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Parte proprio da Casorezzo e su iniziativa dei medici di base, il primo studio in Italia delle apnee notturne. Un disturbo questo di cui non tutti sanno di soffrire ma che può dare conseguenze gravi per la salute.
Si tratta di ripetute interruzioni della respirazione durante il sonno, che causano il risveglio frequente del soggetto che soffre di tale patologia. A volte durano solo 2 o 3 secondi, ma tanto basta a mettere in moto delle allerte che inducono al risveglio. Nei casi più importanti, le interruzioni dell’attività respiratoria possono avvenire anche un centinaio di volte durante il sonno notturno, impedendo al soggetto di riposare adeguatamente.
Le conseguenze sono la sensazione di stanchezza, mal di testa mattutino, mancanza di concentrazione o riduzione di destrezza manuale, sbalzi di umore. Colpisce soprattutto gli uomini, con percentuali dell’80% rispetto a quelle del 60% riferite al gentil sesso. Tra le cause si punta il dito all’obesità, all’aumento di peso in tempi relativamente brevi, all’uso di alcol, al vizio del fumo e a una serie di altre cause legate anche a problemi di salute.
Lo studio è stato promosso dai medici di base Clementino Stefanetti, Maura Barozzi e Cirino Girgenti, che a Casorezzo hanno in carico circa 5.500 pazienti. Verrà eseguito gratuitamente sulla cittadinanza e non solo. Sarà aperto alla cittadinanza. Collaboreranno anche Michele Bamberga responsabile del centro sonno di Magenta, Marzia Segù docente universitaria specializzata nella medicina del sonno, nonchè Enrico Brunello dell’Associazione Italiana Pazienti con Apnee del Sonno.
La priorità alla partecipazione dello studio verrà data ai soggetti a rischio.
Non si stratta di un esame invasivo: chi adedirà dovrà compilare un questionario e dormire per un breve lasso di tempo “attaccato” a un particolare apparecchio in grado di rilevare le apnee. L’apparecchio viene posizionato sul pigiama di chi si presterà a prendere parte allo studio, che non comporta costi legati all’uso dell’apparecchiatura in uso, essendo questa data in comodato d’uso. Anche i medici si sono prestati a svolgere lo studio in maniera gratuita.
Articolo aggiornato il 10/07/2019 15:37