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Milano – Discarica di Casorezzo e Busto Garolfo – Oggi in commissione ambiente di regione Lombardia si è parlato della discarica. Tutti i partiti hanno espresso parere contrario al progetto della Solter. I commenti del presidente della commisione Luca Marsico, del vice presidente del consiglio Fabrizio Cecchetti, dell’assessore Claudia Terzi, del PD e dei M5Stelle. Sarà preparata una risoluzione condivisa in dissenso al progetto.
Il presidente della Commissione Luca Marsico di Forza Italia ha riassunto così i lavori della commissione. “Valutato che dalle considerazioni emerse pare di riscontrare una posizione comune di contrarietà a questo progetto da parte di tutti i gruppi consiliari regionali, predisporremo ora una proposta di risoluzione condivisa da inviare alla Città Metropolitana, nella quale precisare e formalizzare il nostro dissenso in modo ufficiale”. Tale risoluzione condivisa sarà quindi portata al consiglio regionale per l’approvazione. Il presidente ha anche auspicato che la risoluzione prenda posizione rapidamente e in modo chiaro e preciso.
C’è da dire che le motivazioni degli uffici regionali erano, e sono, molto chiare. L’assessore Terzi ha messo la sua firma sotto a un elenco di motivi. Fra questi c’è la verifica delle distanze tra il perimetro della nuova discarica e altre discariche cessate poste nelle vicinanze. Devono esserci almeno 50 metri fra una discarica e l’altra. Nel caso specifico non ci sono. Questa regola è contenuta nell’elenco dei “criteri per l’individuazione delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti contenuti nel Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti”. Altro punto dell’elenco dell’assessore Terzi è la mancata disponibilità della titolarità delle aree interne all’ATE. Cioè la Solter ha chiesto la compatibilità ambientale per un progetto di discarica che comprende all’interno terreni che non sono suoi.
Nel suo discorso alla commissione Ambiente, Claudia Terzi ha poi aggiunto: “Accanto a queste indicazioni tecniche ho personalmente ritenuto opportuno sottolineare, nella stessa nota, la necessità di uno specifico approfondimento sulle tipologie dei rifiuti trattati. Per valutarne l’effettiva necessità di conferimento in discarica, al fine di scongiurare un’autorizzazione, come il riempimento di cava, di una discarica di rifiuti con caratteristiche simili ai rifiuti solidi urbani, finalizzata peraltro a coprire esigenze di smaltimento di altre regioni”.
Sulla questione è intervenuto anche il Vice Presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord). Cecchetti ha seguito da vicino la vicenda della discarica dall’inizio. Insieme agli appartenenti alla sezione Lega Nord di Casorezzo, e collaborando con il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, i cittadini e i comitati antidiscarica. “Regione Lombardia ha fatto tutto quello che era nelle proprie possibilità e competenze, manifestando nei fatti la propria contrarietà a questo progetto. Sorprende che la Città Metropolitana, nonostante abbia richiesto il parere di Regione Lombardia, non ne abbia poi tenuto minimamente conto. Come già ipotizzato da alcuni amministratori locali e dai comitati di cittadini, mi riservo anch’io la possibilità di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, qualora l’iter dovesse procedere senza tenere in considerazione i pareri e le richieste di approfondimento e di chiarimento manifestate da più parti anche in sede tecnica”.
In commissione Massimo D’Avolio (PD) si è fatto garante di un intervento in città metropolitana. “faremo presente alla Città metropolitana la posizione contraria e il dissenso del gruppo regionale del Partito Democratico”. Poi ha aggiunto altre perplessità alle tante già espresse. “se è vero che le aree agricole contenute nell’ATE rimarranno tali, mantenendo la loro vocazione agricola, resta però da capire quali tipologie di coltivazione possano essere poi realmente praticabili in prossimità di una cava e di una discarica”.
Anche Giampietro Maccabiani (M5Stelle) si è detto contrario al progetto. Ha evidenziato come sia in particolare necessario verificare se siano stati fatti i controlli sulla falda acquifera. Un discorso che si è fatto parecchie volte. La falda acquifera su cui si trovano le Cave di Casorezzo è quella cui attingono circa 70 mila persone. Cioè la maggior parte degli abitanti dei comuni dell’area del magentino.
Articolo aggiornato il 15/12/2016 22:36