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Ossona – Alcuni retroscena alla brillante operazione congiunta fra carabinieri di Corbetta e la polizia locale di Casorezzo Ossona che ha portato all’arresto di un clandestino pregiudicato per reati di droga. Resta incomprensibile la decisione del giudice di lasciarlo a Ossona. Non ha già subito abbastanza?
Secondo quanto si dice in piazza Litta, il traffico di droga coinvolge anche alcuni ragazzini in età di scuola dell’obbligo, che sarebbero stati visti fare consegne e ritirare i soldi. Il disprezzo dei trafficanti nei confronti del paese che ospita, li spinge a fregarsene altamente. Ci sono racconti di bustine lanciate da un balcone ai consumatori che attendevano di sotto, di via vai di facce strane, di gente che va a rifornirsi di cocaina o altro da questo e da quello. Storie brutte, molto brutte. Troppo brutte.
Lo scorso novembre, le forze dell’ordine avevano decimato gli spacciatori. Nel giro di una settimana erano finiti in manette spacciatori, evasi, e molto altro. Su cronacaossona vi è un’ampia documentazione. Viveva a Ossona arrestato per spaccio a Novara, Evaso catturato. Si nascondeva a Ossona, Via Roma. Arrestato spacciatore. Grandi pulizie. Lo scorso luglio invece c’era stato Pollo, il giovane, il nonno. Coi nomiglioli coprivano lo spaccio. Per qualche settimana si era respirata un’aria di libertà, e il degrado sembrava quasi sparito. Spacciatori e trafficanti si erano dileguati. Qualcuno arrestato, qualcuno scappato. Anche quello con le hogan rosse. Poi sono tornati a farsi vedere e hanno ripreso la solita arroganza, i soliti giri. Però si è notato qualcosa di diverso.
La cocaina è un’ arma del demonio contro l’uomo, anche per chi la traffica e la lavora. Lascia nel cervello delle grandi caverne. Il danno celebrale è irreversibile. Avendoci a che fare, dopo un po’ iniziano le allucinazioni, le psicosi, le crisi di epilessia, le manie, le fobie, l’aggressività. La respirano anche gli spacciatori, e prima o poi il danno cerebrale arriva come la giustizia divina. Non basteranno tutti i soldi della terra a restituire la vita ha chi ha subito un danno cerebrale dalla cocaina.
In paese si sono sparse altre voci. Dicevano che uno di quella gente là vedeva mostri uscire dai muri e che faceva paura. Un altro era molto aggressivo. Un altro parlava, e straparlava, di fondamentalismo islamico. Al suo posto parlava la droga ? Vattelapesca a saperlo. Gli interventi dei carabinieri sono stati parecchi. Fino a che, l’altro giorno, non si è svolta l’operazione congiunta fra carabinieri e polizia locale di cui abbiamo raccontato in Bellissima azione della polizia locale di Casorezzo Ossona. A colpo sicuro, ne hanno acchiappato uno. Ricercato, pregiudicato, clandestino e trafficante di droga.
Processato per direttissima, condannato, scarcerato e messo agli arresti domiciliari a Ossona. Nella stessa casa in cui non avrebbe mai dovuto essere, visto che gli era stato vietato di tornare in Italia. Un giudice ha di fatto condannato gli ossonesi a vivere ancora nella stessa situazione di prima dell’arresto di costui. Ha dato la netta sensazione della mancanza di giustizia. Facendolo tornare a Ossona ha comunicato anche agli altri che, nonostante l’arresto, non è successo nulla. Ha consegnato il paese nelle mani dei trafficanti di droga. Gli ha detto di non uscire di casa? Ma dai, gli avevano detto di uscire dal paese e se ne è fregato. Come può pensare che invece adesso che gli dicono di restare in casa, lo farà? Questo giudice sarà consapevole della responsabilità che ha nei confronti di Ossona? Bella domanda, vero? Però forse il problema è diverso. Forse, non gliene importa nulla delle vittime. Dei vicini di casa, di chi subisce. Forse non gliene importa nulla di Ossona, dei lombardi e degli italiani. E già, non si può chieder conto ai giudici delle loro decisioni. Forse è questo il modo in cui è imposto a Ossona di ospitare un “richiedente asilo”?
Articolo aggiornato il 21/02/2017 02:32