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Per metterci la faccia, come si suol dire, e mettere da parte l’orgoglio chiedendo aiuto, si deve avere un motivo di fondo. E’ Marco Treopeano, 45 anni a settembre, nato e cresciuto a Magenta e ora residente a Cerello di Corbetta, a spiegare leragioni che lo hanno portato a incatenarsi davanti al municipio di Corbetta per chiedere un lavoro, iniziando da mercoledì 26 giugno 2019 lo sciopero della fame e della sete.
“Ho sempre lavorato come artigiano. Facevo il lattoniere e avevo commersse a Vittuone, Sedriano, Boffalora, nel territorio – spiega Marco Tropeano – Il 4 novembre del 2001 ebbi un brutto incidente. Entrai in coma e una volta uscito riportai tante fratture e di tale consistenza che mi ritrovai per circa un anno sulla sedia a rotelle. Grazie ai medici e a mia mamma che è un’ex infermiera, riuscii a riprendermi. Comunque, ancora adesso, ho seri problemi nel sollevare pesi e nel camminare. Un lavoro da artigiano come prima non lo posso più fare e quando ti manca il lavoro, e di conseguenza i soldi, arriva una serie di altri problemi”..
“Non senza difficoltà, riuscii a parlare con l’allora sindaco di Magenta Luca Del Gobbo e in pochissimo tempo dal colloquio fui inserito nella borsa lavoro con una cooperativa della zona – prosegue Marco Troperano – Con la promessa di assunzione facevo di tutto: doppi turni, consegne pasti, svuotamento dei cestini dell’immondizia e spazzatura. Nonostante la cooperativa sapesse che non avevo la patente, operavo in un territorio vasto: da Bareggio a Pero – aggiunge – Finalmente arrivò l’assunzione”.
“La mia assunzione è stata fatta il 1° aprile ed è stata una farsa – denuncia Marco Tropeano – L’incidente, i mesi senza lavoro, le cure. I soldi servivano e chiesi un prestito alla banca da pagare attraverso la decurtazione di un quinto dello stipendio mensile. Peccato però che ho scoperto, essendomi arrivate delle carte della banca a domicilio, che io questi 206 euro mensili non li ricevevo perchè convinto che la cooperativa li versasse alla banca ma in realtà alla banca non sarebbe arrivato nulla. In più i conti di straordinario e altre cose non tornavano nello stipendio”. Accuse pesanti, che trovano anche il ricorso del signor Tropeano a un avvocato per far valere i suoi diritti. Accuse che dovranno essere provate attraverso un procedimento. Nel frattempo l’uomo è stato licenziato per giusta causa lo scorso 25 gennaio. Sentendosi truffato ha infatti avuto un diverbio con la cooperativa e un’assenza prolungata dal posto di lavoro
“Chiedo al sindaco di Corbetta un posto fisso che mi permetta di ricominciare e di pagare l’avvocato per mandare avanti il procedimento volto a far sentire la mia voce nella vicenda che sono convinto mi abbia visto truffato. Per questo da mercoledì 26 giugno mi sono incatenato davanti al municipio e sto portando avanti lo sciopero della fame e della sete” conclude.
“Questo signore ha chiesto di essere ricevuto e io l’ho incontrato tre volte negli ultimi due mesi, poi ho saputo che si è incatenato al cancello del Comune ma, a quanto mi risulta, non mi ha chiesto prima di essere ascoltato – spiega Marco Ballarini – Se mi si dice che vuole una borsa lavoro, rispondo che questa viene data attraverso i Servizi sociali e se ci sono dei requisiti. Se mi si dice che chiede un lavoro fisso, il Comune non è un ufficio di collocamento”
Articolo aggiornato il 27/06/2019 16:33