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Poliziotti arrestati a Milano. Una lunga e complessa indagine della Squadra Mobile di Milano in collaborazione con l’ufficio immigrazione e coordinati dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Milano, dott. Paolo FILIPPINI, ha permesso di scoprire e interrompere un traffico di permessi di soggiorno e di arrestare in due diverse tranche di indagine, 11 persone, 8 delle quali appartenenti alla Polizia di Stato e 2 stranieri.
Gli stranieri sono due imprenditori cinesi. Un cittadino arabo è invece sfuggito alla cattura ed è ancora in fuga, ricercato dalla polizia. Gli arresti sono stati eseguiti negli scorsi giorni su ordine del G.I.P. del Tribunale Ordinario di Milano dott. Livio A. Cristofano. 4 degli agenti di polizia finiti in carcere all’epoca dei fatti erano in servizio all’Ufficio Immigrazione della questura, poi trasferiti in altri uffici sempre della questura. Altri 2 sono ora agli arresti domiciliari e sospesi dal servizio ed erano invece in forza a due commissariati dei Milano. Un altro agente di polizia, ai tempi dei fatti in servizio all’Ufficio Immigrazione della Questura di Milano, e attualmente in servizio alla Questura di Napoli, è stato sospeso per 12 mesi.
Nello stesso contesto, ma estranei all’associazione a delinquere, sono stati arrestati anche altri 2 agenti di polizia di due commissariati diversi e un cittadino italiano è stato accusato di essere l’intermediario, per uno dei due poliziotti, con gli stranieri che chiedevano il permesso di soggiorno. Quest’ultimo italiano è stato sottoposto all’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.
Sempre innocenti fino al processo in via definitiva. A maggior ragione in questo caso perchè, trattandosi di persone cui cittadini e stranieri dovrebbero potersi rivolgere con fiducia, vien voglia di massacrarli, a parole, e condannarli pubblicamente al solo sentire la notizia. Dato l’avviso di tenere conto della possibilità della loro innocenza, vi racconto quanto facevano, secondo le indagini effettuate dai loro stessi colleghi. I primi 4 poliziotti sono accusati di essere parte, con diverse responsabilità, di una associazione finalizzata alla corruzione e di agevolare il rilascio di permessi di soggiorno, specialmente di lunga durata, a favore di cittadini extracomunitari, spesso privi dei requisiti per ottenerlo legalmente.
In cambio veniva loro dato denaro e altri oggetti di valore, consegnati dai tre stranieri che fungevano da mediatori con i loro connazionali che volevano avere un permesso di soggiorno.
Sempre durante questa operazione è stata sequestrata, in provincia di Milano, una villa del 1700, del valore di 690mila euro, intestata alla moglie di uno dei poliziotti indagati, che è stato anche indicato come promotore dell’ associazione criminale.
Le indagini avevano preso il via nel 2013 e aveva già fruttato un arresto operato dalla Squadra Mobile di Milano, giusto un anno fa, nel novembre del 2016. Un Agente della Polizia di Stato, che all’epoca era in servizio all’Ufficio Immigrazione di Milano ed attualmente è sospeso dal servizio, era stato scoperto mentre, insieme due cittadini stranieri, procurava permessi di soggiorno. La sua completa confessione e le dichiarazioni che ha fatto hanno permesso di scoprire il resto della rete di corruzione, e anche chi prendeva mazzette per i fatti suoi.
Ogni permesso di soggiorno che veniva rilasciato poteva fruttare dalle poche centinaia di euro alle migliaia, a seconda della disponibilità di denaro dello straniero che chiedeva il documento. Fra quelli che pagavano per ottenere quello che gli sarebbe stato dato gratis o perlomeno con una tassa, c’erano anche diversi extracomunitari che non avevano i requisiti per rimanere nel nostro paese.
Articolo aggiornato il 13/09/2020 00:27