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Voghera. Allegra ha subito un altro torto in comunità. Domenica avrebbe dovuto partecipare ad un torneo di hockey, sport che pratica assiduamente, ma l’assistente sociale si è dimenticata di preparare e firmare il permesso di uscita dalla comunità e così la bambina non è stata accompagnata e non ha potuto partecipare alla gara. I suoi genitori lo hanno saputo solo durante la telefonata settimanale che le è concessa.
Non è la prima volta che capitano queste dimenticanze. Le assistenti sociali del comune di Voghera, quando Allegra doveva iniziare la prima elementare, si erano dimenticate di firmare il nulla osta per permettere la frequentazione della scuola, e così la bambina aveva dovuto iniziare la prima elementare due mesi dopo i suoi compagni.
Le forze dell’ordine si presentano a casa e gli ordinano di mandare il bimbo in classe. Arrivano anche a portarcelo loro. Anche i bambini figli di clandestini arrivati in Italia in modo irregolare hanno il dovere di frequentare la scuola. Durante il periodo in cui la loro situazione e quella dei loro genitori viene regolarizzata, se ne hanno diritto, il loro nome è aggiunto a mano sui registri di classe e possono frequentare regolarmente le lezioni. Ai bambini in comunità affidati agli assistenti sociali questo diritto è negato. Non possono andare a scuola finché un ufficio composto da persone che, una volta che li hanno tirati via alla famiglia e nonostante siano loro affidati dalla legge, si dimenticano della loro esistenza e dei loro doveri nei loro confronti.
Fare il genitore non è facile, errori se ne fanno sempre, ma non succede mai che qualcuno si dimentichi degli appuntamenti sportivi o scolastici dei bambini. Qualunque mamma sa cosa significa essersi dimenticata un compito scolastico o un torneo di basket. I bambini sono sempre lì a ricordarcelo e a farci sentire in colpa. Impossibile dimenticare.
La stessa cosa non vale per i bambini che si trovano in comunità. Specie per Allegra. Gli assistenti sociali del comune in cui abita la hanno tolta alla sua famiglia, scrivendo relazioni assurde sui rapporti sui suoi rapporti con i genitori, ma si dimenticano regolarmente di lei e del suo diritto all’educazione.
Domenica scorsa la piccola avrebbe dovuto partecipare ad un torneo di hockey, per cui si era preparata per molte settimane, ma le assistenti sociali non hanno trovato il tempo per firmare il nulla osta dell’uscita della bambina dalla comunità. Si, Allegra è in prigione. Non ha fatto nulla di male, non è stata processata, ma a 8 anni è in prigione e ci sono enti amministrativi e giudiziari che decidono se lei può mettere un piede fuori dalla struttura in cui è ospitata per fare quelle attività che tutti i bambini normali fanno, accompagnati da mamma e papà, o da qualche parente.
Quando era in famiglia con i suoi genitori la bambina frequentava un corso di musica per imparare a suonare la batteria, e frequentava un corso di nuoto. I bambini vanno tolti i genitori quando i genitori si comportano in modo da danneggiarli, ma è ovvio che se i bambini vengono tolti ai genitori e poi vengono trattati peggio di quando sono in famiglia, e vengono tolte loro opportunità educative, si ledono profondamente i loro diritti. Questo non sembra preoccupare le assistenti sociali che tolgono i bambini alle famiglie. Alle 17 chiudono i battenti, sabato e domenica non lavorano e ciò che succede non le riguarda.
Articolo aggiornato il 03/12/2019 10:21