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Milano – Lo scorso 10 febbraio, nella sala Carmagnola dell’Hotel Cavalieri, in piazza Missori, presentazione del saggio breve “Immigrazione. Tutto quello che dovremmo sapere” di Giuseppe Valditara, Gian Carlo Blangiardo, Gianandrea Gaiani (ed. Aracne). Presenti anche Matteo Salvini, Simona Bordonali, Norman Gobbi e Davide Boni. La moderazione affidata a Marcello Foa. L’organizzazione della Lega Lombarda, sez. provinciale di Milano.
La lotta fra mondialisti e glocalisti è tutt’ora in pieno svolgimento, nonostante attualmente se ne parli molto poco, rispetto a qualche anno fa. Le grandi aziende multinazionali sostengono, e finanziano, tuttora il modello di società mondialista, che prevede il miscuglio di culture e di persone. Secondo questo modello le persone devono essere esclusivamente consumatori senza differenze sostanziali di cultura e di preferenze. Un progetto che ha la ferma opposizione dei glocalisti, che invece preferiscono il modello di un società locali e particolari, ma capaci di aprirsi sfruttare le opportunità offerte dai processi di globalizzazione per diffondersi a livello mondiale.
Dal punto di vista politico chi sostiene il mondialismo sostiene anche l’azzeramento delle sovranità nazionali e promuove la cancellazione di confini e diversità di leggi e costumi nel tentativo di uniformarle ad una sola, più facile da controllare e molto meno costosa.
“Immigrazione. Tutto quello che c’è da sapere” parla anche di quello che succede dall’altra parte del mare. un’analisi che porta a comprendere come i nordafricani, anche quando sono mussulmani e convinti di odiare l’occidente, sognino di avere la stessa vita degli occidentali. Questo porta la classe media e bassa a desiderare l’ emigrazione nei paesi dell’occidente. La situazione è così quella odierna. Alcuni paesi accettano solo immigrazione qualificata, e per settori in cui son deboli. Altri, come l’italia, si trovano con immigrazione di basso livello culturale.
Dopo la Grecia, infatti, l’Italia ha il più basso livello di scolarizzazione degli immigrati. Fra gli immigrati di seconda generazione il 35% è vittima di abbandono scolastico. Non è difficile immaginare che questa situazione creerà un sottoproletariato esplosivo, che sarà composto anche da una fetta importante della classe operaia autoctona. Questa infatti è quella che subisce la concorrenza diretta degli immigrati. Che subirà la perdita di diritti e l’abbassamento degli stipendi. Nel saggio sono inseriti una serie di dati che portano a queste conclusioni.
Altra importante riflessione è sull’analisi dell’immigrazione, riguarda la concessione dello stato di rifugiato, come definito dalla convezione di Ginevra. Il rilevamento è che solo il 5% di chi ha fatto domanda di asilo politico in Italia, ha diritto ad ottenerlo. Anche questi, però, dovrebbero attenersi all’Art. 33 della Convenzione di Ginevra che in merito al divieto d’espulsione e di rinvio al confine scrive così.
” 1. Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.
2. La presente disposizione non può tuttavia essere fatta valere da un rifugiato se per motivi seri egli debba essere considerato un pericolo per la sicurezza del paese in cui risiede oppure costituisca, a causa di una condanna definitiva per un crimine o un delitto particolarmente grave, una minaccia per la collettività di detto paese.”
Articolo aggiornato il 12/02/2017 19:41