Ossona

Ricercato, pregiudicato, clandestino e trafficante di droga. Andava a spasso per Ossona

Ossona – L’uomo arrestato ieri dalla polizia locale di Ossona insieme ai carabinieri della stazione di Corbetta, dopo un tentativo di fuga a piedi, e con una azione un po’ rocambolesca, era una marocchino di 36 anni, pregiudicato per traffico di stupefacenti e già espulso dal nostro paese con il divieto di rientrarvi.

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Vi chiedete cosa facesse in via Francesco Petrarca un pregiudicato marocchino, trafficante di droga, condannato a 4 anni di reclusione già scontati. Già accompagnato alla frontiera del nostro paese, e rientrato illegalmente senza rispettare il divieto impostogli? Con precisione non lo so, ma è facile intuire. O stava preparando un furto, oppure stava trasportando droga da spacciare. Difficile poter immaginare che fosse sul punto di recarsi sul posto di un lavoro onesto. Non aveva nè permesso di soggiorno nè documenti in regola. Aveva però il divieto di tornare in italia per 5 anni dopo averne scontati 4 per traffico di droga. Dopo l’arresto da parte della polizia locale, l’uomo ha anche tentato di dare delle generalità false.

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In questo articolo parliamo di:

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Processato e scarcerato

Fa decisamente incavolare, invece, che il tipo sia ritornato quasi subito libero. Infatti una volta arrestato, identificato e dopo che gli sono stati contestati i reati commessi, il giudice lo ha processato per direttissima e scarcerato, obbligandolo al domicilio coatto e alla firma. Eh si! Indovinate dove è stato finora? E dove starà ancora ad abitare? Ve lo lascio all’immaginazione. Ne basta poca. Per Carità, meglio così che niente, e agli agenti della polizia che lo hanno arrestato vanno tutti complimenti del mondo. Che continuino! Hanno il plauso e la collaborazione dei cittadini. Però l’idea di avere una persona del genere in giro per il paese non aiuta certamente il senso di sicurezza.

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Molte domande

Chi chiama profugo questo marocchino, merita tutte le parolacce del mondo, e anche un calcio negli stinchi. Di quelli che fanno molto male. Il Marocco non è in guerra. Hanno un re, un governo e un territorio tranquillo e prosperoso. Ai loro delinquenti, ai loro trafficanti di droga, devono pensare loro. Non scaricarceli qui. Sono una loro responsabilità. Se li rieduchino! In ogni caso c’è da chiedersi come costui sia tornato dopo essere stato riaccompagnato in Marocco. Con un barcone? E in questo caso, chi è quello che ha fatto i controlli all’approdo e non si è accorto che il tizio era già stato condannato? E’ tornato con un motoscafo di notte lungo qualche altro passaggio? Nel doppiofondo di un camion? Attraverso la frontiera con la Francia? In aereo? Allora chi controlla che non entrino? Il governo? Ci sono molte altre domande. L’unica cosa chiara, a tutti, però, è che il sistema così come è ora, non funziona.

Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 12/09/2024 08:51

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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