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Mario Mantovani, ex vicepresidente di Regione Lombardia, è stato assolto con formula piena per i capi d’imputazione più gravi che riguardavano la vicenda di corruzione e turbativa d’asta, per la quale la Quarta Sezione Penale del Tribunale di Milano ha emesso sentenza di primo grado mercoledì 17 luglio 2019.
Condannato invece a 5 anni e 6 mesi nel processo che lo vede coinvolto per reati quali corruzione e concussione al riguardo di un presunto favoreggiamento nei confronti della Croce Azzurra Ticina nella gara per il trasposto di malati disabili. Una gara d’appalto indetta da un’aggregazione di Asl lombarde. ” Tra le vicende al centro delle indagini c’è anche un presunto caso di corruzione che ha visto coinvolti, secondo gli inquirenti, Mantovani ed un architetto. Quest’ultimo in cambio dell’acquisto, della gestione e della ristrutturazione di immobili riconducibili a Mantovani, ma formalmente intestati a società, enti e cooperative, sarebbe stato «ripagato» con l’ottenimento di lavori in appalti pubblici” veniva allora ipotizzato (ndr “Il giorno” 13 ottobre 2015.
Con una nota stampa Roberto Lassini, l’avvocato difensore di Mario Mantovani fa sapere che ricorrerà in appello: “Una condanna sorprendente e per la quale ricorreremo in appello. Mario Mantovani è ovviamente provato sotto il profilo umano. La scelta è data dal fatto che Mantovani è fermo nell’assoluta convinzione di essere innocente”. Resta dunque in piedi quella che l’avvocato Lassini definisce “l’ipotesi di corruzione per noi incomprensibile su di un solo incarico professionale all’architetto Parotti”.
Gare pilotate sugli appalti per la gestione del trasporto di dializzati, turbative d’asta (nel mirino la ristrutturazione delle scuole di Arconate, città da sempre legata a Mantovani e nella quale ha ricoperto il ruolo di sindaco). I reati contestati vanno dal giugno 2012 al giugno 2014 e sulla base di ciò Mantovani era stato arrestato in maniera preventiva nell’ottobre del 2015. Ora si apprende che per i primi due capi d’accusa del processo è arrivata l’assoluzione con formula piena, mentre la condanna in primo grado a 5 anni e 6 mesi resta in piedi per la vicenda che coinvolge un noto architetto.
Articolo aggiornato il 26/05/2021 15:04