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Il tempo inclemente di questi giorni ha concesso una tregua alla pioggia proprio quando, domenica 17 novembre 2019, “Anchio onlus” ha organizzato a Corbetta la terza edizione della “Camminata di luce” in concomitanza della festività di San Martino.
Un caso che però ha colpito e fatto riflettere. Il cielo ha lasciato spazio a un raggio di luce attorno alle 16, quando il corteo con le lampade realizzate nel “Campus Anchio” ha raggiunto il parco comunale di villa Ferrario. Accorgersi poi che, a poco a poco, quando l’evento volgeva al termine, la pioggia ha ricominciato a cadere è stato altrettanto significativo.
“La luce si muove nel mondo ma troppo spesso non viene riconosciuto il suo ruolo e la sua importanza. La luce non è quella parte fisica che ci illumina il quotidiano e che vince il buio grazie ad un interruttore. La luce della lanterna rappresenta la luce interiore grazie alla quale ogni essere umano risplende – spiega l’associazione – Anchio onlus, attraverso la Camminata di luce, intende portare nel mondo la rappresentazione della luce universale che illumina una parte diversa di ciascuno di noi, rendendoci unici. E’ proprio in questa diversità che il genere umano si può riconoscere”.
Le lampade sono state accese e non solo da chi fa parte di “Anchio onlus”. Il maltempo ha scoraggiato diversa gente a prendere parte all’evento che tuttavia ha avuto un suo seguito.
La “Città dei bambini” ha letto la leggenda che sta alla base della festa, ha intonato canzoni e ha dato un contributo integrante alla manifestazione. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Corbetta. Si ricorda anche il contributo di Oncoldog.
E’ seguita la merenda con dolci, zuppa di zucca, tisane e vin brulè offerta da particcerie e ristoranti del territorio.
San Martino fu santo e vescovo. Nasce in Ungheria nel 316 d.C. E’ figlio di un militare e come tale anche per lui è quasi d’obbligo la stessa carriera. Lo vediamo infatti rappresentato a cavallo e con un mantello rosso. Uscendo dalla città di Amiens (Francia), vede un mendicante infreddolito. Non ci pensa due volte e taglia una parte del suo mantello per donarlo al povero. La leggenda vuole che dopo quel gesto il cielo si schiuse dalle nubi e lasciò spazio a un sole caldo come se fosse quello estivo. Da lì la cosiddetta “estate di San Martino” a ridosso dell’11 di novembre (giorno in cui si ricorda il santo).
Nasce così la festa popolare della sfilata dei bambini per le vie della città con le lanterne di San Martino che ricordano per l’appunto quel tepore. Un buon auspicio, una festa. Per tutti dolci, canti e un falò.
La festa si inanella infatti con riti più “pagani” legati al raccolto, al vino novello, se non a quelli più spirituali come il simbolo della luce della fede portata a, e da, san Martino dato che si narra che proprio il militare fece la notte stessa del suo gesto un sogno mistico. Al mattino successivo il suo mantello era di nuovo integro pur essendo rimasto il pezzo tagliato al povero.
Articolo aggiornato il 22/11/2019 09:50