Ladri in Bmw
Milano. Una coppia di ladri espertissima e organizzata, proveniente dall’Albania, utilizzava una Bmw 645, rubata in provincia di Brescia, per compiere furti in appartamento. Scoperti e ieri arrestati durante un’operazione congiunta fra la Squadra Mobile di Milano e gli uomini del commissariato di Cinisello Balsamo.
I due ladri, di 27 e 29 anni, erano irregolari ma incensurati. Non erano ma stati scoperti prima ma, date le accortezze utilizzate durante i furti, li si può immaginare in azione da diverso tempo. Prenderli non è stato facile, come non è stato facile scoprirli, ma ogni delinquente commette un errore fatale e in questo caso sono stati notati proprio a causa della loro organizzazione esagerata. Ora sono accusati di furto aggravato, ricettazione e rapina impropria.
Il primo errore. La BMW è un’ auto troppo bella. Una vera tentazione
Un Bmw 645, azzurra, non commercializzata in Italia, 330 cavalli, 4500 di cilindrata. Può raggiungere il 250 km orari senza sentirli. Il valore, nuova, è intorno ai 100mila euro. Un sogno di auto, che ben pochi possono permettersi. Gli agenti del comandante Di Nunzio del commissariato di Cinisello Balsamo l’hanno notata tre giorni fa, intorno alle 19, mentre usciva da un cortile di via Palmaria, zona Affori. Al volante c’erano personaggi poco in tono con l’eleganza dell’auto, con il viso nascosto da cappellini e passamontagna, e dall’aria troppo esperta. Dal controllo sulla targa non risultavano nè furto, nè altre irregolarità.
Era infatti la targa di una Punto
La collaborazione con la Squadra mobile è iniziata a quel momento. La Punto non risultava rubata, ma qualche giorno fa, in provincia di Brescia, era stato denunciato il furto della stessa targa. Dai controlli incrociati è risultato anche che, sempre in provincia di Brescia, l’8 agosto era stata rubata una BMW 645 azzurra , in attesa d’immatricolazione italiana, quindi senza targhe.
Controlli, pedinamenti e inseguimenti e una rapina
L’attività di ufficio e di indagine si è svolta cercando, fra le denunce, i reati in cui era stata notata un’auto appariscente e di grossa cilindrata. L’auto è stata riconosciuta, per il momento, in provincia di Verona, Parma e Bergamo durante furti in villa e in appartamento. A Bonate Sopra il furto si era trasformato in una rapina impropria, perchè i ladri, scoperti dal fratello della vittima, lo avevano minacciato con un cacciavite prima di fuggire con il bottino. Intanto, gli agenti continuavano con i pedinamenti e a tenere sotto controllo i due albanesi. Sono così riusciti a scoprire dove avevano la base e come, alla sera tra le 18 e le 19, raggiungevano la Bmw con cui compivano i furti.
In taxi
L’attenzione maniacale a non lasciare tracce è stato uno degli elementi che alla fine hanno condotto alla cattura dei due ladri. Da un parcheggio in via Cesena chiamavano un taxi e si facevano portare nel punto in cui avevano nascosto la Bmw. Un’auto in regola è tracciabile, ma le telefonate ai taxi sono registrate e risulta il numero da cui arriva la chiamata. Ed è proprio tracciando il telefono da cui arrivavano le chiamate ai taxi, che gli agenti sono arrivati alla base logistica dei ladri in via Cesena.
Un arresto rocambolesco e pericoloso
Hanno deciso di aspettarli lì, sotto casa, quando non avevano a disposizione la Bmw, per evitare il rischioso inseguimento di un’auto che può raggiungere i 250 km orari. L’arresto è avvenuto in forze. I due albanesi sono atletici, agili e grossi. Il 28enne, l’autista della BMW, ha tentato la fuga, a piedi. Gli agenti lo hanno inseguito per quasi 300 metri. Lo hanno fermato in via Aosta. C’è stata una colluttazione e uno degli agenti si è ferito ad una caviglia. Ha 20 giorni di prognosi. Il 28enne è stato accusato anche di resistenza pubblico ufficiale.
Recuperata una parte della refurtiva
I due albanesi sono accusati di 3 furti e di una rapina impropria, e nell’appartamento di via Cesena sono stati trovati diversi orologi di valore, fra cui cui un Fred Mueller e alcuni rolex, anelli e collanine in oro. Nel bagagliaio della Bmw c’era un vero corredo di arnesi da scasso oltre a due radio. La mania del particolare era tale che avevano coperto il pomello del cambio con un calzino, per evitare di lasciare accidentalmente delle impronte digitali. La metodologia dei furti era molto razionale e schematica. Individuavano la tipologia delle vittime, le zone più facili da colpire e il range di valore delle case e dei possibili bottini. Avevano l’attrezzatura efficiente e l’auto giusta per la fuga. Poi, macinavano chilometri per effettuare i loro raid.
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