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Brividi a San Dionigi. Ragazzini sul cornicione a 50 metri di altezza

Milano. Una foto in grado di far svenire qualunque genitore di adolescente, in tutta Milano, perchè quelli che vedete lassù, a 50 metri circa di altezza, sulle torri di via San Dionigi 42, sono dei ragazzini. Un gruppo di adolescenti che già da qualche tempo ha preso l’abitudine di usare il tetto della torre, alta 16 piani, come punto di ritrovo per giocare. Provano il loro equilibrio utilizzando il cornicione del tetto a terrazza del palazzo, dove si trovano anche diversi ripetitori dei telefonini con le loro antenne. Il rischio che corrono è davvero assurdo. Basta un piede messo male, un capogiro, uno sguardo di troppo verso il vuoto, o una piastrella smossa e per loro non ci sarebbe scampo.

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Lo scatto

Questa foto è stata scattata, dopo aver segnalato la situazione di pericolo, la scorsa domenica pomeriggio, da circa 500 metri di distanza. Una persona si era accorta di quanto stavano facendo i ragazzi. Il gruppo di adolescenti è noto in zona proprio per la loro pericolosissima abitudine.  Alcuni abitanti del quartiere hanno già  chiesto di cambiare le serrature dei terrazzi delle Torri, per rendere più difficile l’accesso dei ragazzi. Ma io spero che, anche se è impossibile riconoscerli nella foto, data la distanza della ripresa, ogni genitore che abita nella zona di via San Dionigi si chieda dove fosse suo figlio nel pomeriggio di domenica 25 agosto, e se può essere uno di quelli che hanno scelto di sfidare la morte in questo modo.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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