Storia e Cultura

Blitz dei leghisti alla discarica di Casorezzo e Busto Garolfo

Casorezzo. Un parlamentare, una europarlamentare, due consiglieri regionali, 4 consiglieri comunali e i rappresentanti delle due sezioni della lega di Casorezzo e di Busto Garolfo oggi hanno compiuto un blitz dove hanno effettuato la piantumazione sopra le cave riempite di rifiuti.

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Il blitz è stata la risposta che i leghisti hanno dato ai due sindaci, Susanna Biondi di Busto Garolfo e Pierluca Oldani di Casorezzo, che avevano accusato la lega di non interessarsi più del territorio e del grave problema della Solter e della discarica di Casorezzo. I due sindaci avevano pubblicato un lungo post su Facebook, molto polemico nei confronti della Lega e dell’onorevole fabrizio Cecchetti, lamentando che la mancata votazione della legge sui plis in consiglio regionale.

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Questo pomeriggio l’on. Fabrizio Cecchetti si è recato sul posto per una breve ispezione della cava che l’azienda vorrebbe riempire di rifiuti, accompagnato dai consiglieri regionali Simone Giudici, Curzio Trezzani e Silvia Sardone, insieme ai consiglieri comunali Sabrina Lunardi, della Lega di Busto Garolfo e Mario Lugli della coalizione Lega e civica Inseme per Casorezzo.
La storia è lunga, con molti colpi di scena. Su Co Notizie l’abbiamo raccontata ampiamente in tutti questi anni. Qualche giorno fa, i due sindaci e l’on. Fabrizio Cecchetti si erano già scambiati opinioni sulla questione della legge regionale sui Plis.

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La legge sui plis non serve a Casorezzo e Busto Garolfo

Oggi l’on. Fabrizio Cecchetti che ha ribadito che se anche la legge regionale fosse stata approvata non avrebbe avuto peso sulla situazione della cava di Casorezzo. E lì, dietro al mostro di ferro che ha compiuto del buco più grosso, i tre consiglieri regionali hanno promesso di riprendere in mano la vicenda e di evitare che la campagna di Casorezzo sia violentata dal seppellimenti di rifiuti arrivati chissà da dove. Cecchetti ha anche accennato alla possibilità di una sua interrogazione in parlamento sulla questione cave e discariche, in particolare su quella fra Busto Garolfo e su Casorezzo.

Non sono rifiuti lombardi

Infatti in Lombardia solo due anni fa, alla fine della legislatura Lombardia, l’allora assessore all’ambiente Claudia Maria Terzi aveva sostenuto che la Lombardia, che ricicla quasi l’80% dei sui rifiuti, non ha rifiuti da destinare alle discariche. Infatti tutto ciò che non si ricicla può essere incenerito, visto che gli inceneritori presenti nella provincia di Milano, lavorano a metà della loro capacità di potenziale. Non si capisce perciò perchè mai e cosa vorrebbe inserire in discarica la Solter, che ha ricevuto dei permessi dai tecnici della città metropolitana, contro cui sono stati fatti diversi ricorsi. Nessuno, infatti, nè maggioranza nè opposizione vuole che sia fatta la discarica.

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Il mistero di Raffaele Cattaneo

Sulla vicenda, però, veleggiano domande. Al momento in cui l’attuale assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo ha presentato i dati sui riciclo dei rifiuti ha anche detto che non vuole prendere in considerazione i parametri di distanza minima fra una discarica e l’altra, che sono stati definiti da una legge regionale promulgata dalla Legislatura Maroni e definiti con 50 metri, misurati dal centro della discarica al confine dell’altra. Questa regola aveva impedito di ampliare delle discariche, anche quelle che vorrebbero fare a Casorezzo, per portarci i rifiuti presi da altre regioni, e che non avrebbero mai dovuto entrare in Lombardia. Perchè Cattaneo abbia detto di non volerla prendere in considerazione è un mistero.

Un altro grosso mistero riguarda una frase di Raffaele Cattaneo che parla di 2000 impianti di deposito di rifiuti regolari in Lombardia. Cosa intendeva? Da dove arrivano quei rifiuti? Ma non si era detto che la Lombardia non ha rifiuti da inserire nè in deposito nè in discarica? E’ allora? Non saranno mica i rifiuti indifferenziati e altamente inquinanti delle ecoballe del sud?

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Tutte domande che attendono una risposta. Meglio il riciclo piuttosto che la discarica

Non solo mancano le risposte ad alcune domande, ma sembra quasi che in regione Lombardia assessorato all’ambiente e commissione all’ambiente vadano in direzioni politiche completamente opposte. Lo scorso 12 luglio, infatti, un convegno a palazzo Pirelli, cui ha partecipato il presidente della commissione ambiente della regione, Riccardo Pase, metteva in luce come, nonostante i grandi risultati della Lombardia nel riciclo dei rifiuti, specie della plastica, e nella raccolta differenziata, ci siano ancora molti problemi da risolvere. Al convegno era presente anche il presidente della Azienda Montello, leader europeo e italiano nella trasformazione e riciclo delle plastiche. Eppure l’industria del riciclo dei rifiuti è un settore economico che mostra una grande possibilità di crescita.

Contraddizioni

C’è una grande contraddizione. Invece di pensare alla legge sui plis, mi premerebbe sottolinearla politicamente se fossi nei panni dei 2 sindaci di Casorezzo e di Busto Garolfo . In una regione dove la discussione politica verte su particolari come il problema della denominazione di fine vita del rifiuto. Dove ci si chiede quando si può smettere di chiamare un materiale “rifiuto” e cominciare a chiamarlo “materia prima”, non si può tollerare che vi sia ancora chi pensa di poter seppellire i rifiuti in un buco in campagna, specialmente se questi rifiuti li si va a prendere in zone dove non hanno neppure idea di che cosa sia la raccolta differenziata.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 01/05/2021 18:30

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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