Operazione Clichè. Schiave e prostitute tramite i riti juju liberate da Oba Ewuare II e dai carabinieri

Legnano – Due ragazze nigeriane sono state liberate dalla schiavitù della prostituzione. Le giovani provengono dallo stato di Edo e dalla città di Benin city. I carabinieri hanno arrestato la maman e denunciato a piede libero il marito e la figlia 25enne, che aiutavano a gestire il traffico di sfruttamento della prostituzione.  Le due ragazze, che hanno storie diverse ma ambedue erano state ridotte in schiavitù, erano state sottoposte, in Nigeria, ad un  rito di sottomissione che appartiene alla cultura Juju, una specie di woodoo praticato nello stato di Edo.

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E’ già qualche anno che si è scoperto che gli sfruttatori della prostituzione utilizzano questa pratica per portare le giovani nigeriane in Italia e obbligarle alla prostituzione. Le due ragazze avevano giurato di restituire i 35mila euro del costo del viaggio. In cambio era stato detto loro che avrebbero lavorato come commesse in un negozio. La maman, invece, ha solo un banchetto con cui gira i mercati. A distanza di un mese l’una dall’altra, le due giovani avevano attraversato il deserto ed erano arrivate in Libia. Erano state caricate sui barconi che le ong soccorrono e una volta in Italia, nei centri di accoglienza, erano state recuperate dal marito della Maman, che le aveva portate a Legnano. Qui è stato detto loro che, dato che avevano giurato di non tradire la maman, invece delle commesse avrebbero dovuto fare le prostitute e che, se si rifiutavano, sarebbero impazzite o sarebbero morte, per effetto della maledizione juju.

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9 marzo: Oba Ewuare II, capo spirituale degli Edo, ha annullato tutti i giuramenti juju

Lo scorso 9 marzo 2018,  capo spirituale degli Edo, ha convocato una riunione plenaria che si è tenuta a Benin city cui hanno partecipato tutti i sacerdoti della tradizione animista Juju. Qui ha dichiarato tutte le donne nigeriane libere da qualsiasi maledizione, ha revocato tutti i giuramenti e obblighi derivanti dai riti juju e ha proibito ai suoi sacerdoti juju di praticarne altri e ha detto che se lo rifaranno “la punizione degli dei ricadrà contro di loro”. Una dichiarazione molto importante che deve raggiungere tutte le ragazze nigeriane che si trovano sulla strada. Infatti pare che tutte le prostitute nigeriane in Italia siano originarie dello stato di Edo e siano state reclutate in questo modo, trasportate prima attraverso il deserto e poi a bordo delle navi delle ong, per essere poi prelevate dai loro aguzzini.

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I carabinieri

I carabinieri di Legnano sono stati avvisati dalla polizia di Stato foggiana, cui si era rivolta una giovane nigeriana, per essere aiutata a tornare a casa. La giovane donna aveva letto un articolo con le dichiarazioni di Ewuare II e aveva trovato il coraggio di scappare dai suoi aguzzini. Alla polizia di Foggia ha raccontato di essere stata tenuta a Legnano, e che veniva fatta prostituire fra viale Certosa, a Milano, e la zona di Baranzate e Bollate, per restituire 35mila euro, e che da quelllo che guadagnava gli erano trattenuti anche i soldi del vitto e dell’alloggio. La ragazza ha anche raccontato che durante il rito juju la maman era in collegamento telefonico, via smartphone, con il prete juju che lo stava eseguendo, per essere sicura che la ragazza obbedisse.  Da queste informazioni i Carabinieri hanno individuato la maman, la sua famiglia e una seconda ragazza che era tenuta in schiavitù e costretta a prostituirsi. Sono quindi riusciti a convincerla a collaborare, liberandola. La poveretta era in Italia dal luglio 2017.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 27/02/2020 10:24

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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