Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Milano. Ero seduta in un bar, in piazza Pagano, con una amica egiziana, a Milano da 15 anni, cristiana e che ammira Matteo Salvini, quando un bauscia dalla cadenza milanese ha tentato con lei, e con me, la versione meneghina della truffa dello specchietto. Davanti a me le ha chiesto 300 euro in contanti, per risarcire amichevolmente la rottura dello specchietto della sua moto. (foto di repertorio)
Non voglio raccontarvi ora perchè mi trovavo in quel bar. Però ero lì, alle 18, ad ascoltare la storia di una donna che ha tutte le ragioni di questo mondo per avere paura. In Egitto, per i cristiani, la vita non è facile. Non lo è neppure per quei cristiani che sono qui e hanno lasciato a casa i parenti e altre persone cui vogliono bene. L’ onesto e straniero è trattato peggio del delinquente, nella Milano di Sala.
Abbiamo quasi la stessa età. Non siamo delle fighette in minigonna da Apericena milanese del venerdì. Stavamo però parlando tranquillamente dei fatti nostri quando ci si è avvicinato un tizio. Un tipo alla “Biffi Scala”, trionfio e arrogante. Un probabile codice fiscale F205, come il mio, ma maledettamente radical chic. Ho ascoltato quello che aveva da dire con un crescente imbarazzo, che è arrivato infine alla totale indignazione.
Secondo la versione del bauscia, mentre noi due donne dall’aspetto debole e indifeso parlavamo, il motorino della mia amica sarebbe caduto addosso alla sua moto da 22mila euro e avrebbe rotto lo specchietto. Il tutto senza fare nessun rumore. Una specie di cedimento strutturale del cavalletto che probabilmente affossato nell’asfalto molle per il sole cocente. Una situazione tutta da vedere, ma che io non ho visto, e la mia amica neppure. Non ha visto nulla neppure il barista. 2 fantomatici testimoni avrebbero detto di aver visto se ne sono andati senza presentarsi, e senza dare a noi il loro nome.
“Lo specchietto costa 300 euro, scambiamoci i dati e paga il danno causato, che magari sei anche senza assicurazione.” L’arroganza con cui il Bauscia ha pronunciato queste parole era immane. Un gradasso tale che faceva salire dallo stomaco la voglia di prenderlo a schiaffi. Gli abbiamo detto di chiamare la polizia locale in modo che potesse rilevare l’incidente, verificare le responsabilità e consegnare la relazione per l’assicurazione. ” Cazzo, ce le hai tre ore per aspettare la polizia locale?”
Il copione recitato era lo stesso, identico, a quello tante volte descritto nei miei articoli sulle truffe dello specchietto di cui sono esperti personaggi che vengono da posti in cui il codice fiscale è ben diverso, quando lo hanno. Pressioni, telefonate del genere “non sai chi sono io”, e la richiesta di denaro per comporre la questione senza problemi. Persino la fotografia del mio viso e di quello mia amica scattato con l’iphone da 800 euro. Alla fine, dato che si faceva tardi e la polizia locale non arrivava, ho chiesto al bauscia se aveva preso la targa del motorino e che bastava quello. Lui, il bauscia, ha detto ” Ma così spendete di più”. Ce ne siamo andate. La mia amica serena, come fosse abituata. Io no, invece. Me ne sono andata incavolata nera.
Lei mi aveva chiesto di aiutarla a scrivere a Matteo Salvini, per dirgli di tenere i porti ben chiusi e non far entrare altri mussulmani in Italia. La sua paura è che l’Italia diventi come l’Egitto, in tema di libertà e religione. Ero disponibile, ma ora ritengo di suggerire di riaprirli, giusto il tempo per caricare su un gommone certi bauscia radical chic milanesi, e mandarli in Egitto, in Libia o in qualunque altro posto dove possano provare sulla loro pelle “l’effetto che fa”.
Articolo aggiornato il 16/01/2021 13:11