Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Milano. Da questa mattina è in corso una rivolta nel carcere di San Vittore. E’ sostenuta all’esterno dai centri sociali X32bank che li istigano all’evasione.
In una Milano completamente ovattata, in cui si sente tutta la difficoltà creata dalla zona rossa si sentono solo le urla di risposta dei detenuti e la musica araba e rumena che parte dal gazebo dei centri sociali. Uno striscione inneggia alla rivolta.
Dall’interno del carcere rispondono ai cori. Sono già rientrati nelle celle dopo che questa mattina i detenuti avevano incendiato il salone. Dalla finestra del terzo piano del carcere di San Vittore si vede un detenuto che con uno specchio tenta di lanciare segnali in codice morse, ma non è molto aiutato dalla mancanza di sole. La situazione è sotto controllo.
Dal gazebo con megafoni per tutto il pomeriggio suonavano musica araba, rumena e rap nordafricano in lingua francese. Ogni tanto dai megafoni qualche donna chiamava il figlio. Diceva a Nicu che era lì con lui. C’è stata anche una piccola nota di colore. Ad un certo momento intorno alle 16.40 i detenuti in rivolta hanno smesso di rispondere ai richiami che arrivavano dalla strada. Dal gazebo attraverso il megafono una voce italianissima gridava “Jonathan, Nicu diteci come state?” lo ha ripetuto più volte. “Come state?”. Poi ha aggiunto “Siete morti?”
A parte la stupidità della domanda cui era ovvia l’impossibilità della risposta affermativa, nel tono della voce si era sentito un accento speranzoso. Lo devono aver recepitto anche dall’interno del carcere perché dopo un attimo impalpabile e imbarazzato silenzio è partita la risposta. Non era molto distinta ma giurerei di aver sentito un ” Ma vattelo a Piá in der c… “. Non si sa chi abbia lanciato l’appello, se una delle guardie carcerarie o un detenuto scaramantico.
L’incidente era dovuto al fatto che nel corso dei disordini verificatisi all’interno del carcere di San Vittore due detenuti sono stati soccorsi perchè probabilmente assunto avevano preso del metadone in eccesso. Poco dopo le 17.30 è arrivata anche un’automedica con a bordo personale medico con le mascherine chirurgiche.
Questa mattina agli avvocati e alle famiglie e probabilmente ai detenuti stessi, è arrivata la comunicazione della sospensione completa dei colloqui con i detenuti. L’accesso al carcere è stato vietato ma anche chi usciva dal carcere per lavorare o per progetti particolari non potrà più farlo, a causa della emergenza sanitaria del coronavirus. Ancora una volta la comunicazione fredda, improvvida e uguale per tutti i casi ha procurato più danni che benefici.
Articolo aggiornato il 09/03/2020 21:42