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Ossona – Lo sbaffo rosso della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne è apparso sui visi delle allieve e degli istruttori durante gli esami finali del corso di autodifesa femminile, organizzato dalla Guardia Nazionale Onlus, che si è tenuto a Ossona per tre mesi, sin dallo scorso 11 settembre.
Organizzare un corso di autodifesa femminile è una iniziativa molto pratica. Imparare a reagire e a difendersi non è solo un messaggio. È voler cambiare radicalmente il modo delle donne di porsi nei confronti del mondo. Però la campagna di sensibilizzazione pubblica raggiunge più persone e più velocemente. Alza l’attenzione e aiuta a comprendere l’esigenza di difesa dalla violenza.
Le donne volontarie operative nella Guardia Nazionale hanno gli stessi compiti degli uomini: sono volontarie che effettuano pattuglie di prevenzione, si occupano di protezione ambientale e urbana e partecipano alle missioni della protezione civile. La necessità per loro è quella, quindi, di essere preparate ad ogni evenienza. Questi 3 mesi di corso sono serviti a ottenere abilitazioni che permettono di avere volontarie qualificate, che possano operare in sicurezza.
Nella Guardia Nazionale le volontarie donna sono un bel numero. E’ quindi normale che dovendo assolvere ad un obbligo formativo si sia aperto il corso a tutte le donne che sentano l’esigenza di imparare a difendersi. Alcune sono poi rimaste come volontarie.
Marica è una di queste. E’ lei che ha avuto l’idea di dedicare la rituale foto di gruppo di fine corso a chi, donna, ha subito violenza e non è riuscita a difendersi. Tutti, allieve e istruttori, si sono quindi disegnati, con un rossetto, lo sbaffo rosso sotto l’occhio, simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne. Lo slogan è “non è normale che sia normale”.
Le donne non sono dei “panda da proteggere”, ma la natura ci ha fornito un corpo normalmente meno muscoloso di quello maschile. Chi aggredisce una donna è un vigliacco che non ha le palle per affrontare chi ha la sua stessa corporatura, e vuole vincere con facilità. È il motivo per cui scippatori e rapinatori preferiscono colpire le donne. Più bassa è la loro capacità di difesa più è facile che siano scelte come vittime. Non potendo velocemente eliminare i delinquenti è importante che le donne alzino il loro livello di capacità di difesa, che imparino ad usare l’astuzia dove non arriva la forza fisica. Meno vittime facili ci sono per strada meno possibilità avranno gli scippatori e i rapinatori di colpire.
In questi tre mesi 11 donne, fra cui io, hanno imparato a non lasciarsi intimorire, a valutare le possibilità, a sfruttare le occasioni e a prendere in pugno le situazioni. Nel caso di un’aggressione avremo una chance in più. Ma il successo maggiore è che ora siamo meno “vittime predestinate”. Ci guardiamo intorno, mettiamo in atto delle strategie per evitare problemi senza dare nell’occhio, istintivamente sappiamo cosa fare nel caso di un tentativo di scippo, scegliamo il posto più sicuro in cui sederci in treno.
La Guardia Nazionale sta organizzando corsi un po’ ovunque, tra Varese, Como e Milano.
Ci sono palestre e istruttori che insegnano arti marziali con regolarità, ma ciò che fa la Guardia è diverso. Va a cercare le donne che non possono andare in palestra, quelle che sono più esposte, le più timide, quelle che pensano di non farcela. Anche le donne straniere, che oggi sono ancora più esposte perchè, per tanti motivi, spesso evitano di denunciare le violenze di cui sono vittime.
Questo è il video del mio esame finale del corso di autodifesa .Ho pubblicato il mio per una questione di privacy. Le altre ragazze sono state però molto più brave. Davvero brave. È stato un esame che ci ha caricato di adrenalina. Prevedeva una prova scritta e una prova pratica. 3 mesi fa avrei detto impossibile, per me, superare la prova pratica.
Chi mi conosce sa che non mi manca certamente il coraggio. Quello che mi mancava erano la tecnica e il fisico. Non so come ho fatto, ma durante questi 3 mesi ho perso 17 chili. Non sono diventata una strafiga, sia chiaro, ma è come se mi fossi “raddensata”. Ho acquisito mobilità, scioltezza, coordinazione e il controllo del mio corpo. Quindi sicurezza.
Nelle prime settimane non riuscivo neppure a distinguere la destra dalla sinistra, dovevo tenere un braccialetto sul polso destro per non confondermi durante il riscaldamento. Non riuscivo ad allacciarmi le stringhe delle scarpe da ginnastica senza sedermi su una sedia.
Oggi non ho più problemi a rialzarmi da terra senza usare le mani. Il video lo dimostra. Ma la cosa più importante è che ho imparato a reagire nel modo giusto, con calma e senza paura.
Non pensate sia stato un esame facile. Emanuele, membro della commissione di esame, ha cercato il tipo di aggressione al collo più difficile da cui liberarsi. E’ un amico e sa che imparare a difendersi non è un gioco e non è uno sport. Fare istintivamente la mossa giusta in una occasione simile può decidere del resto della vita.
I ringraziamenti da fare sono molti e sono fatti con il cuore. Gli istruttori sono tutti volontari. Per sè non hanno chiesto nulla. C’è Pierluigi Falvo, un giovane carabiniere dalle idee chiare, appassionato e generoso, che è stato prezioso nelle spiegazioni sulle leggi che regolano la legittima difesa e la loro applicazione. C’è la Guardia Domenico Cappuccino, istruttore di Karv maga, che si è alternato fra il ruolo di istruttore e quello di cavia. C’è il Viceassistente della Guardia Emanuele Piana, che ha una pazienza e una resistenza che sembrano infinite. Lo abbiamo picchiato in tutti i modi possibili. Poi c’è Claudio, Maggiore per la Guardia Nazionale, istruttore, capo dell’ufficio formazione, che per tre mesi, due sere la settimana è arrivato a Ossona da Varese per insegnarci tecniche e trucchi. Ci sono poi Stefano, Ispettore, e Franco, il presidente della Guardia nazionale onlus.
Se oggi non siamo più disponibili ad essere delle vittime, lo dobbiamo a loro e alla loro generosità. Un grazie va anche a Cristina Pastori, e al centro sportivo di via Pertini, dove abbiano organizzato il corso, per la disponibilità avuta nei confronti della Guardia Nazionale.
Un altro grazie particolare va ad Anita. Oltre ad essere una guerriera tostissina, prepara delle torte eccezionali. Le due torte che ha preparato durante il corso hanno spopolato. Panna, pan di spagna, meringhette e nutella fanno parte del lato ludico. Si, diciamolo, non sono mancati i momenti golosi e quelli divertenti.
Ora però nella Guardia si pensa a continuare. Ci saranno degli allenamenti programmati per chi vorrà continuare a mantenere la forma fisica e restare nella Guardia, e siamo pronti ad organizzare il prossimo corso di autodifesa femminile. Chi ha ricevuto il diploma e sostenuto l’esame di abilitazione potrà, se lo vorrà, accedere al corso di secondo livello. Sono però aperte le iscrizioni per la seconda sessione del corso di primo livello che inizierà non appena arriveremo a 10 – 15 donne che vorranno parteciparvi.
Articolo aggiornato il 30/12/2018 17:06