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Traffico di rifiuti. Incendio di Corteolona: arrestati colpevoli e complici.

I Carabinieri Forestali dei Gruppi di Milano e Pavia e della Compagnia Carabinieri di Stradella (PV) insieme alla Direzione Investigativa antimafia, hanno arrestato 6 persone, 5 italiani e un romeno, per un pericoloso traffico di rifiuti.

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La notizia è di ieri ma i particolari dell’indagine meritano un approfondimento della notizia e del sistema organizzato. Oltre a violare numerose norme ambientali, prende letteralmente in giro chi si affatica a proteggere l’ambiente e la salute pubblica.
Con la complicità di alcune aziende che avevano i permessi per lo smaltimento, rifiuti speciali, provenienti da scarti e da demolizioni, erano accumulati in capannoni in disuso. Poi, in almeno un caso,  a Corteolona, erano incendiati.

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Una discarica abusiva a Corteolona, con un grave incendio

Lo scorso 3 gennaio un capannone di Corteolona era andato a fuoco. L’incendio era poi risultato doloso. All’interno erano stipate 2mila tonnellate di rifiuti. C’era carta, pneumatici, gomma, e ferraglia. In quel momento le indagini dei carabinieri forestali erano già in atto: da qualche mese il luogo era sotto sorveglianza con delle telecamere, perchè avevano notato, grazie anche ad alcune segnalazioni effettuate da cittadini, uno strano via vai di camion. In una delle immagini del video si nota anche un uomo, poi risultato essere Vincenzo Divino, un pregiudicato residente a Pietra de Giorgi e uno degli arrestati,  che fissa del nastro adesivo sulla cancellata del capannone. I carabinieri hanno appurato che serviva per meglio individuare il luogo in cui doveva appiccare l’incendio. Nell’incendio risulta coinvolto anche un altro pregiudicato, il romeno Stefan Daniele Miere, di 42 anni, residente sempre della zona di Pietra de Giorgi.

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Le 2000 tonnellate di rifiuti provenivano da una ditta di Corsico, la Corsico rottami srl, perquisita ieri. Questa azienda ha i permessi per lo stoccaggio e lo smaltimento legale di rottami e rifiuti. Come altre aziende si è però servita della ditta 3L di Lilloni per i trasporto del materiale al capannone poi incendiato del Minerba. Divino, prima che l’incendio fosse appiccato, aveva mandato a Minerba un messaggio tramite whatsapp in cui, in gergo, annunciava che tutto era pronto.

Come si è arrivati a Luca Lilloni e a Minerba

Dopo l’incendio del 3 gennaio, che aveva generato una grave nube e aveva causato alcune intossicazioni per i fumi tossici, al 10 gennaio i carabinieri avevano perquisito alcune ditte del bresciano. Le indagini si sono quindi concentrate sull’affittuario del capannone incendiato, Riccardo Minerba, e sulla ditta di trasporti che portava lì i rifiuti, la 3L trasporti di Luca Lilloni. Si era quindi scoperto che i due erano coinvolti in un caso molto simile a Borgovercelli. I carabinieri del luogo avevano infatti sequestrato un mezzo della 3L che era stato sorpreso a scaricare rifiuti in un capannone affittato dal Minerba. A quel punto l’indagine è passata alla coordinazione della Dia, i cui componenti si sono detti molto interessati e preoccupati dai numerosi incendi di rifiuti in Lombardia in luoghi in cui non avrebbero dovuto esserci.

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Riccardo Minerba è un pregiudicato residente nella provincia di Lecco, di professione commerciante e intermediario. Con Luca Lilloni è fra gli arrestati. L’accusa a loro carico riguarda il traffico illecito di rifiuti. Minerba aveva in affitto a suo nome diversi capannoni. Ne sono trovati anche in provincia di Sondrio , di Novara e di Bergamo. Lilloni vi trasportava i rifiuti. L’11 ottobre vi è stata una conferenza stampa nella sede del comando provinciale dei Carabinieri di Milano. E’ stato comunicato che hanno le prove che i rifiuti viaggiavano con documenti falsi, che servivano a eludere i possibili controlli stradali e che poi erano distrutti alla consegna. Minerba non ha mai avuto i permessi per lo stoccaggio di rifiuti.

L’intervento della DIA e la l’analisi del traffico

Secondo le autorità, il traffico illecito di rifiuti nasce quando la Cina e la Germania smettono di ricevere rifiuti indifferenziati dall’Italia. Qui, dove le norme ambientali sono molto rigide, la differenziazione e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati è molto costoso. Alcune ditte quindi, pur avendo i permessi per svolgere l’attività di smaltimento, non seguono le regole. Si sono affidate a Minerba per smaltire a costi bassissimi i rifiuti eccedenti. Per il momento il traffico scoperto si aggira sulle 7mila tonnellate di rifiuti che hanno determinato un illecito guadagno di circa 2milioni di euro. Vi è anche il mancato pagamento della tassa regionale sui rifiuti mandati in discarica,. Una tassa che è stata elusa. Si tratta di 10 euro a tonnellata. La Regione Lombardia ha avuto, quindi, un mancato introito erariale di 70mila euro.

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La Dia ha voluto andare a fondo. Le indagini hanno permesso di individuare delle aziende che utilizzavano questo sistema  e alcuni degli amministratori sono stati arrestati. Si tratta di Alessandro del Gaizo, amministratore unico della Corsico Rottami ( di Corsico) e di Santino Pettinato, amministratore unico della Ecogroup srl. Le loro responsabilità saranno accertate in questi giorni. Attualmente sono agli arresti domiciliari. Altre perquisizioni sono avvenute presso la Ecogroup srl di Nova Milanese, la SMR Ecologia di Como e presso il Truciolo srl di Albavilla, in provincia di Como. Tutte queste aziende avevano rapporti con Minerba.

Il sito di Corteolona

Attualmente il sito di Corteolona è in attesa della bonifica. I danni ambientali procurati dall’incendio sono stati enormi. e la sistemazione del luogo sarà molto costosa. Grazie alla bravura dei carabinieri, questa attività, che continuava dal 2017, è stata fermata mentre ancora il sistema non aveva ancora preso davvero piede. Altrimenti la Lombardia sarebbe un’altra terra dei fuochi.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 26/12/2019 16:35

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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