Gianna Jessen a Milano. Una battaglia per la vita
Lunedì 3 dicembre alle 20.45 presso la sede del Pime di Milano, in via Mosè Bianchi 94, ad un convegno dedicato alla vita e alla lotta contro l’aborto parlerà la statunitense Gianna Jessen.
La giovane donna è sopravvissuta ad un aborto procurato alla madre quando era quasi al termine della gravidanza. Una pratica terrificante, che consiste nella introduzione nell’utero di una soluzione salina che brucia il bambino mentre è nel grembo della madre. Questa pratica orribile è ancora legale in molti Stati degli Usa, nelle cliniche che, in modo molto ipocrita” chiamano “Cliniche per la genitorialità responsabile”. Nel 1977, Gianna Jessen, nonostante i danni ricevuti dalla soluzione salina, è nata viva. Come racconta spesso nei sui incontri, è vissuta perchè una infermiera ha visto che era viva ed è riuscita a sottrarla al medico abortista che, altrimenti avrebbe completato l’omicidio. E’ difficile stabilire quando inizia la vita. E’ difficile capire quando si può smettere di parlare di agglomerato di cellule e iniziare a parlare di bambino. Sono confini molto leggeri in cui entrano le convinzioni etiche. 3 mesi, 1 mese, qualche settimana?
Non lo so, ma una cosa è certa: a sette mesi di gravidanza è un bambino. Se un bambino nasce vivo, è decisamente un essere umano, non un aborto. Quella di Gianna Jessen è una storia da ascoltare. E’ la testimonial di una battaglia che alcuni consideraranno fuori moda, politicamente scorretta, ma che coinvolge tante persone. La battaglia per proteggere la vita, per aiutare le donne a far nascere i bambini e perchè possano scegliere il loro futuro.
Sentinelle in piedi
Lo scorso sabato in piazza San Carlo 70 persone erano in piedi a leggere libri. Erano le famose sentinelle in piedi. Il loro è un modo silenzioso di protestare e di attirare l’attenzione sui valori della famiglia e della vita. Si definiscono sentinelle, guardiane dei valori e della vita. I due eventi, la manifestazione di piazza San Carlo, e il convegno di questo lunedì, non sono direttamente collegati se non per il fatto che seguono una traccia una strada, comune.
Segnalarle nello stesso momento è però importante perchè raccontano, insieme a tanto male che perversa nella città, anche una protesta, una testimonianza e una battaglia che alcune persone fanno a favore del bene.
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