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Fahmy Fatma Ashraf Shawky, una ragazza egiziana di 22 anni, voleva fare la foreign fighter, aveva manifestato l’intenzione di andare a combattere per l’ Isis nel Daesh, su internet. Andava in giro per Milano bardata con il niqab, il burka integrale che lascia scoperta solo una fessura per gli occhi. E’ stata espulsa dall’Italia con un provvedimento del questore su decreto emesso dal ministero dell’interno, ma nemmeno l’Isis l’aveva voluta.
Nello scambio di informazioni che avviene fra forze dell’ordine internazionali, la Digos di Milano ha saputo che una cittadina egiziana residente nel nostro paese aveva manifestato, in maniera decisa e in più occasioni, la sua radicalizzazione islamica. Aveva tutta l’intenzione di recarsi nei territori del Daesh per fornire il suo contributo alla jihad. In breve tempo Fahmy Fatma Ashraf Shawky è stata identificata e posta sotto controllo.
La ragazza era in Italia da 4 anni, e inizialmente era ampiamente occidentalizza, vestiva all’europea, viveva in casa con i genitori e con 3 fratelli più piccoli, era in regola con il permesso di soggiorno e non aveva precedenti, anche se non lavorava. Abitava al Gratosoglio. Improvvisamente le sue abitudini sono cambiate e durante il periodo di sorveglianza della Digos è sempre stata vista con un niqab, completo di lunghi guanti neri.
Nella rete però Fahmy era conosciuta come Umm-Jlaybib e frequentava le chat dei membri dell’Isis. Aveva chiesto ad un certo Abdallah Hasanayn Al Najjar di aiutarla a ad organizzare il viaggio attraverso la Turchia, per raggiungere la Siria. Poi, non essendo riuscita ad organizzare il viaggio, Fahmy aveva pensato di organizzare un attentato suicida in Italia. Stava aspettando l’avvallo dell’attentato suicidio da parte dei vertici dell’Isis. A questa notizia sono partite immediatamente le intercettazioni dei sistemi telematici e le perquisizioni da parte della Sezione Antiterrorismo della DIGOS di Milano.
La giovane donna utilizzava tutto il suo traffico telefonico su internet. Non aveva amiche cui telefonare. Chiamava saltuariamente solo una vicina di casa. Pochissime relazioni sociali, persino con i familiari. Quando la ragazza è stata interrogata ha confermato di voler andare in Turchia e poi in Siria. Non ha però voluto parlare dei suoi contatti con i membri dell’Isis, che sono però risultati chiari dalle chat registrate nel suo tablet. Per chattare con i membri dell’Isis in Siria usava soprattutto Telegram.
Aveva dato la sua disponibilità a compiere un attentato chiedendo un permesso, ma non aveva ricevuto alcuna risposta, tanto meno indicazioni pratiche. Invece aveva trovato diverse disponibilità ad aiutarla a raggiungere la Siria, e aveva inviato i documenti necessari a crearle una falsa identità, che le avrebbe permesso di raggiungere il califfato.
Ora la giovane è stata espulsa. Si spera che in Egitto sia affidata a qualcuno che non abbia internet. Che le dia il tempo di schiarirsi le idee e di disintossicarsi. E magari anche di capire che, mentre qui può mettersi addosso un niqab liberamente, in Siria la sua intenzione di fare la foreign fighter sarebbe stata vista come troppo occidentale per una donna. Avrebbe avuto ben poche possibilità di salvare il collo, dopo essere finita in qualche harem. Speriamo capisca presto che deve ringraziare la Digos, che oltre a salvare la vita delle possibili vittime del suo attentato, ha salvato anche lei dalle conseguenze terribili delle sue farneticazioni.
Articolo aggiornato il 29/09/2020 14:17