Sulle Orme dei Giganti. Darfo Boario Terme. La Valcamonica ospita Ifrao 2018, il congresso mondiale dell’arte rupestre
Chi conosce la collina di Naquane in Valcamonica non si sorprenderà di sapere che Darfo Boario Terme è stata scelta come sede per il 20th International Rock Art Conference Ifrao 2018, il Congresso Mondiale dell’arte rupestre Ifrao, che si svolgerà fra il 29 agosto e il 2 settembre nella cittadina camuna. Il congresso è organizzato dal Centro Camuno di Studi Preistorici e dalla Cooperativa Archeologica Le Orme dell’Uomo, con il sostegno dell’Assessorato all’Autonomia e alla Cultura di Regione Lombardia, della Provincia di Brescia e degli Enti Locali.
Questo importante momento riguarda tutta la Lombardia perchè, come dice l’assessore all’Autonomia e cultura di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, “Non è il passato che illumina il presente, ma l’esatto contrario: è sulle istanze del presente che siamo indotti a cercare risposte nel passato e a salire metaforicamente, appunto, sulle spalle dei giganti, per appoggiarci alla profondità del tempo storico che ci sostiene”. Le iscrizioni rupestri della Valcamonica meritano quindi attenzione e studio che si può allargare alla valorizzazione di tutte le scoperte e di tutti i siti archeologici della preistoria Lombarda.
Il congresso mondiale
Il programma del congresso Ifrao 2018, con l’elenco di tutte le sessioni di studio durante il quale è possibile presentare i propri di studi archeologici etnologici,e anche tesi antropologiche, si si può trovare sul sito internet del Centro Camuno di Studi Preistorici. Gli studiosi potranno presentarle mettendosi d’accordo con il “chair”, il coordinatore della sessione. Le sessioni sono aperte al pubblico oltre che agli studiosi. Il congresso pare così come un congresso di lavori scientifici e nel contempo un luogo di divulgazione storica.
Particolare, fra gli altri degni di nota, anche il lavoro dell’antropologa Antonia Bertocchi che sarà presentato durante una delle sessioni. Antonia Bertocchi è la fondatrice dell filone di studi antropologici dedicati al femminismo antropologico. Studia il ruolo culturale e politico preminente (potere matricentrico) riconosciuto alla donna sin dalla più lontana preistoria, e sopravvissuto presso numerose società indigene attuali. La studiosa ha già collaborato con il Centro camuno di studi preistorici di Capo di Ponte con delle Relazioni tenute al Valcamonica Symposium e relative al rapporto fra mito e rito. Relazioni che hanno mostrato l’esistenza di impronte culturali egizie preistoriche nel paleolitico europeo, protodinastiche in ValCamonica e protostoriche nella civiltà greca.
La Rosa Camuna
La Valcamonica è il primo sito con arte rupestre a entrare nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Da quelle iscrizioni lasciate dai primi lombardi, vissuti nell’età neolitica, si è sviluppata la civiltà dei popoli della nostra regione. Lì, fra le scene di caccia e la descrizione dei villaggi incisi sulla pietra, ha origine la rosa camuna, il logo scelto dalla regione Lombardia. La rosa camuna, infatti, è la stilizzazione di una delle iscrizioni effettuate dagli antichi camuni sulle pietre della collina di Naquane. La Lombardia ha una grande abbondanza di testimonianze storiche preistoriche, spesso sono però messe in secondo piano e non sono valorizzate come dovrebbero.
La partecipazione della Regione Lombardia e la richiesta di autonomia per la gestione dei siti archeologici
Sempre relativamente al congresso mondiale sull’arte rupestre l’assessore Galli ha detto che “Regione Lombardia non poteva non partecipare a questo grande evento internazionale, sostenuto da autorevoli Istituzioni, a partire dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, che veda gravitare migliaia di studiosi, in un confronto scientifico e storico che farà di Darfo, in quei giorni, la capitale internazionale degli studi paleolitici”. Ha anche sottolineato che “i siti Unesco in regione sono 11, e che questi siti sono gestiti dallo Stato. Per alcuni si pone un problema giurisdizionale.
“I Comuni non hanno possibilità di intervento se non fino al perimetro del sito stesso. Ecco perchè la valorizzazione dei beni archeologici fa parte delle materie per le quali chiediamo l’autonomia”. Galli ha fato notare che la richiesta di autonomia riguarda anche il beni architettonici perchè la cultura è un fattore di sviluppo. “La valorizzazione dei siti è di straordinaria importanza perchè investire in cultura genera sviluppo, come anche recenti studi attestano. E’ anche con questa consapevolezza che occorre guardare a questo importante congresso”.
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