Incendio nella ex fabbrica dei Missili. Era piena di spazzatura
I vigili del Fuoco di Milano sono intervenuti a spegnere un incendio in un capannone abbandonato alle spalle dell’ospedale Sacco, in via Giovanni Battista Grassi 93, al confine fra Milano e il Comune di Baranzate.
La segnalazione dell’incendio è arrivata poco dopo le 12. Hanno preso fuoco mucchi di spazzatura fra cui si vede la presenza di oggetti che raccontano quanto il capannone sia stato utilizzato da persone che vi hanno vissuto senza permessi e in condizioni igieniche terrificanti. Mucchi di pattumiera, carrelli del supermercato, bottiglie, resti di cibo, plastica e altro pattume.
Al momento dell’intervento dei vigili del fuoco nel capannone non c’era nessuno. Per precauzione Areu ha inviato due ambulanze e un’auto medica, a supporto dei vigili del fuoco e ne caso vi fossero persone intrappolate fra le fiamme. L’ospedale Sacco non è interessato nè dall’incendio nè dalle emissioni e non si sono rese necessarie evacuazioni. Lo spegnimento dell’incendio sta attualmente procedendo in sicurezza.
Proteste dei residenti
Lo scorso 22 marzo i delegati del Comitato Residenti del quartiere si sono recati al consiglio del Municipio 8, invitati dal consigliere Enrico Salerani e dal gruppo Lega Nord, per chiedere aiuto e consiglio. Quei capannoni sono da tempo occupati da disperati, zingari, irregolari e clochard che hanno reso difficile la vita nella zona. Si aveva già la sensazione che qualcosa di pericoloso prima o poi sarebbe accaduto. “Abbiamo dato loro le indicazioni per ottenere dal Comune di Milano che si attivi con la proprietà sia per ripulire i capannoni sia per impedire l’accesso.
Ci siamo attivati anche noi in consiglio di Municipio, chiedendo con forza degli interventi. Si tratta di un’area privata”, ha detto Salerani. “Nel 2014, durante lo scorso mandato, quando era sindaco Giuliano Pisapia, avevo già portato in consiglio la discussione sullo stato di degrado di quei capannoni e denunciato il rischio che l’area diventasse una ‘zingaropoli’. Mi presi una diffida dalla Presidenza del Consiglio perchè, secondo lui, usando il termine zingaropoli avrei istigato alla discriminazione e al razzismo. Nella scorsa consigliatura, epoca Pisapia, l’allora assessore alla sicurezza Granelli promise di intervenire con la proprietà perlomeno per far sorvegliare l’area. Evidentemente ciò non è avvenuto e continua a non avvenire”
L’ultimo proprietario conosciuto dei capannoni è Leonardo – Finmeccanica.
Un tempo era la Fiar spa e vi si costruivano componenti di missilistica. Ora appartiene al ministero delle Finanze
Si tratta infatti dei capannoni della Fiar spa, nata come spin off della CGE, che si occupava di missilistica e di attrezzature elettroniche per la difesa aerea e diventata poi una Business Unit della Divisione Avionica ed Equipaggiamenti della Alenia Difesa. Nel 2003 venne incorporata in Galileo Avionica, che poi confluì in Leonardo- finmeccanica. Si tratta di un gruppo industriale compartecipato al 30% dal Ministero dell’economia e delle finanze italiano. I capannoni sono abbandonati e lasciati nel degrado più totale, nonostante siano di proprietà pubblica.
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