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Arluno. La squadra mobile di Milano oggi ha reso pubblici i particolari di una indagine iniziata nel dicembre 2017 e che ha portato all’arresto di 4 albanesi e di altri 4 ricercati in Albania attraverso lo Scip e un mandato di arresto internazionale. Gli 8 sfruttavano la prostituzione sulle strade di Arluno e di Pantigliate, per finanziare l’acquisto di ingenti quantitativi di droga. 8 ragazze, maggiorenni e di nazionalità moldava e rumena erano le loro vittime e conviventi.
Il ponte della Tav fra Arluno e Ossona, poco dopo il casello dell’autostrada, sulla strada provinciale per Turbigo è un confine. Di là, in territorio di Arluno le prostitute senza protettore non possono andare. Di qua, a Ossona, la prostituzione è invece libera. Di là, fra gli slarghi e le piazzole fino al parcheggio davanti al Centro commerciale Ara Lunae, e sulla rotonda confinante, è territorio delle bande di albanesi. Violenti, cattivi, iperorganizzati.
In questi ultimi anni ci sono state molti racconti, molte storie passate di bocca in bocca. Sussurrate a causa dell’argomento scabroso. Come quella della coppia che si era appartata nelle vie campestri laterali alla Strada per Turbigo e che era stata circondata da tre grosse automobili. Dei giovani stranieri li avevano invitati a trovarsi un altro posto. Forse erano armati, ma non erano i componenti di una ronda civile di buoncostume. Erano loro. Gli albanesi dell’organizzazione che sfruttava le prostitute e che non ammetteva possibile concorrenza. Il territorio era loro e decidevano chi poteva e chi non poteva fare sesso.
I metodi utilizzati dagli 8 albanesi sono molto simili a quelli dei componenti della banda arrestata nel 2018 in una trance dell’ operazione Mercante in fiera.
In questo caso, però, il primo settore di “affari” del gruppo era il narcotraffico. Commerciavano in grossi quantitativi di stupefacenti, un sequestro ha raggiunto i 25 kg di cocaina, e un altro sequestro 100 kg di Marijuana e usavano i proventi della prostituzione per investire nell’acquisto di cocaina.
Le indagini hanno preso il via da un arresto a Pordenone. Gli spacciatori avevano fatto i nomi di 2 dei loro fornitori. Era l’aprile 2017. A dicembre 2018 un maxi sequestro di marijuana , 100 kg, e la scoperta del giro di droga e prostituzione da parte delle forze dell’ordine.
Lo scorso 1 luglio 3 albanesi sono stati arrestati a Milano, 1 in Albania. Altri 4 sono attivamente ricercati dalla polizia albanese in raccordo con la polizia italiana. Sono tutti parenti fra loro e originari della città di Lezhe. Il gruppo importava anche 15/20 kg di cocaina per ogni carico. Poi lo nascondevano in alcuni box, lo smistavano e rivendevano a pacchi di mezzo chilo, 1 chilo e 2 chili ad altri Albanesi che si occupavano della vendita al dettaglio dello stupefacente e che risiedono risiedono a Monguzzo, Abbiategrasso, Mantegazza di Vanzago e Solferino. Alla fine delle indagini la procura di Monza ha disposto anche il sequestro di un appartamento, di due conti correnti e di due autovetture di proprietà degli indagati.
Articolo aggiornato il 06/07/2019 22:17