Legittima difesa. Alla darsena ne parla la Lega Nord
Milano – Grande festa sui Navigli. Come ogni ultima domenica del mese sul Naviglio pavese e sulla Darsena zona Viale Gorizia il mercatino dell’antiquariato e degli artisti. Con loro, anche la Lega Nord della sezione della Darsena.
Un bel gruppo di persone che, questa domenica, durante la festa dei Navigli ha deciso di dedicare il tempo libero a incontrare quelle che questa domenica hanno visitato i mercatini sui navigli. Il tema è importante. Si parla della legittimità della difesa personale. Sulle rive dei Navigli, tra i quadri, le opere dell’arte e i banchetti degli antiquari, i membri della sezione della Lega Nord della Darsena hanno distribuito volantini e svetolato alte le loro bandiere. A chi si fermava al loro gazebo hanno spiegato le soluzioni che la lega nord propone. Primo punto. Risolvere i problemi che l’attuale sistema giudiziario crea, sul tema della sicurezza personale.
La difesa è sempre legittima
Un tempo la societá ha deciso di demandare la punizione di chi non rispetta le regole del vivere civile a precisi organi pubblici. Giustizia e polizia. Questo avrebbe dovuto garantire che la vendetta sociale per il male ricevuto fosse il più possibile giusta e commisurata. Si è tentato, cioè, di renderla meno istintiva e più ragionata. Si è rinunciato ad una parte del proprio diritto naturale, o istinto se volete, alla difesa per diminuire anche la predominanza della legge del più forte. Questo però non significa che non ci possa difendere da un attacco violento e improvviso. Non significa che possano esserci delle limitazioni alla legittima difesa. Non significa cge si difende debba essere giudicato e punito come se la colpa dell’agressione gosse sua. Non significa che ci si debba lasciar derubare.
Quello che è capitato, invece, è che vi è stata una deriva del concetto di giustizia pubblica. Che la legge del più forte rischia di predominare ancora una volta. Non però come prevalenza del più muscoloso, ma come prevalenza di chi delinque e non rispetta le regole del vivere civile. E la vittima non è il più mingherlino, ma l’onesto che si ribella alla delinquenza.
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