Rapina a Legnano. Colpevoli presi a causa del bancomat
La pazienza e le indagini minuziose dei carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Legnano ha portato alla soluzione di un giallo che tormentava Legnano ormai da quasi un anno.
Una serie di rapine a mano armata che, a partire dal novembre 2016, si erano verificate nella zona di Legnano, ai danni di 3 supermercati, di un negozio di alimenti per animali e di un altro esercizio commerciale. Tutte le rapine avevano le stesse caratteristiche, lo stesso modus operandi. I rapinatori entravano nel negozio, il viso coperto da sciarpe e calze, uno di loro minacciava i presenti con un coltello e l’altro rubava i soldi dalla cassa. Poi scappavano a bordo di una Renault rossa.
Ancora rapine con la macchina della mamma
Durante le loro indagini, i carabinieri hanno avuto la testimonianza del personale di un negozio vicino a quello rapinato. Questi avevano notato un uomo che si era trattenuto parecchio nel negozio girando fra glia scaffali, in modo sospetto, pochi minuti prima della rapina. Poi aveva preso un prodotto per l’igiene personale e lo aveva pagato con utilizzando il bancomat.
Una volta identificato il nome del sospetto con un controllo incrociato fra la telecamera del negozio e i dati contabili dei clienti h avevano usato il pos, è stato possibile identificare un 33enne italiano con precedenti penali. Da altri controlli i carabinieri hanno scoperto che l’uomo usava spesso una Renault rossa di proprietà di sua madre, e anche che questa macchina era dotata di un dispositivo che permetteva di cambiare velocemente le targhe.
Le indagini si sono strette intorno a lui e, ponendolo sotto osservazione, con l’aiuto delle telecamere dei negozi si riusciti ad arrivare a identificare altri due complici, un 31enne italiano che aveva partecipato a 3 rapine e un 55enne, sempre italiano, che aveva effettuato le altre due. Il 33enne aveva invece partecipato a tutte. Acquisite tutte le informazioni i carabinieri sono passati alla parte operativa. Sono andati a prendere i tre e, tramite un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio (VA), li hanno arrestati e portati alla Casa Circondariale di Busto Arsizio, dove ora sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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