Protocollo sprar le ragioni del No
Santo Stefano Ticino – Martedì 20 giugno i sindaci del No al protocollo Sprar si sono incontrati con i cittadini per spiegare le loro ragioni. L’organizzazione è del sindaco di Santo Stefano Ticino, Dario Tunesi.
Non è che si faccia fatica a spiegare ai cittadini il motivo per cui quasi la metà dei sindaci del milanese ha risposto di no quando il prefetto Lamorgese ha chiesto di firmare il protocollo Sprar e di accettare di farsi carico dei clandestini che stanno arrivando a ondate nel nostro paese. Non li vuole nessuno e ogni persona può portare delle ottime motivazioni. Quello che però è stato detto nella serata organizzata dal Sindaco di Santo Stefano ha avuto il sapore di un riscaldamento di motori. Tutti lì, da Andrea Cipullo, Sindaco di Vermezzo, che ha accettato di fare il capofila per i sindaci che hanno detto di no, fino al vicesindaco di Cuggiono, alla sua prima uscita pubblica, dato che è stato eletto solo al settimana scorsa. Anche Cuggiono quindi si aggiungerà ai sindaci per il no. Alla serata erano presenti anche il senatore Mario Mantovani (recentemente passato da Forza Italia nel partito della Santachè) e l’assessore al bilancio di regionale Lombardia Massimo Garavaglia (Lega Nord)
Massimo Garavaglia: “Chi firma lo sprar perde le elezioni e la fiducia della gente”
Non è difficile comprendere che il grande, e in qualche modo inaspettato, successo elettorale della Lega Nord alla tornata elettorale sia dovuto proprio al Protocollo Sprar. Al fatto, cioè, che è l’unica forza politica che ha saputo essere in prima linea nel battersi contro il progetto del prefetto. I sindaci del Pd, invece, hanno platealmente calato le cosiddette “braghe”, sia di fronte al prefetto di Milano sia davanti al loro partito di riferimento. E’ arrivato un ordine dal Pd, e gli interessi dei cittadini che li hanno eletti sono passati in secondo piano. Come hja sottolineato anceh l’assessore Garavaglia, chi firma lo sprar è destinato a perdere le elezioni, perchè gli viene tolto il supporto dei cittadinanza Tra i sindaci presenti alla serata ha risaltato l’intervento di Andrea Cipullo, sindaco di Vermezzo, che ah chiarito come la sua scelta di non aderire al protocollo sprar sia stata frutto di una riflessione.
Il si di Robecco
“Ho partecipato alle riunioni di Robecco e ne sono uscito piu convinto ancora del no”. Il sindaco di Robecco, infatti, ha raccolto 19 comuni dell’altomilanese, tutti riferibili al Pd, che hanno accettato il protocollo Sprar. “Il sindaco deve garantire la sicurezza ma a queste condizioni non sono possibile. “Una delle questioni nate durante la serata riguardano i fondi. Il governo centrale e i sindaci dei comuni che hanno scelto di accettare il protocollo sostengono che i soldi per il mantenimento dei clandestini arrivano dall’Europa, invece arrivano dalle casse statali.
Il sindaco di Santo Stefano ha raccontato poi come il prefetto si sia rifiutato di far incontrare i sindaci che non avevano firmato il protocollo con il ministro Minniti. Pare sia stato lo stesso ministro Minniti a non volerli ascoltare.
Se uno vuol fare solidarietà non accetta per averne la metà. Ne chiede il doppio
Anche il sindaco di Buscate ha detto di non essere insensibile, ma di aver avuto la precisa sensazione che vogliano usare i comuni come tappabuco per problemi che non si vuole risolvere. Il suo no allo sprar deriva dall’essersi reso conto di essere in procinto di prendere un impegno al buio, di cui poi avrebbe dovuto rispondere ai cittadini. Il sindaco di Turbigo, Cristian Garavaglia, era subito convinto del No. Ha definito l’atteggiamento e le scuse di chi vuole accettare i clandestini come una grande ipocrisia “Se uno vuol fare solidarietà non accetta per averne la metà. Ne chiede il doppio. ha detto, riferendosi alla scusa utilizzata dai sindaci per il no, secondo i quali il prefetto avrebbe promesso che chi firma lo sprar avrà la metà dei clandestini destinati agli altri paesi,. In realtà sappiamo bene che questo non è possibile. I bandi pubblici non possono essere limitati, a meno che il prefetto stesso non voglia mettersi nelle condizioni di “manovrare dei bandi pubblici a suo piacimento”.
Lo stato non ci dá nessuna garanzia nè fondi
Curzio Trezzani, sindaco di Boffalora. “Lo stato non ci dá nessuna garanzia nè fondi. Quando saranno clandestini avremo importato manovalanza per le mafie.” La parte più importante della serata è però stata costituita dalle slide. Alcune sono state opera del sindaco di Turbigo.
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