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Matteo Salvini: “la parola alla legge”. Per Piccardo è “relativa”

Milano. A confronto le parole del leghista Matteo Salvini edell’islamista Davide Piccardo. Ieri, su tutti i fatti della cronaca milanese hanno prevalso due momenti. La conferenza stampa del prefetto Luciana Lamorgese, convocata con un solo giorno di preavviso, e la visita di Matteo Salvini, annunciata da qualche giorno, insieme ad alcune delle cariche istituzionali più importanti della città, allo scantinato di un cortile di via Cavalcanti, nel Municipio 2, dove da tre anni c’è la moschea abusiva che vedete nei filmati.

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I due eventi avevano praticamente lo stesso tema, la gestione migranti, ed erano alla stessa ora. In prefettura si è parlato di accoglienza libertà di culto e protocollo Sprar. Il protocollo Sprar è quel progetto per cui tutti i Comuni dovranno accogliere almeno 3 richiedenti asilo ogni mille abitanti. Andare ad ascoltare cosa stava succedendo in via Cavalcanti aveva più senso.

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Infatti il presidio in via Cavalcanti ha permesso di capire quali sono le lamentele e le richieste interpretate da Matteo Salvini, dall’assessore Simona Bordonali, dagli abitanti del Municipio 2, dal vicepresidente del consiglio Cecchetti , dal presidente del Consiglio di zona Samuele Piscina, che ha disegnato il quadro generale della situazione, ma anche da Davide Piccardo, giovane mussulmano italiano, coordinatore del Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza (CAIM), che era presente durante la visita allo scantinato, da solo.

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Davide Piccardo

Un giovane educato e simpatico, non del tutto coerente, ma che non riesce a resistere a dire la verità, anche a costo di far scoprire qualche bugia appena detta. Riconosce infatti che lo scantinato di via Cavalcanti non è utilizzabile, anche se cerca di mitigare la portata della pericolosità. E’ un po’ strano.

Accusa Matteo Salvini di dire delle gran balle perchè “non è vero che qua non è venuto nessuno, ci sono venuti tutti, asl pompieri, digos compresa” e poi fa capire che sull’associazione Muslim Milano sono piovute multe e ingiunzioni di tutti i tipi, ma che invece di mettersi in regola aspettano l’ordinanza di allontanamento coatto dallo scantinato. Inoltre, le parole di Matteo Salvini sono state diverse. Ha detto che se una cosa simile la faceva un italiano, avrebbe già chiuso.

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Un altro punto in cui Davide Piccardo non ha potuto fare a meno di dire la verità riguarda la natura dell’associazione Muslim Milano.  Un centro culturale di qualunque tipo organizza lezioni di cultura e lingua, o conferenze culturali. Dicendo che non succede mai niente perchè al venerdì i mussulmani si recano al “centro culturale” a turno, Piccardo ci ha inavvertitamente confermato che si tratta di una moschea abusiva. Anche i cristiani vanno a Messa a turno. Chi alla Messa della domenica mattina alle 10, chi alle 11 e chi alle 18.

Il centro estivo islamico

Nell’intervista l’assessore alla Sicurezza di regione Lombardia Simona Bordonali ribadisce quali sono i problemi creati dalla Moschea Abusiva. L’attenzione si sposta anche sui bambini che frequentano il centro islamico estivo e sulla opportunità di tenerli in quel bunker.

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Personalmente mi piacerebbe sapere perchè i bambini mussulmani non possano andare come gli altri nei centri estivi comunali. Che sia tollerato che dei bambini siano rinchiusi in uno scantinato, in estate, a studiare il corano al buio mentre fuori c’è il sole, l’aria aperta, la bicicletta, il pallone e i parchi e i laghetti mi scandalizza. Milano non è mica Gaza, dove per sopravvivere si vive nei tunnel. Dopo una giornata estiva in quel bunker diventerei anche io una terrorista. All’uscita sarei così arrabbiata che aggredirei il primo che capita.

Le colpe della situazione

Simona Bordonali fa presente che se il sindaco Sala non riesce a chiuder da solo la pericolosissima moschea può presentare la problematica al Tavolo d’ Ordine e Sicurezza della Prefettura. Non le risulta, però, che sia stato fatto. E’ quindi naturale chiedersi che fine abbiano fatto le promesse del sindaco Sala e dell’assessore Rozza, visto che è già passato un anno da quando avevano dichiarato di voler chiudere la moschea abusiva.

Lo scorso anno è stata approvata una legge regionale che prevedeva anche il regolamento di gestione del territorio sulle strutture religiose. La legge riguarda tutte le religioni, Chiese Cristiane Cattoliche comprese. Un articolo prevedeva che, entro un certo numero congruo di mesi dall’entrata in vigore, i comuni dovessero preparare un piano in cui si destinavano delle aree, a seconda delle richieste, alle attrezzature di tipo religioso. Non compilare il piano entro i termini significava dire alla regione che nella zona di competenza non vi era bisogno di nuove strutture religiose. Nè della nuova parrocchia, nè del tempio buddista, nè della moschea.

L’amministrazione comunale di Milano non ha formulato il piano entro i termini. E’ questa la ragione per cui il bando di costruzione delle moschee milanesi è stato annullato. L”amministrazione di Milano ha mancato due volte. Una nella programmazione del piano per le strutture religiose entro i termini stabiliti e l’altra continuando a tollerare l’esistenza di moschee abusive come quella di via Cavalcanti, sperando che non scoppi un incendio anche lì.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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