Spazio Montessori, Cerello di Corbetta: riflessioni per la didattica dell’infanzia nei tempi post Covid-19
Riceviamo e pubblichiamo
Dallo Spazio Montessori Aps “Casa degli angeli” scrivono che:
“Se il Governo per ora non ci pensa, è obbligatorio che a pensarci siamo noi, responsabili dei centri per l’infanzia a gestione associativa assieme alle nostre insegnanti del settore educativo.
In questi giorni di lock down e nella quasi certezza che le scuole prima di settembre non riapriranno, soffermiamoci a riflettere su come sarà il dopo Covid-19. Abbiamo ancora qualche mese, dobbiamo sforzarci di farlo per il bene deinostri bambini.
Capita spesso a tutti noi di pensare e di confrontarsi su come e quando i centri per l’infanzia apriranno di nuovo le porte alle famiglie e ai bambini. L’intero sistema integrato 0/6, merita una profonda riflessione pedagogica e un cambio di abitudini, una sorta di rivoluzione socioculturale”.
Rapporto educatori/bambini rimodulato
“Come prima attenzione deve essere rimodulato il rapporto numerico fra educatori/insegnanti e bambini oltre al rapporto fra lo spazio a disposizione e lo stesso bambino. Oggi il rapporto in Italia varia da Regione a Regione ma, la media è di 1 insegnate per 25 bambini nella scuola dell’infanzia, mentre il rapporto medio degli spazi è inferiore ai 6 mq pro-capite. Da sempre noi della APS Casa degli Angeli, con la gestione del servizio a favore dei bambini delle nostre famiglie
socie, chiamato Spazio Montessori, sosteniamo che il rapporto va diminuito per contrastare le “classi sovradimensionate” delle scuole pubbliche inscatolate in strutture spesso non degne di tale nome.
Ampi spazi sia interni che esterni saranno d’obbligo per la gestione futura delle strutture per la didattica dell’infanzia, così come un rapporto massimo di 1/10 bambini per ogni insegnante/educatore.
La nostra struttura situata a Cerello di Corbetta, con oltre 300 mq coperti e quasi 400 scoperti in rapporto al massimo di 20 bambini accettati con due insegnanti e una volontaria assistente, soddisfa pienamente i futuri protocolli senza pensare a doppi turni o altre fantasie che circolano sul web e nella mente dei nostri politici. Serviranno dunque più spazi, non solo per dare attuazione all’ oramai famigerato ‘diradamento sociale preventivo’, ma spazi perché la didattica si deve aprire al mondo esterno e saper usare il territorio come una scuola aperta con opportunità educative che spesso nella scuola ‘tradizionale’ si fa solo come spot o nello stile da gite
scolastiche. Noi dello Spazio Montessori con l’accesso diretto in sicurezza verso un ambio giardino esterno avremo facilità nel potere attuare socialità educativa in ottemperanza ai futuri protocolli di sicurezza contro il contagio da Coronavirus. Oggi più che mai ed in piena pandemia si può e si deve iniziare a ragionare su questi aspetti.
Prima o poi qualcuno dovrà decidere di riaprire le strutture 0/6; speriamo senza l’uso dei dispositivi di sicurezza (mascherine e quant’altro) sia perché non vogliamo assomigliare ad un reparto di ospedale e sia per ricreare le giuste empatie fra educatrici, Insegnanti ed i loro bambini. Elemento imprescindibile è il fatto che i servizi rivolti all’infanzia, almeno per il momento e per i prossimi 12/18 mesi, non possono più essere organizzati e gestiti come si è fatto fino ad oggi”.
Arrivare preparati
“Allo Spazio Montessori stiamo pensando come anticipare al massimo le mosse del Ministero onde poter ripartire subito appena verrà dato il via con protocolli già condivisi fra famiglie socie della struttura, insegnanti e consiglio direttivo.
Ci muoveremo mettendo al centro di ogni decisione il benessere dei bambini, la prevenzione e il delicato lavoro di cura e di relazione che è parte integrante del nostro lavoro. Per realizzare tutto ciò è necessario ascoltare le esperienze delle docenti ed i genitori, il tutto coordinato da una buona governance mista ad una buona dose di buon senso.
La struttura verrà pulita e sanificata ogni giorno anche con l’aiuto di soci volontari nel pieno rispetto di un piano igienico-sanitario che già stiamo studiando e che andrà di pari passo con forme di didattica per piccoli gruppi con una educatrice/insegnante di riferimento. Ogni gruppo avrà il suo spazio, sia interno che esterno e con i propri giochi che verranno lavati ogni giorno. I vari gruppi si alterneranno tra il dentro e il fuori e nella loro composizione eterogenea. Almeno inizialmente e con un occhio particolare alle disposizioni Ministeriali in argomento, non verrà servito da mangiare (pranzo e merenda), saranno i genitori stessi che dovranno prepararlo a casa in sicurezza e mettere tutto, comprese le stoviglie, nello zainetto del singolo bambino. Lo stesso concetto di refezione alla vecchia maniera dovrà essere ripensato onde evitare il sovraccarico di presenza in spazi che erano più che adeguati, ma nell’era pre-Covid-19.
Per finire con una riflessione molto importante, qualsiasi saranno le opzioni organizzative e i protocolli di sicurezza, si dovrà garantire il massimo di armonicità e regolarità nelle settimane del ritmo educativo. Sappiamo che i bambini di scuola dell’infanzia hanno bisogno di sane routine che si ripetono costanti, di sapere cosa succederà, quanto
durerà etc. Serve anche alle loro famiglie, perché la precarietà previsionale di un’attività come la scuola pesa nella vita di
tutti, non solo quella dei bambini”.
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