Storia e Cultura

Ospedale di Niguarda Ca’ Granda dall’epoca fascista ad oggi

L’ospedale maggiore di Niguarda, ovvero l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, è stato inaugurato il 10 ottobre del 1939, per volontà di Benito Mussolini. Il suo nome deriva dal fatto che questo ospedale era inizialmente legato con l’Ospedale Maggiore Ca’ Granda. Attualmente l’ex ospedale maggiore, è sede dell’Università statale di Milano.
L’ospedale è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Tra questi, i tram 4 e 5, metro 5 alla fermata Ca’ Granda (poi tram 5 per alcune fermate), autobus 51, 83, 166, 172.  L’ospedale Maggiore di Niguarda è un ospedale di rilievo nazionale ed ad alta specializzazione.

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La struttura dell’ospedale

L’ospedale Niguarda Ca’ Granda ha moltissimi primati italiani. Qui è nato il primo laboratorio italiano di microbiologina, negli anni 40. Sempre qui è stato eseguito il primo intervento a “cuore aperto” a circolazione extracorporea. Sempre per la prima volta in italia, all’interno del settore Pediatria viene aperta una scuola elementare per i piccoli ricoverati.
Nel 1963 per la prima volta si eseguono sostituzioni valvolari con protesi artificiali. nel 1969 per la prima volta si fa uso della ecocardiografia. 

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Sempre qui nel 1994 viene fondato il Centro di Chirurgia dell’Epilessia, struttura unica in tutta l’Italia. Sono ben 10 i dipartimenti presenti nell’ospedale. Dipartimento medico polispecialistico, Dipartimento cardiotoracovascolare, Dipartimento chirurgico polispecialistico, Dipartimento tecnologie avanzate diagnostico-terapeutiche, Dipartimento di ematologia ed oncologia. Dipartimento medicina di laboratorio, Dipartimento materno-infantile, Dipartimento neuroscienze, Dipartimento emergenza urgenza – EAS, Dipartimento salute mentale. Vi sono inoltre 4 centri multidisciplinari. Cancer Center, De Gasperis Cardio Center, Trasplant Center, Trauma Center. È naturalmente presente un pronto soccorso con trauma team ed elisoccorso. 

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Centro revisioni a Tradate

Inoltre sono presenti nell’ospedale, una banca della pelle, un centro grandi ustionati, un’unità spinale e un centro di medicina iperbarica. È anche presente un centro di riabilitazione equestre e un centro antiveleni. L’ospedale è Inoltre, sede universitaria del corso di Laurea per infermieri.

Disposto su un’area di circa 336.578 metri quadri, è anche sede del MAPP Museo D’arte Paolo Pini, riconosciuto Museo Civico.
In quella che è quasi una cittadella della medicina lavoro circa 4.100 persone. Tra queste circa 750 medici e 2.000 infermieri. Vi sono 42 sale operatorie e 285 ambulatori.

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Architettura e arte

L’architettura dell’ospedale, degli anni ‘30 è tutelata dalle belle arti, e fa parte di un’architettura razionalista tipica dell’epoca.
Sia all’ingresso, sia nella chiesa centrale sia in aula magna si possono osservare opere d’arte di famosi artisti degli anni 30. Tali opere sono di Aldo Carpi, Alberto Salietti, Anselmo Bucci, Cesarino Monti, Raffaele De Grada, Guido Marussig, Adolfo Wildt, Aurelio Bossi. All’ingresso invece, trovano posto due sculture principali. La prima a sinistra dell’ingresso, rappresenta emissari della famiglia Sforza (Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti) nell’atto di donazione al Papa Pio II Piccolomini l’ospedale Ca’ Granda.

L’avvenimento rappresentato risale al periodo a metà del 1400.

L’opera è di Arturo Martini. La seconda scultura invece è posizionata alla destra dell’ingresso. Essa rappresenta San Carlo Borromeo nell’atto di consegnare ai Deputati Ospedalieri (i rappresentanti Ecclesiastici del tempo) la “bolla del perdono” ovvero, il documento Papale che concede l’indulgenza plenaria. Con questa scultura si vuole rappresentare l’aspetto spirituale dell’ospitalità. Interessante la dinamicità dell’opera con il dito che alzato verso i deputati, li “impietrisce”.

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Sono presenti nell’ospedale ben altre 12 opere d’arte.

Tra queste Il busto di San Galdino, sulla facciata esterna della chiesa dell’annunciata. All’interno della chieda dell’ospedale, invece, 12 vetrate sono disposte circolarmente, e rappresentano i santi taumaturghi o fondatori di ordini ospedalieri. Tra queste vetrate, quella dedicata a S. Antonio Abate, Patrono degli Infermi, e quella dedicata alla cacciata dal paradiso terrestre.

Vi sono poi le vetrate in aula magna. Si trova invece proprio sopra all’ingresso principale, il bassorilievo che ricorda l’annunciazione, opera nota anche come la madonna del libro, opera dello scultore milanese Franco Lombardi. Passata la soglia della Chiesa dell’Annunciata si può invece ammirare il bassorilievo “La Guarigione del cieco”, di Vitaliano Marchini. Sempre tra le vetrate della chiesa vi sono l’annunciazione e la Natività, mentre tra i bassorilievi della chiesa trova posto l’opera di Francesco Wildt, “La Guarigione Dello Storpio”.

Nota della redazione
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Gianluca Preti

Videomaker, grafico, fotografo, appassionato di Milano.

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