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Bambini rubati. La storia di Allegra non è ancora finita. Nonostante l’assoluzione per non aver commesso il fatto per i genitori, nonostante gli zii della piccola Allegra si siano resi disponibili a prenderla in affido, la piccola Allegra non è ancora stata restituita alla sua famiglia. Ormai sono passati anni. La lentezza della burocrazia non ha pietà dei bambini e li tratta come cose, come se il tempo della loro infanzia non fosse prezioso. Perchè, ricordiamolo, la vera vittima di questa storia è Allegra.
In queste settimane, dopo l’articolo su come si affrontano i problemi scolastici dei bambini, mentre da una parte pare che qualcosina, a scuola, vada meglio per Allegra, dall’altra si sono create tutta una serie di situazioni critiche. Pare che le assistenti sociali si siano arrabbiate perchè sono state rese note le condizioni della bambina. Eh cari miei assistenti sociali! Per voi è un lavoro che si fa dalle 8 alle 17, con pausa pranzo, poi spegnete il telefono e ve ne andate a casa. Se siete ammalate o avete il raffreddore, vi mettete in malattia e nessuno vi sostituisce, ma per Allegra, per la sua famiglia, e per i bambini come lei, questa è una condanna 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, 31 giorni al mese e 365 giorni all’anno, 366 in quelli bisestili.
Però è ancora trattenuta nella Comunità senza che il giudice che ha deciso di allontanarla dai suoi genitori le abbia mai parlato. Allegra ha 8 anni ed è in grado di dire esattamente cosa vuole fare. Basta chiederglielo. Per prendere una decisione, basta fare una domanda diretta. “Allegra, ma tu cosa vuoi fare?” E’ difficile? Pare che invece questa sia considerata una soluzione così ovvia e normale che non è possibile prenderla in considerazione.
Apriamo un altra possibilità. Due zii della mamma, marito e moglie con una figlia già adulta disposta anche lei ad aiutare, hanno dato la loro disponibilità l’affido legale di Allegra. Questa è una soluzione di compromesso fra “il sistema” che non vuole ammettere l’errore compiuto. La famiglia, la mamma e il papà, e tutti gli altri hanno accettato questo compromesso pur di arrivare ad una soluzione e permettere alla bambina di tornare a vivere la vita felice e normale che le è stata tolta. Questa operazione costerà loro circa 10mila euro tra parcelle per gli avvocati, per i vari CTu, e per tutte le pratiche che dovranno affrontare.
I giudici e la comunità che la ospita sembrano però ancora restii a restituire la bambina alla sua famiglia, nonostante vi siano delle leggi precise che impongono di privilegiare l’affido dei minori all’intero della famiglia di origine. Il motivo? Non si sa.
C’è un tarlo che mi rode un orecchio. Non è che siano violati i diritti della bambina per “pararsi il didietro”? Non è che “il sistema” vuol trovare un modo per non restituire Allegra per evitare che i genitori, e la famiglia chiedano i danni per quanto successo? O che, meglio ancora, lo faccia l’avvocato della bambina? Non è che ììì che quanto successo ad Allegra potrebbe far scoppiare il “sistema” e c’è il timore che sia scoperto qualcosa che si vuol tenere nascosto? A tutti, me compresa, fa una grande paura l’idea che non ci si possa fidare delle istituzioni che devono tutelare i bambini e che ci sia qualcosa da scoprire. Però non ho così paura da non voler essere certa che il diritto dei bambini non sia stato rispettato.
Articolo aggiornato il 30/10/2019 21:33