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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Adescava gay sposati su Grindr, la versione gay della più famosa app per smartphone Tinder, e poi li ricattava. E’ però finito in manette dopo che una delle sue vittime ha trovato il coraggio di denunciarlo.
Si tratta di Khadim Cheik Gaye nato il 18 aprile del 1980, senegalese senza fissa dimora e pluripregiudicato per 6 diverse rapine, per le quali aveva anche scontato 3 anni di carcere, poi per false generalità, falsi documenti. Insomma, una di quelle persone di cui è meglio conoscere la faccia, perchè quando le si incontra è meglio cambiare strada. Gaye forse si è ispirato al suo cognome per inventarsi un altro modo per nuocere al prossimo. Si era iscritto con un profilo falso alla app geolocalizzata per incontri gay Grindr.
Nel suo profilo aveva specificato di voler incontrare solo uomini gay sposati perchè non voleva avere complicazioni sentimentali. Solo sesso, quindi, e non pagato, ma rigorosamente consumato in casa. Niente auto o motel. Nel profilo della app Grindr aveva inserito le fotografie del suo viso e quelle di un fisico da palestrato nero che non era il suo. Forse chi utilizza Grindr app immagina già che la maggior parte delle fotografie pubblicate sia falsa, e quando contatta qualcuno è pronto ad una realtà diversa da quella prospettata però, oltre a non essere palestrato, Khadim Cheik Gaye è anche claudicante e si aiuta, per camminare, con un bastone per ciechi.
Come il suo gemello Tinder dedicato agli eterosessuali, la app di Grindr ha un sistema di geolocalizzazione che permette di sapere quale altro iscritto è nelle vicinanze, e di localizzarlo per organizzare un consenziente e veloce incontro sessuale. Gaye contattava uomini gay sposati e e otteneva degli appuntamenti serali. Poi, una volta a casa loro, fotografava velocemente gli ambienti di casa e la sua vittima, quando era nuda, minacciandola poi di rendere pubbliche le foto e di consegnarle alla moglie. Con le minacce e prendendo in pegno le chiavi di casa, li costringeva a recarsi in sua compagnia al bancomat più vicino e a fare dei prelievi di denaro.
Non pretendeva grandi cifre, di solito 150 o 200 euro. Poi si allontanava. una specie di mordi e fuggi del ricatto. Gli è andata bene fino a che una delle vittime, anche lei sposata, ha deciso di sporgere denuncia, protetta dall’anonimato.
Khadim Gaye ha girato a lasciato segni della sua attività un po’ ovunque per l’Italia. E’ stata proprio la geolocalizzazione di Gridr a permetterne la cattura. Infatti, utilizzando la chat i poliziotti sono riusciti a geolocalizzarlo e ad accertare altri 6 casi di ricatto avvenuti con le stesse modalità. In nessun caso vi è stato un rapporto sessuale. Tra le vittime accertate dei ricatti ci sono anche due militari americani della base militare di Vicenza.
Infine, dopo la denuncia, seguendolo tramite la geolocalizzazione del profilo di Grindr si è notato che si aggirava nella zona di via Solari e utilizzando alcune telecamere presenti nella zona, la polizia lo ha individuato, riconosciuto e ieri pomeriggio lo ha arrestato in via Washington.
Articolo aggiornato il 24/09/2020 12:53