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Milano – Dalla regione Lombardia parte la richiesta di risolvere immediatamente i problemi causati dalla secca del Ticino. Il vicepresidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti contro l’inedia del ministero. Approvata una mozione in consiglio regionale.
Sono tutti molto arrabbiati in regione Lombardia. Tutti contro l’inedia del governo italiano sulla regolamentazione del livello idrometrico delle acque del Ticino. La questione dipende da degli accordi che lo stato italiano dovrebbe prendere con Berna (Ch). Il Ticino nasce in Svizzera e la gestione delle sue acque sono materia di accordo internazionale. Con questa scusa il ministero romano ha di fatto esautorato la regione Lombardia. Non la ha neppure chiamata ai tavoli delle trattative. Poi però non ha fatto nulla di concreto. Ed ecco quindi la tranvata per il governo Renzi: la mozione proposta dalla maggioranza è stata approvata all’unanimità, PD compreso. Ecco il comunicato stampa inviato dal vicepresidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti.
“Il Ticino non può più aspettare: il governo si dia una mossa a risolvere questa situazione”. Dopo aver presentato un’interrogazione sullo stato di salute del fiume, Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), Vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, ha sottoscritto anche una mozione. E’ stata approvata all’unanimità oggi al Pirellone. La mozione invita la Giunta guidata dal Presidente Roberto Maroni a mettere in campo tutte le azioni possibili per scongiurare ulteriori danni ambientali al fiume Ticino e al suo ecosistema.
Continua Fabrizio Cecchetti: “Il Governo centrale di Renzi oltre ad aver bloccato la sperimentazione che manteneva a un livello accettabile le acque del Lago Maggiore e che in questi 7 anni aveva portato solo benefici all’ecosistema e agli agricoltori, non ha ancora mosso un dito per risolvere la questione siccità arrivata ormai a un livello critico. Le conseguenze negative potrebbero ripercuotersi anche sui prossimi anni. Il Ministero dell’Ambiente, molto lontano da noi e dal fiume azzurro, deve darsi una svegliata e attivarsi subito per rivedere la gestione del nostro patrimonio idrico, evitando a tutti i costi ulteriori danni all’ambiente, all’agricoltura e alle migliaia di aziende che sono collegate proprio al Ticino”.
Articolo aggiornato il 07/10/2016 08:43