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La Rai boicotta il referendum per l’autonomia della Lombardia

Non hanno fatto partire la comunicazione istituzionale per promuovere il voto al referendum di regione Lombardia Questa è l’accusa che i parlamentari e i consiglieri regionali della Lega Nord hanno mosso alla direzione della radiotelevisione italiana organizzando, alle 13.30 di ieri, un presidio davanti al portone della TV di Stato in Corso Sempione.

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La protesta riguarda il fatto che l’informazione Istituzionale sta prendendo sottogamba questo referendum, e nonostante sia iniziata ufficialmente la campagna elettorale non siano partiti i soliti canali informativi sulle modalità di voto.

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“La Rai torni a fare servizio pubblico e la smetta di boicottare l’informazione sul referendum del 22 ottobre. Anche i cittadini lombardi e veneti pagano il canone e si aspettano dalla tv pubblica di essere informati sul referendum istituzionali del 22 ottobre prossimo. La Rai non ha scuse: faccia partire la comunicazione istituzionale e promuova la partecipazione dei cittadini ai referendum di Veneto e Lombardia”. Ha detto al presidio il vicepresidente del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti.

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La Rai non ha scuse, è vero. Il fatto che non parli del referendum in nessuno dei suoi canali sembra proprio un boicottaggio politico, ed è un atteggiamento che può far molto arrabbiare i telespettatori, che poi sono anche elettori. Oggi, però, questi non hanno neppure più la possibilità di ribellarsi non pagando il canone perchè, se non lo fanno, rimangono senza luce elettrica.

La Rai ultimamente è piuttosto “moscia”, molluccia. Come se l’entrata del grande flusso di denaro del canone Rai, invece di rivitalizzarne la forza giornalistica, le abbia fatto passare la voglia. Sembra che soffra la concorrenza del web molto più delle altre testate giornalistiche e lo dimostri con la noia. Ci saremmo aspettati infatti l’organizzazione di dibattiti, di faccia a faccia fra il si e il no, dei distinguo.

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Invece è tutto lasciato all’organizzazione di incontro pubblico sul territorio, e di gazebo. E’ vero che il confronto sul tema di rendere la Lombardia una regione a statuto speciale non è altamente sentito, tutto l’arco politico lombardo è per il Si e per il voto, ma non è una buona ragione per non informare i cittadini e non permettere loro di farsi una  opinione. Ci sono tanti piccole differenziazioni che possono dar soddisfazione. Quindi speriamo che la Rai rinsavisca al più presto.

Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 06/01/2021 16:11

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