Laura Molteni contro Majorino: “se vuoi un registro, sia per facilitare i rimpatri”
Milano – In consiglio comunale si sta svolgendo una lunga battaglia sul registro dei migrati irregolari. La risposta del consigliere Laura Molteni all’assessore Majorino: “ma di cosa stai parlando?”
L’amministrazione comunale di Milano non ha il coraggio di contrapporsi direttamente al decreto sulla sicurezza e ha quindi cercato di aggirare il problema portando in commissione politiche sociali , su proposta dell’assessore Majorino, l’isituzione di un registro anagrafico speciale, diverso da quello comunale, per censire i migranti che si trovano in città. Il sindaco ha pensato di attivarlo con una delibera di giunta, in via sperimentale, facendone una questione di urgenza. L’intento sarebbe quello di mettere a disposizione degli enti, come i servizi sanitari, le scuole e l’inps, un elenco di persone che potrebbero averne diritto. Uno sportello legale sarà aperto appositamente in via Scaldasole.
Il registro anagrafico piace poco. Altre, le priorità
L’iniziativa del’assessore Majorino non è stata presa bene dalle opposizioni. Troppe sono le discriminazioni in una città che è letteralmente cosparsa di senzatetto italiani. Troppe le discriminazioni nei confronti di quegli stranieri che si comportano onestamente e sono arrivati in italia regolarmente.
E le rimostranze dal consiglieri comunali non si sono fatte attendere. Il consigliere comunale della Lega Nord, Laura Molteni ha commentato “Majorino, di cosa stai parlando? Fantasmi? Esistono stranieri regolari che godono di tutti i diritti e stranieri irregolari che sono nel nostro paese illegalmente. Sono gli schiavi del terzo millennio grazie alle devastanti politiche immigratorie della sinistra. Si occupi dei problemi dei milanesi senza casa e in difficoltà economice, che sono tanti, anzi, troppi. Se vuol fare un registro, faccia un registro per agevolare i rimpatri.”
Majorino e il sindaco Sala invece sostengono che esiste un terzo stato di irregolarità: quello dei ricorsisti. Cioè di quei clandestini che hanno fatto domanda di asilo politico ma che o non hanno ancora avuto risposta, oppure cui hanno rifiutato il permesso di soggiorno e l’asilo politico ma hanno fatto ricorso. Ed è a quest che vorrebbe destinare il registro anagrafico a sè stante.
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