Traffico illecito di rifiuti. Operazione Venenum. Dove ha condotto via Chiasserini
Milano – Le indagini seguite all’incendio di rifiuti di via Chiasserini, lo scorso 14 ottobre 2018 hanno condotto lontano. Oggi la presentazione dell’operazione Venenum, condotta dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Milano, ha portato all’arresto di diverse persone e al sequestro di alcune realtà industriali.
Secondo quanto diffuso tramite comunicato stampa dalla Polizia di Stato questa mattina, le indagini, coordinate dalla DDA di Milano, dal Procuratore Aggiunto d.ssa Alessandra Dolci, dai Sostituti Procuratori d.ssa Silvia Bonardi e d.ssa Donata Costa, hanno preso le mosse dall’incendio divampato la sera del 14 ottobre 2018 in via Chiasserini n. 19/21, presso lo stabilimento di proprietà di I.P.B. S.r.l. e gestito da I.P.B. ITALIA S.r.l.
Le grandi dimensioni dell’incendio dei rifiuti stoccati aveva procurato un grave allarme tra Milano città e i paesi dell’Hinterland, inquinamento dell’aria e molti disagi. La polizia ha quindi individuato la presenza di una rete di persone collegate fra loro che, con diversi ruoli e compiti, gestivano un traffico abusivo di ingenti quantità di rifiuti indifferenziati urbani, prevalentemente speciali. Non meno di 37000 metri cubi di pattume. L’organizzazione agiva in tutta Italia e ha fruttato, si calcola più di un milione di euro di profitti.
Una montagna di ruera alta 5 metri e distribuita su un campo da calcio
Per dare una idea del quantitativo, si è usato un paragone d’impatto. Immaginate un campo da calcio regolamentare, ricoperto da una montagna di pattumiera alta 5 metri. 9 aziende sono state coinvolte nel traffico che si svolgeva fra la Lombardia e il Veneto. I clienti che conferivano i rifiuti pagavano per il regolare servizio di smaltimento. Però questi venivano abbandonati in grandi capannoni. In via Chasserini ce ne erano 13.0000 metri cubi, a Verona, in via Lugagano, 11mila e a Fossalta di Piave, in provincia di venezia, altri 11mila. Poi in un altro capannone, a Meleti, in provincia di Lodi, altri 120 metri cubi. Avevano appena iniziato.
15 arresti
15 persone sono state arrestate per vari reati. Si tratta di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, attività di gestione dei rifiuti non autorizzata e realizzazione di discariche abusive, intestazione fittizia di beni e anche di calunnia. 8 persone ora si trovano in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 hanno l’ obbligo di dimora nel comune di residenza.
In carcere sono finiti gli amministratori delle aziende coinvolte: G.G., 61 anni, e con precedenti per appropriazione indebita; A.B. 56 anni, che ha precedenti per Associazione a delinquere, truffa, falsi in genere e reati contro l’amministrazione della Giustizia; P.V., di Maddaloni, 35enne con precedenti per getto pericoloso di cose, attività di gestione rifiuti non autorizzata, revoca e sospensione della licenza di porto di armi. Unico amministratore arrestato e senza precedenti è il sessantenne M.Z. che è comunque è restato in carica solo per 3 mesi.
Quindi S.M. 50 anni, che ha precedenti per rapina, stupefacenti, furto, porto abusivo e detenzione di armi,
oltraggio, resistenza, violenza, falsa attestazione o dichiarazione a un Pubblico Ufficiale sull’identità, sanzioni per il datore di lavoro che occupa stranieri irregolari, dichiarazione fraudolenta mediante uso
di fatture per operazioni inesistenti, ricettazione, attività di gestione rifiuti non autorizzata, estorsione. Ha anche precedenti per reati nell’ambito della disciplina del fallimento e per fatti di bancarotta
fraudolenta.
Bella compagnia…
Poi c’è B.V., del 1974, dipendente di una delle aziende che ha precedenti per associazione a delinquere, porto abusivo di armi, stupefacenti, appropriazione indebita, guida sotto l’influenza dell’alcool, falsità commessa dal
pubblico ufficiale in atti pubblici, furto, ricettazione, riciclaggio, violazione degli obblighi di assistenza familiare, dichiarazione infedele, DLGS.74/00 art. 4, omessa dichiarazione DLGS 74/00 art.5, ingiuria, minaccia, violazione delle disposizioni per il controllo delle armi, porto abusivo di armi in luogo pubblico
In carcere c’è anche un autista tunisino, A.H. dipendente di una delle aziende, e il 44enne C.J. che ha precendenti per furto, truffa, falso in genere, ricettazione, falsità materiale commessa da pubblico
ufficiale in certificati o autorizzazioni, sostituzione di
persona, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, furto aggravato – favoreggiamento ingresso clandestino o irregolare, attività di gestione rifiuti non autorizzata. inoltre ha l’interdizione a emettere assegni.
Ai domiciliari
Un’altra sfilza di precedenti li hanno anche le persone poste agli arresti domiciliari. G.D. di 49 anni, accusati di essere un intermediario in relazione al traffico di
rifiuti illecitamente stoccati. Ha precedenti per inadempimento di contratti di pubbliche forniture, frode nelle pubbliche forniture, subappalto non
autorizzato, violazione dell’ attuazione norme Cee sui rifiuti e sugli imballaggi. Ha poi avuto a suo carico, sanzioni per attività di gestione di lavori in totale difformità in materia edilizia, per turbata libertà degli incanti, attività di gestione rifiuti non autorizzata, estorsione, violazioni al codice della strada, insolvenza fraudolenta, violazione delle misure previdenziali e sanitari, lesioni personali colpose, inosservanza dei
provvedimenti dell’autorità.
Poi c’è G.G. che nel passato ha violazioni delle norme sulle imposte indirette, è stato sottoposto a misure urgenti in materia previdenziale e sanitaria. E stato accusato di occultamento o sottrazione di documenti contabili DLGS. 74/00 art. 10 e di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
Poi abbiamo C.T., autista romeno dipendente, G.M., anche lui autista, immigrato clandestinamente, e R.B. macedone accusato di essere un intermediario in relazione al traffico di rifiuti illecitamente stoccati a Fossalta.
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