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Ossona – Questa mattina la presentazione del nuovo servizio mensa unificato per le scuole di Ossona. I gestori dell’azienda Sodexo hanno illustrato il metodo Cook and Chill, utilizzato da quest’anno. Il costo del pasto rimane invariato. Intanto in regione Lombardia è approvata la “mozione schiscetta”, presentata dal M5stelle, per poter portare a scuola il cibo preparato a casa.
Il cibo preparato nel centro di cottura di Pioltello viene immediatamente raffreddato a -3 gradi e poi trasportato sigillato in modo da non avere contaminazioni fino alle scuole di Ossona e degli altri paesi dove, nei forni installati dalla ditta stessa, è riportato alle temperature adatte ad essere servito. Durante la presentazione sono state poste diverse domande sul metodo e sulla sua salubrità. La riunione era pubblica. Infatti i fruitori di questo tipo di cibo saranno diversi. Si è anche parlato dei costi, che rimangono invariati all’utente finale. Un pasto costerà infatti 4,20 euro. Al comune costerà invece 4.80. I 60 centesimi di differenza saranno a carico delle casse comunali. Il punto centrale della discussione è stata naturalmente la qualità del cibo proposto ai bambini.
Durante uno dei consigli comunali dell’anno scorso era stata discussa la convenzione per la mensa scolastica. L’amministrazione comunale aveva effettuato il bando per l’assegnazione del servizio mensa insieme ad altri Comuni della zona. Il bando comune garantiva, avevano detto, un abbattimento dei costi dei pranzi. Comprendeva le mense scolastiche di tutti gli ordini di scuola statale, ma anche tutti quegli altri casi in cui il comune aveva la necessità di fornire il cibo a domicilio. Ad esempio agli anziani che sono ancora in grado di vivere da soli ma che hanno un’autonomia ridotta, e quindi si preferisce portare loro a casa almeno un pasto al giorno. In questa occasione si era già parlato del metodo di Cook and Chill e dei risparmi che avrebbe portato, senza intaccare la qualità del cibo servito ai bambini e agli anziani.
Questa scelta del comune di Ossona arriva quando il M5stelle ha ottenuto l’approvazione del consiglio regionale della mozione schiscetta. La legge regionale è dello scorso gennaio, come si può leggere al’indirizzo che vi abbiamo linkato. La mozione schiscetta ristabilisce il principio che il cibo preparato dalla mamma ha valore educativo tanto quanto quello della scuola. Un concetto che con l’introduzione della mensa come tempo scuola era stato svilito. Ora è permesso quindi l’utilizzo dei locali della mensa anche per i bambini che si portano il cibo da casa. Dopo l’approvazione della mozione da parte del consiglio regionale la palla è passata all’assessorato regionale di Valentina Aprea. Vanno studiati i cambiamenti di tutti i regolamenti che esistono in questo campo.
Una nuova mozione è stata presentata dal consigliere Paola Macchi (M5S). Chiede di valutare gli aspetti organizzativi per permettere agli studenti della scuola dell’obbligo di portare il pasto da casa. E stata approvata dalla Commissione Regionale Cultura e Istruzione questa settimana. L’Assessore Valentina Aprea si è impegnata “personalmente” ad aprire un tavolo di confronto, anche con ANCI, per trovare le vie di applicazione. Nello specifico la giunta regionale è impegnata a convocare un incontro d’urgenza con l’Ufficio Scolastico Regionale per valutare gli aspetti organizzativi. Il fine è di offrire la possibilità di scelta tra il servizio di ristorazione e il pasto da casa. Promuovere, inoltre, l’istituzione di un tavolo di confronto con la partecipazione dell’ufficio scolastico regionale ANCI, i consiglieri e le associazioni dei genitori.
Per il cons. reginale dei 5 stelle si tratta di ristabilire anche un diritto di scelta. “E’ una questione di libertà di scelta e l’importante sentenza della Corte d’Appello di Torino (n. 1049 del 21 giugno 2016) che ha stabilito che i genitori devono poter scegliere tra la mensa scolastica e il pranzo al sacco per i figli ci dà ragione. In poche settimane abbiamo raccolto oltre 3 mila firme di genitori. Chiedono la possibilità di scegliere e contestano un sistema sempre più basato su maxi-centri di cottura che sfornano pasti che verranno consumati a ore di distanza e che hanno un costo pro-capite che in certi casi è uguale o superiore al buono pasto dei lavoratori. La possibilità di portare il pasto da casa porterà inevitabilmente i gestori a migliorare anche la qualità e i costi delle mense.
Abbiamo chiesto anche all’Assessore di fare un’indagine sul territorio per rendere omogenea la gratuità delle mense per le famiglie che hanno maggiori difficoltà economiche”.
“La Lombardia si è già detta favorevole a una nostra mozione per consentire la schiscetta a scuola. Ci auguriamo che questo sia l’anno della svolta per il pasto da casa a scuola e per un miglioramento della qualità delle mense”.
Articolo aggiornato il 21/09/2016 22:09