Due film per la stessa storia:siamo felici e non lo sappiamo
Due film diversi, due registi diversi ma la stessa storia, semplice e divertente: coppie di persone, con stili di vita opposti, si scambiano i corpi a causa di una magia; in fondo, a chi non è mai capitato di chiedersi “come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto altre scelte” oppure di invidiare la vita di un altro o ancora domandarsi “come si sta in quei panni”. A rispondere ci hanno pensato, nel 2006, Kick Hurran con “Boygirl – Questione di sesso”, interpretato da Samaire Harmstrong e Kevin Zegers, e David Dobkin nel 2011 con la pellicola (involontariamente?) gemella, “Cambio vita”, interpretato da Ryan Reynolds e Jason Bateman.
Booygirl. Questione di sesso
E’ la pellicola più giovanilista della coppia: protagonisti sono due adolescenti accomunati solo dal fatto di essere bellissimi, mentre per il resto sono l’uno il contrario dell’altra: maschio/femmina, disordinato/precisa, rutto a tavola/buone maniere, pieno di amici/introversa, sessuomane/casta. Durante una gita scolastica nasce una lite per incompatibilità caratteriale e la forte tensione tra i due risveglia le doti magiche della statua antica davanti a loro, che scambia i corpi.
Cambio vita
Decisamente meno romantico il sortilegio dell’altra rivisitazione cinematografica della stessa storia: due amici per la pelle, uno scapolo latin lover e l’altro marito responsabile pieno di amore per la moglie e i figli; entrambi sono reciprocamene invidiosi l’uno dell’altro: chi ha la vita avviata su base solide (famiglia, lavoro stabile, carriera) invidia l’altrui spensieratezza, e viceversa. Il cambio di corpo avviene mentre i protagonisti mingono davanti a una fontana con statua magica (analogia); solo il ripetersi della stessa azione, con le medesime modalità e davanti alla stessa statua, potrà annullare l’incantesimo. Senonché, nottetempo, la scultura viene spostata altrove, per un cantiere.
Non mutatis mutandis (non cambiate le cose)
Le storie, tra affinità e differenze, convergono sulla morale. Ognuno si merita la vita che ha, perchè è quella che ha costruito giorno per giorno. Certamente, in nessuno dei quattro casi trattati si parla di malattie, disgrazie particolari o crolli economici, che sono indipendenti dalla validità e capacità di un singolo; ma è in fondo consolante pensare che, pur tra mille traversie e problemi, la vita che abbiamo è la migliore che potremmo sperare di avere. Almeno, così ci dicono questi due film.
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