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Questa mattina i carabinieri del comando di Milano e i dirigenti della procura hanno raccontato una terribile storia di violenza. In tre hanno violentato per tutta la notte una ragazza di 23 anni cui avevano teso una trappola. E successo a Milano, lo scorso 13 aprile. I tre sono stati arrestati dai carabinieri del comando di Milano. Due erano recidivi e sono stati trovati con l’analisi del Dna che hanno lasciato addosso alla loro vittima. In carcere, dopo una certa “ambientalizzazione” hanno fatto fanno il nome del terzo aguzzino. Non si può dire che questa è una storia con un lieto fine perchè la violenza subita dalla ragazza non si può cancellare. Però si può dire almeno che giustizia è fatta. I tre non potranno fare del male a nessuno per parecchio tempo.
Una ragazza di 23 anni accetta di andare a bere qualcosa con un conoscente più anziano, di 28 anni, al bar Why not?, un locale con una buona reputazione, dove ci si può sentire al sicuro. L’uomo si presenta con due amici. Poi, tra una chiacchiera e l’altra, per ben tre volte, senza che lei se ne accorga, le mettono nel bicchiere delle benzodiapezine. Quando la ragazza crolla la portano in un appartamento, di cui uno dei tre aveva le chiavi. Li la violentano per tutta la notte, le benzodiapezine le impediscono di ribellarsi e le offuscano sensi e memoria. Si sveglia al mattino dopo, con fortissimi dolori al ventre, Uno dei tre aguzzini la accompagna a casa e cerca di farle credere che la sera prima aveva preso della cocaina volontariamente e che era stata male. “Loro tre”, le dice, “le hanno salvato la vita”. Con le sue menzogne si spinge persino a farle una ramanzina per la troppa droga presa.
La giovane però sa di non aver mai toccato droghe e appena a casa chiede aiuto. La ricoverano alla clinica Mangiagalli, dove capiscono subito ciò che le hanno fatto. Viene attivato il protocollo per le violenze sessuali. La giovane ha rischiato di essere uccisa dalla droga da stupro. Gli esami del sangue evidenziano che ha in circolo una quantità di benzodiapezine 4 volte superiore al consentito. Li fanno al momento del ricovero perchè le droghe da stupro svanisco velocemente e dopo due giorni non ce ne è più traccia. Gli esami del sangue evidenziano anche che la ragazza non aveva fatto uso di droghe nei giorni precedenti il rapimento nè mai. La poverina è ancora vonfusa, non ricorda molto se non che continuava a gridare ” basta basta”, e a pregare di smettere.
In attesa dell’arrivo della polizia, i sanitari iniziano la prassi. Repertano i vestiti, fanno i prelievi per individuare il dna degli aggressori, e li inviano per prassi al laboratorio di analisi. Sulla ragazza sono individuati due profili genetici maschili, che sono già nel database delle forze dell’ordine. Vengono identificati e catturati quasi subito. Hanno dei precedenti penali per gli stessi motivi: violenza sessuale. Uno è il 28enne che ha teso la trappola alla giovane, l’altro un 48enne. Il terzo è sconosciuto. I tre sono incastrati anche dai video dalle telecamere che che i gestori del pub Why Not hanno immediatamente fornito alle forze dell’ordine. Nel filmato, che sarà pubblicato a breve dai carabinieri, si vedono i tre che versano la droga nel bicchiere della ragazza.
Dopo un lungo periodo di carcere finalmente i due arrestati si decidono a fare il nome del terzo aguzzino, che è arrestato. Si tratta di un altro italiano, di 23 anni, incensurato. E’ riconosciuto sia nei filmati della videosorveglianza sia dalla testimonianze dei due complici. I tre dovranno rispondere di molti reati, che probabilmente vanno dal sequestro di persona alla violenza. La benzodiapezina e le dosi cui è stata sottoposta la ragazza hanno effetti devastanti. Ora si trovano In carcere, in attesa di conoscere la loro pena, che si spera molto lunga e senza sconti.
Articolo aggiornato il 06/01/2020 15:24