Storia e CulturaMagazine

Guido Oldani sulla crisi della carta stampata. “Scrivono tutti le stesse cose”

Il poeta milanese Guido Oldani sulla crisi della lettura e della carta stampata

In Italia si scrivono molti libri, ma le vendite diminuiscono. Si stampano molti giornali ma li comprano in pochi. O siamo diventati tutti analfabeti, oppure qualcosa ci sfugge. Abbiamo ascoltato l’opinione di Guido Oldani, giornalista e poeta, che si occupa delle pagine culturali di Avvenire, durante la conferenza stampa del teatro della Memoria.

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“Abbiamo 7 grandi giornali a Milano ma i primi 5 in realtà sono uno solo” dice, spiegando perchè secondo lui c’è questa grande crisi della lettura. “Scrivono tutti le stesse cose.” Le diminuzioni delle vendite dei quotidiani nell’ultimo semestre sembrano dargli ragione. Ads ha mostrato come la perdita di lettori giornalieri del Corriere della Sera come quella, persino più alta, di Repubblica porterà i due quotidiani sotto le 200.000 copie vendute giornalmente prima della fine dell’anno.

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Incapaci d’interessare

Però, se la gente legge Facebook e Google è stabile negli accessi, non potrebbe significare che ciò che è scritto sui grandi giornali non è poi così interessante per il lettore? Non abbastanza, perlomeno, da essere pagato? Anche i libri forse hanno la stessa malattia. Sono tanti, ma il più delle volte auto-pubblicati e venduti fra amici. I best seller sono rarità. Ma se è così, non manca il lettore ma chi sa scoprire, e finanziare, i nuovi talenti.
Link: Nessuna libreria per il futuro quartiere del libro

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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