio figlio affetto da una malattia genetica rara. Ritenevano essere io la causa dei problemi di mio figlio, ignorando la malattia. Mi giudicavano una madre inadeguata ritenendoli unica responsabile dei comportamenti agitati di mio figlio. Mi sono dovuta vendere la casa per sopperire alle ingenti spese burocratiche. Ora mio figlio e' con me, ma ho subito un grave danno economico oltre che psicologico. Poi parlano della violenza sulla donna. Vergognatevi!
Io sono profondamente delusa da questo sistema, spesso fatto di persone svogliate, troppo frettolose e poco empatiche. Nel mio caso centra mia figlia, l ho salvata dalla cattiveria del padre e della sua famiglia, ho combattuto fino ai suoi 7 anni per avere degli incontri protetti, considerando che una perizia psichiatrica dice che lui non sta bene, ora i servizoli sociali da un momento all altro si sono tirati indietro "/è bravo con la figlia non le farà mai del male" ma come fate a dirlo?!??! Non siete dei medici non potete farlo!!!!
Io vi giuro ho lottato tanto per difendere mia figlia e lo continuerò a fare, ma sono disperata perchè loro NON HANNO LE CAPACITÀ PER DIRE UNA COSA DEL GENERE!!! se succede qualcosa alla mia bimba chi me la ridà indietro? Loro? Non credo proprio!!!! Dicono di stare dalla parte dei bambini ma non è vero, si sononstufati di avere a che fare con un matto e vogliono toglierselo dalle palle a discapito di una piccola innocente..
Sono diventati un ammasso di capre ignoranti, feccia, DEVONO SOLO VERGOGNARSI! E PASSARSI UNA MANO SULLA COSCIENZA.
spero vivamentw che tutto il dolore che state dando lo possiate passare voi e i vostri figli!
Reicare cosa!?!?
Servisse qualcosa repplicare in questo fettido di paese o meglio di popolo italiano mistofritto. Quanto scrotto in queste pagine sopracitate e tutto esattamente vero e questo "Italia" e esattamente un paese Criminalpolitico Giudiziario ecc ecc, e non solo in questo settore ma In tutto. Credo siamo gli unici che quando ci rechiamo al'estero alla presentazione del passaporto o comunque documenti ai posti di confine ma anche a un comune controllo di polizia sempre al'estero di fatto veniamo taggati come Mafiosi, Camorristi, o comunque italiani di Merd....... e te lo dicono li per li. Voglio dire innutile nasconderci o cercare di cammufarci. Io sono stato in Russia a S. Pietroburgo detto anche (Venezia del nord) 15/18 anni e hò conosciuto il mondo intero dai Tedeschi ai Francesi Americani Inglesi Spagnoli ecc ecc. Posso dire tranquillamente che i peggiori infami al mondo siamo noi Italiani sopratutto fra noi stessi. E mi rendo conto che penserete che questo discorso non centra nulla nel contesto ma non e cosí. Siamo un popolo di Infami di inchiapettatori di gente di Merd...... Falsi, Finti, Ipocriti. Siamo un popolo con due facce una sicuramente e di Cul......
Io sono oramai 10 anni che vado avanti a ricatti intimidazioni diretti o indiretti ecc ecc fattemi da una serie di personaggi 3/4 donne """assistenti criminali in Italia si possono tranquillamente chiamare """ per quel che mi riguarda, non sociali, e un paio di uomini asessori e sindaco incluso
Infami luridi di un comune Veneto, Soffro a morte, mi sono speso un capitale tutto praticamente, ma sto buono e zitto solo per portare mie figlie alla maggiore età manca poco ma poi cazz..... Vediamo cosa succede. L'Italia mi fa Schifo il popolo veramente, e mi vergogno ma veramente mi vergogno non tanto per, come si suol dire di essere Italiano. Buona fortuna a tutti quelli che stanno affrontando questi assurdi problemi e complimenti alla Signora. Brava e appena può se può cambi paese per il bene suo e dei suoi figli.
Buongiorno,
Condivido pienamente quello che ha detto perche' anch'io provengo da una storia simile e addirittura mi sono dovuta vendere la casa (a noi italiani lo stato, anziche' aiutarci, ci porta via anche la casa)...e mi sembra di stare all'interno di una storia infinita, di una rete da pesca dalla quale non si riesce più a liberarsi...dove le persone si fanno la cresta sulla tua pelle e su quella dei tuoi figli...se avessi avuto la possibilita' di andare all'estero me ne sarei gia' andata.