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Intanto che in tutta la provincia di Milano si festeggiava Sant’Antonio e che il fuochi dedicati al santo e ai maiali si alzavano nella notte del 17 gennaio, festeggiando una delle tradizioni lombarde ( e non solo) più antiche, a Busto Garolfo i due previsti falò restavano tristemente spenti. Uno era quello organizzato dal gruppo antidiscarica e avrebbe dovuto svolgersi nel prato antistante la capanna del presidio, che, anche se frequentata da molta gente di Casorezzo, si trova appena all’interno del territorio di Busto Garolfo.
L’altro falò che è rimasto spento è quello organizzato dall’oratorio nella frazione di Olcella.
Sono molte le notizie che si sono rincorse da quando, ieri sera, si è saputa la notizia di questa brutta decisione. Alcune incolpano la mancanza di coraggio del sindaco di Busto Garolfo, Susanna Biondi, che avrebbe ricevuto un esposto effettuato da un personaggio di Sedriano, tradizionalmente fortemente contrario alle tradizioni lombarde. Secondo chi sostiene questa versione dei fatti, il sindao Biondi se la sarebbe letteralmente “fatta addosso” e avrebbe mandato la polizia locale a impedire i due falò.
Fra l’altro, La Biondi era stata invitata al falò di Santa?antonio organizzato dai comitati antidiscarica, e quindi avrebbe dovuto essere sul posto.
Una seconda versione del grave incidente diplomatico tenta di scagionare il sindaco di Bust Picuil da ogni colpa. La riversa interamente sul comandante della polizia locale di Busto Garolfo. Avrebbe impedito i falò (tutti e due) dopo aver notato fra i bancali delle pira alcuni legni verniciati. Legni quindi esclusi dalla possibilità di essere tradizionalmente bruciati
Non so ancora chi è stato. Anche se mi pare difficile pensare che un comandante di polizia locale agisca “motus proprio” in una occasione del genere. Quello che so, e che sanno tutti i casorezzesi e tutti i bustocchi, è che i due falò di sant’Antonio sono rimasti vergognosamente spenti.
Articolo aggiornato il 25/02/2021 20:13