Obbligo Vaccinazioni. Una lunga lotta a muso duro
Parliano dell’obbligo vaccinazioni,. Non è in discussione il fatto che le vaccinazioni siano una grande conquista dell’uomo e della medicina, e che salvino tante vite. La discussione è prettamente politica. La regione Veneto ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge Lorenzin. La competenza, infatti, dovrebbe essere regionale e il Veneto preferisce le campagne informative e la consulenza dei pediatri, piuttosto che obblighi burocratici, multe e il divieto di iscrizione a scuole e nidi se non vaccinati. L’assessore al welfare in regione Lombardia Giulio Gallera, invece, ha preferito non partecipare al ricorso.
Un compromesso
La scelta di non ricorrere contro la Legge Lorenzin, accettata dal presidente Roberto Maroni per fiducia nell’assessore Gallera, non è piaciuta nè al Consiglio Regionale nè ai comitati dei genitori. La motivazione data da Roberto Maroni è che ” se il ricorso Veneto sarà accettato, avrà valore per tutte le regioni italiane”. Quindi è inutile spendere soldi della Lombardia per fare un doppione. Con questa dichiarazione pareva che si fossero risolte, nella maggioranza lombarda, le divergenze politiche sull’argomento .
Il presidente della Commissione Salute del Consiglio regionale Fabio Rolfi, a inizio agosto, aveva sollecitato a Gallera, con approvazione del Consiglio Regionale, a garantire che all’ 11 settembre tutti i bambini lombardi potessero avere accesso a nidi e scuole, a prescindere dall’aver effettuato le vaccinazioni. Rolfi chiedeva di adottare, per l’attuazione del decreto Lorenzin, il modello della Regione Liguria. L’assessore Gallera aveva risposto dicendo che “la Lombardia ha già attivato un modello attento alle esigenze delle famiglie e rispettoso delle indicazioni contenute nella legge”.
Le assicurazioni dell’assessore
“Sempre nella logica di un confronto costruttivo con le famiglie lo scorso 3 agosto, abbiamo fornito indicazioni puntuali alle ATS / ASST affinchè dessero ampio spazio di informazione sui propri siti web sulla tipologia di documentazione richiesta per legge e pubblicassero il modello di autocertificazione che i genitori dei bambini che frequentano nido e scuola dell’infanzia dovranno presentare entro il 10 settembre e quelli delle scuole dell’obbligo il 31 ottobre, mentre per chi non è in regola sarà sufficiente fornire la richiesta di appuntamento con i Centri vaccinali delle Asst.
Quindi nessun bambino rimarrà tagliato fuori. Inoltre, per rendere ancora più agevole alle famiglie l’accesso alla documentazione richiesta, dal mese di gennaio 2018 sarà possibile scaricare, in tempo con la scadenza fissata per legge il 10 marzo, il certificato vaccinale, che avrà valore legale, direttamente dal fascicolo sanitario elettronico, attraverso la propria tessera sanitaria Cns o quella dei propri figli”.
Alessandro Morelli e Fabio Gallera discutono su Facebook
Probabilmente il punto che ha fatto scattare nuovamente le tensioni è quello in cui si chiede di presentare la prova di richiesta di appuntamento per effettuare le vaccinazioni. I comitati dei genitori, invece, confidano sull’annullamento della legge Lorenzin da parte della Corte Costituzionale. Così, sul profilo Facebook del capogruppo Lega Nord al Consiglio Comunale di Milano Alessandro Morelli é nato un botta e risposta.
Morelli chiede il modello Liguria e Gallera risponde picche e fa l’offeso. Trovate al discussione a questo Link. Gallera sottolinea che la Lombardia è l’unica regione che “ha definito una procedura che eviterà di impedire la frequenza a scuola l’11 settembre a chi non depositerà alcuna documentazione ma concederemo un ulteriore lasso di tempo per recuperare l’adempimento.”
Tra due linee di fuoco. Genitori e consiglio regionale e la Fedeli che s’ inalbera
Ed infine il ministro Fedeli ha attaccato Regione Lombardia e l’assessore Gallera accusandoli di non essere in linea con la legge statale e di aver concesso una proroga. Nell’ultimo degli interessantissimi comunicati stampa, corredati con molti dati, diffusi dall’assessore, è specificato anche che “Regione Lombardia non è fuori legge e la ministra Fedeli si sbaglia.
Nessun bambino non vaccinato potrà frequentare le nostre scuole e nessuna proroga è stata concessa per la presentazione della documentazione. Agiamo nel pieno rispetto della legge. Abbiamo solo predisposto un percorso che, attraverso una ragionevole e sistematica interpretazione della norma, aiuterà a raggiungere l’obiettivo. Una norma che ha come finalità quella di far vaccinare i bambini, non di applicare sanzioni o escluderli da scuola“.
La via Lombarda sulle vaccinazioni ha così scontentato tutti. Sia i comitati genitori cui la mancata esclusione dalle scuole e dalle multe non basta, e che trovano irritante far la parte della pecora da ricondurre all’ovile, sia il Ministro della salute che, nonostante abbia completamente torto nella sua imposizione, potrebbe essersi sentito preso in giro.
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