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Ecco, 2015. Tutta la storia, i contatti ottenuti e la creazione del personaggio cattivo immaginario, è nata nel periodo delle vacanze fra la quinta elementare e la prima media. Quando i bambini restano spesso soli senza un solido controllo. Sembrano grandi perchè sanno usare la tecnologia. In realtà sono psicologicamente fragili e credono a qualunque cosa.
Un pedofilo è riuscito ad entrare nel circuito di contatti di whatsapps di almeno 3 bambine di quinta elementare, fingendosi una coetanea malvagia che minacciava di uccidere i loro genitori. Le ha abusate e violentate per 3 anni. Una bambina si è salvata perchè la madre non le ha permesso di uscire con “Giulia”, dato che non la conosceva.
Il monito arriva dalla procura ed è rivolto ai genitori. Non bisogna pensare che whatsapp sia sicuro. I pedofili possono arrivare ad avere il numero di telefono dei minorenni usando i metodi strategicamente più perversi. Bisogna controllare sempre e comunque i contatti dei bambini. Se a scrivere è uno sconosciuto, o una sconosciuta, anche quando ha le fattezze di uan coetanea, è meglio approfondire. Un sospetto in più, è meglio di uno in meno. La procura sta cercando altre possibili vittime di questo pedofilo. Nella sua casa è stato trovato moltissimo materiale pedopornografico e da 6 mesi cercano di ricostruirne la storia e i possibili delitti. Certo, gioverebbe molto ricevere foto o segnalazioni da parte di genitori accorti.
L’uomo è un 50enne, disoccupato, single, con qualche problema psichiatrico che non faceva sospettare della sua reale natura. Viveva con i genitori, molto anziani. Ha abusato delle bambine a casa sua. Aveva creato un mondo follemente perverso, da film horror. Dopo aver ottenuto il primo numero di telefono attraverso una conoscenza casuale, costruisce il profilo whatsapp di una bambina di nome “Giulia”, che ai primi contatti si mostrava gentile e simpatica, innamorata dei gattini come molte preadolescenti. Lo scambio delle immagini animate è stato il preludio. Poi ha cambiato carattere e ha indotto le tre bambine ad avere rapporti sessuali con il pedofilo. “Giulia” minacciava di uccidere i loro genitori se non obbedivano. Lo stesso pedofilo diceva di essere vittima di “Giulia” e spiegava di comportarsi così per impedirle di uccidere i suoi.
L’uomo aveva nascosto alcune telecamere e imponeva alle bambine di filmare gli atti sessuali, e di inviarli a “Giulia” via whatsapp, come prova che avevano obbedito. Le bambine hanno tenuto il segreto per 3 lunghissimi anni. La storia è emersa perchè, crescendo, i dubbi sono diventati consistenti. Per trattenerle ancora, il pedofilo ha inscenato il suicidio di “Giulia” e fatto comparire una sorella ancora più cattiva, che minacciava di divulgare le loro foto.
Per ricattarle, il pedofilo ha pubblicato su istagram una foto erotica di una delle vittime. La foto, però, è stata vista da un’amica che la ha mostrata ad una insegnante. La denuncia è stata immediata. Polizia postale, Carabinieri e PM non hanno tardato a identificare l’uomo. Dall’inizo del 2019 si trova in carcere con l’accusa di violenza sessuale su minore, sostituzione di persona, detenzione e produzione di materiale pedopornografico.
Articolo aggiornato il 17/06/2019 17:56