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Marco Cappato distribuisce cannabis per protesta. Denunciato dalla Digos

Marco Cappato, leader dell’associazione Luca Coscioni che promuove la libertà di cura e la libertà di scelta per l’eutanasia, questa mattina ha distribuito 10 grammi di cannabis terapeutica davanti al Pirelli, sede di regione Lombardia, e ha rimediato una denuncia da parte della Digos.

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L’atto dimostrativo è stato organizzato per protestare contro la mancata presentazione in consiglio regionale del progetto di legge che renderebbe legale la distribuzione della cannabis. E’ stato un atto volutamente sul filo della legalità. Nonostante 10 grammi di Marijuana siano di molto superiori alla dose minima concessa per uso personale, la consegna, in pubblico, è stata fatta ad un giovane che ne ha bisogno per scopi terapeutici, e non distribuita ai passanti. Quindi la denuncia della Digos, anche se dovuta, non avrà pesanti conseguenze legali.

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Raffaele Cattaneo non è d’accordo con Marco Cappato

Non è d’accordo però il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo che ha condannato la protesta del politico radicale. “L’atto di Cappato è grave e bene ha fatto la Digos a denunciare chi viola in maniera consapevole la legge. Un atto grave anche dal punto di vista morale perché cedere a qualsiasi tipo di legalizzazione delle droghe significa ignorare le conseguenze drammatiche a cui può portare l’utilizzo di stupefacenti, come abbiamo visto da recenti fatti di cronaca. Gli stupefacenti sono un pericolo per chi li assume e per la società nel suo complesso, per questo serve un no deciso a qualsiasi tipo di legalizzazione”, ha detto Cattaneo ai giornalisti.

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Due ragioni contrastanti sulla legalizzazione della cannabis

Da una parte è comprensibile la posizione di Cappato volta a difendere il diritto dei malati terminali di utilizzare la Cannabis per lenire i dolori. E’ comprensibile anche l’analisi che sostiene che una liberalizzazione regolarizzata dell’utilizzo della cannabis sarebbe un modo per togliere dalle mani della criminalità organizzata la gestione del mercato della droga.

Dall’altra parte però le obiezioni alla liberalizzazione delle droghe leggere sono molto forti e altrettanto ragionevoli. Abbiamo già visto cosa è successo con la legalizzazione e liberazione del gioco d’azzardo, che ha creato disagi sociali molto maggiori di quando era strettamente regolato o illegale. La criminalità organizzata, inoltre ha tratto vantaggio dalla liberazione in quanto la loro attività è diventata legale, e non sono più perseguibili per legge.

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Che la droga leggera sia comunque facilmente reperibile, libera di fatto, come sostiene Cappato, non è una buona motivazione alla sua liberalizzazione e legalizzazione. Infatti, la situazione di libero spaccio è determinata dall’insuccesso, e la legalizzazione sarebbe un “calar le brache” davanti alla crimininalità.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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