Prigioniera nella torre dell’acquedotto. Raperonzolo liberata dopo un’ora e mezza
Ossona – Novella Raperonzolo entra nella torre dell’acquedotto e rimane chiusa dentro per un’ora e mezza. La liberano i pompieri e il Lucio (l’operatore ecologico)
Raperonzolo esiste davvero e se avesse avuto il cellulare e il numero dei vigili del fuoco molte cose sarebbero andate diversamente. Devono averlo pensato in molti ieri pomeriggio, il 3 novembre, in Piazza Litta. Dopo le 17 sono infatti arrivati i vigili del fuoco a sirene spiegate. Si sono messi a cercare con la pila all’interno della torre dell’acquedotto, attraverso il portone di vetro. Una scena che non ha mancato di attirare l’attenzione degli avventori dei bar della piazza radunati per ĺ’aperitivo del sabato. Fortunatamente per Raperonzolo, Lucio, uno degli operatori tecnici del Comune, era fra loro e aveva ancora in tasca le chiavi del portone. E’ così la Raperonzolo di Ossona ha potuto uscire dalla Torre dove era stata rinchiusa. Liberata, invece che dal principe azzurro, dai vigili del fuoco e dal Lucio.
La signora che a quanto pare è nuova di Ossona. Non conosce le abitudini paesane, e i pericoli di cui il paese è pieno. Era visibilmente spaventata dopo aver passato più di un’ora e mezza chiusa nella vecchia torre. Alla domanda sul motivo per cui vi fosse entrata, non è certo un luogo molto frequentato, ha risposto che voleva scattare delle fotografie e di non essersi accorta subito che avevano chiuso il portone. Quando ha cominciato a diventar tardi, ha capito che non era uno scherzo. E’ stata presa dal panico e ha chiamato i vigili del fuoco per farsi liberare.
La mania del selfie
Gli ossonesi sanno che la torre non è aperta al pubblico, anche se non è segnalato. E’ aperta al sabato mattina perchè utilizzata per fornire elettricità e i servizi igienici alle bancarelle del mercato. Poi spesso è lasciata aperta intanto che si pulisce la piazza. Il portone, però, è rigorosamente chiuso a chiave alla fine dell’orario di lavoro degli operai. Il portone della torre aperto non è quindi un buon motivo per entrarci senza avvisare nessuno. Specie perchè al primo piano e sulla terrazza, in cima, ci sono le apparecchiature dei ripetitori dei telefonini che non appartengono al Comune.
La terrazza non è sicura
Se mentre scattava foto avesse inciampato e fosse caduta dalla torre, invece di raccontare una storia che farà ridere tutto il paese avremmo dovuto raccontare una tragedia. C’è da sperare comunque che si sia trattato di una sua iniziativa. Speriamo che nessuno in Comune le avesse dato il permesso per una cosa così pericolosa, senza avvisare gli operai e dimenticandosi poi della Raperonzolo fotografa. E’ stata molto fortunata. Nella Torre non c’è molto campo telefonico. E’ l’ultimo posto dove si cercherebbe una persona scomparsa. Viene aperta una sola volta la settimana.
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