Ossona

I primi 100 clandestini al Polo post expo di Rho

Altomilanese – Ecco il progetto della sinistra di governo. Clandestini a Rho, clandestini a Legnano, ma anche negli oratori dei nostri piccoli comuni. Nel polo logistico Post Expo. Nell’oratorio, nella palestra comunale. E, perchè no? Anche in casa tua. Ma tu li vuoi? In Austria il 2 ottobre i cittadini voteranno con un referendum se vogliono o no altri stranieri. Chi sono i 22 sindaci dell’altomilanese disposti a vendere la tranquillità dei propri concittadini in nome della fedeltà a Renzi e a Angelino Alfano. E Romano di Rho che cosa fa?

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Ormai certo l’arrivo dei clandestini a Rho, nel polo logistico del Post Expo. 100 arriveranno domani mattina. Nonostante le diffide prelettorali del rieletto sindaco Pietro Romano (chissà se ha poi parlato con il suo collega Beppe Sala). Nonostante avesse stragiurato che Fabrizio Cecchetti mentiva. Che a Mazzo di Rho, nel polo logistico del post Expo mai smantellato non arrivavano i clandestini. Ed ecco 500 clandestini in arrivo. Legnano, stessa cosa. Sindaco di sinistra? I clandestini saranno ficcati in una tendopoli alla scuola Medea.
Quale è la soluzione che danno i sindaci del PD dell’altomilanese? Un accordo fra 22 Comuni, di dimensioni medio piccole, che predeve l’ “accoglienza diffusa”. In Comuni completamente sguarniti di forze di sicurezza. Questi 22 comuni dovrebbero farsi carico di gruppi di clandestini, non identificati, e sistemarli in scuole e in palestre comunali, negli oratori, a stretta convivenza con bambini e persone normali. Oppure saranno le comunità a perdere l’uso di quanto costruito con cura. Ogni clandestino costa, per soli 6 mesi e per il solo mantenimento, 107mila euro.

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Chi sono i Sindaci che nell’altomilanese hanno detto di si all’Accoglienza diffusa?

La conferenza dei sindaci dell’altomilanese è un organo della ex provincia di Milano, ora città metropolitana,  senza poteri. Vien rispolverata di tanto in tanto, come in questo caso. Alla conferenza dei sindaci partecipano 20 comuni: Arconate, Bernate Ticino, Buscate, Busto Garolfo, Canegrate, Castano Primo, Cerro Maggiore, Cuggiono, Inveruno, Legnano, Magnago, Nerviano, Nosate, Parabiago, Rescaldina, San Vittore Olona, San Giorgio su Legnano, Turbigo, Vanzaghello, Villa Cortese. Il sindaco di Rho, Pietro Romano, non ne fa parte. Però anche lui si è appellato a questo protocollo. Quello di Legnano ne fa parte e ha firmato per il protocollo di accoglienza diffusa. Anzi, lo spinge perchè gli altri sindaci lo firmino.

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Questo invece di fare muro contro la decisione del prefetto Marangoni e di Beppe Sala che, a loro volta, hanno deciso di non ribellarsi alla decisione di Renzi di invadere la Lombardia. Le amministrazioni comunali sono 22. Per il momento si sa che il sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi e quello di Nerviano, Massimo Cozzi, entrambi della lega Nord hanno detto che non firmeranno il protocollo. Invece il sindaci di Inveruno e quello di Busto Garolfo (entrambi PD) lo avrebbero già firmato. Dagli altri comuni un imbarazzante silenzio. Non si sa se hanno firmato oppure no. Un mistero che cercheremo di dipanare.

E intanto in Austria si vota

In Austria, dopo aver annullato il ballottaggio per i famosi brogli elettorali, si torna a votare. Non solo per eleggere il capo del governo, però. E stato indetto un referendum, che si svolgerà il 2 ottobre 2016. Gli austriaci potranno votare se accettare o meno altri stranieri nella loro terra. Secondo voi, quale sarà il risultato di tale referendum?

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Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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