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Sabato 15 settembre in via Pasquale Sottocorno, i carabinieri di Milano hanno arrestato un cittadino albanese di 35 anni che aveva nel borsello 1 kg di eroina in pasta.
Durante la perquisizione del suo appartamento sono stati trovati un altro chilo e mezzo di eroina in polvere e in pasta, in alcuni casi già tagliata e confezionata in pacchetti, quasi 9mila euro in contanti e in banconote di piccolo taglio, 6 chili di sostanze da taglio fra cui non si può ancora escludere vi sia anche il pericoloso fentolin, e un frullatore che era stato usato per tagliare la droga. Aveva ancora tracce di eroina.
La droga era destinata al mercato del boschetto di Rogoredo. L’albanese era infatti tenuto sotto controllo sin dallo scorso giugno quando era stato fermato durante uno dei numerosi controlli dei carabinieri al boschetto della droga. In quella occasione non gli avevano trovato addosso stupefacenti, ma aveva il frullatore in un borsone. Per due mesi i carabinieri hanno atteso e infine hanno colto il momento giusto. È infatti difficilissimo effettuare sequestri ingenti all’interno del boschetto di Rogoredo.
Una piazza difficilissima in cui gli eroinomani possono trovare le dosi in base ai soldi che hanno in tasca e con dei sistemi di controllo e sorveglianza da parte degli spacciatori. Questi sono pronti a scappare non appena individuano una persona che potrebbe essere un carabinieri in borghese. Le operazioni sono individuate quasi subito, la presenza delle forze dell’ordine è segnalata con dei fischietti dalle numerose sentinelle. All’interno del boschetto si vende anche un chilo di eroina al giorno. Il traffico è gestito dagli albanesi, gli spacciatori sono invece per lo più marocchini. I clienti arrivano da ogni parte. Più del 60% dei clienti arriva in treno dalla provincia, con 4 soldi raccolti con le collette. Dei disperati con scritta in faccia la loro dipendenza che hanno contribuito a rendere questo pezzo di città una enclave al di fuori delle regole e della legalità.
Articolo aggiornato il 20/08/2022 01:29