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Milano, via Cornalia. Un 17enne marocchino si arrampica tra i balconi di un palazzo e si macchia di tentata strage prima di essere catturato
Fine week end movimentato per gli abitati di via Cornalia. Un minorenne tunisino di 17 anni è stato arrestato per strage dopo una serata passata a tentare di sfuggire all’inseguimento della polizia con delle arrampicate rocambolesche sulle facciate dei palazzi. Anche se si tratta di una tentata strage, giuridicamente esiste solo il reato di strage che non fa distinzione se sia riuscita o meno. Basta l’intenzione.
Tutto è iniziato domenica sera poco prima delle 21 quando una volante della polizia di stato ha notato un giovane nordafricano che inseguiva passo passo una coppia di stranieri. Anche il giovane si è accorto che la polizia lo stava tenendo d’occhio e quindi ha cambiato strategia e strada. Gli uomini sulla volante hanno continuato il lento inseguimento del giovane quando lui ha cominciato a correre. In quel momento erano in via Melchiorre Gioia. Il giovane nordafricano ha imboccato via Cornalia, poi ha iniziato ad arrampicarsi sulle facciate esterne dei palazzi.
Passava da palazzo a palazzo fino a quando, al quarto piano del civico 15, ha trovato un appartamento con le finestre aperte e si è infilato. Il padrone di casa era in salotto e ha reagito, respingendolo. Il nordafricano quindi è ritornato sul balcone e si è calato fino ad un balcone del secondo piano. Sotto di lui poliziotti arrivati coi rinforzi, vigili del fuoco, ambulanze e una cinquantina di curiosi che guardavano la scena.
È iniziata una trattativa per convincerlo ad arrendersi. Il giovane invece ha agguantato una bombola del gas da 15 kg che si trovava sul balcone, e ha minacciato di gettarla di sotto. Il palazzo è stato velomente evacuato. Per mostrare che si trattava di una bombola piena ha aperto la manopola e con l’accendino ha dato fuoco alla scia di GPL che ne usciva.
Una lunga fiammata ha investito il rivestimento in plastica del balcone. Di fronte alle fiamme il tunisino ha ceduto e si è arreso, accettando di essere soccorso dai Vigili del fuoco che lo hanno raggiunto con la scala telescopica e il cestello, e che hanno spento il principio di incendio. Per il tunisino si sono aperte le porte del carcere Beccaria. È accusato di strage, violazione di domicilio e di altri reati.
Con l’identificazione, si è scoperto che il ragazzo era fuggito dalla comunità il Chiodo Corrente di Cuneo, che ne aveva denunciato la scomparsa ai primi di giugno. Vi si trovava dopo essere arrivato in Italia con un barcone e come minore non accompagnato era stato affidato ad un tutore e inserito in una comunità per minorenni.
Articolo aggiornato il 22/06/2020 15:34