Storia e CulturaMagazine

Scintille di Dio. L’educazione cosmica da Gregory Bateson a Maria Montessori

Kosmos, è l’ordine dei Greci che consiste nell’interrelazione e interdipendenza di tutto ciò che esiste e che si ritrova nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo.

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Maria MontessoriNella conversazione precedente, di questo ciclo, ho evidenziato il contributo di Bateson nell’impostare la problematica della religione, in modo da permetterci di tracciare una precisa linea di demarcazione tra due concezioni del Sacro: quella trascendente fondata sull’idea di creazione da parte di una mente o entità personale esterna al Cosmo, e quella immanentistica fondata sull’idea di un autocreazione da parte di una mente ecologica interna, immanente nel cosmo, e corrispondente al Cosmo stesso autocreato, noi compresi, quali scintille di Dio.
Bateson ha chiarito come le conseguenze di questi due modi opposti di intendere la divinità, non siano innocue ed equivalenti a lussi intellettuali di tipo relativistico, ma abbiano conseguenze pratiche opposte in merito alle nostre relazioni con l’ecosistema: di tipo autodistruttivo nel caso dell’ idea di Creazione esterna, e di tipo co-evolutivo, nel caso dell’idea di auto-creazione da parte di una divinità immanente nel Cosmo e in noi.
Quella di Bateson è dunque un’educazione cosmica, che ci fa sentire parte attiva dell’ Universo, una specie, partecipe e responsabile, protagonista della co-evoluzione uomo, società e natura. L’argomento è complesso e questa è una introduzione a percorsi di rimandi tra la sua concezione e quella della Montessori.

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Si tratta di quell’identità cosmica che in passato, presso le società di interesse etnologico e folklorico, costituiva il contesto armonioso in cui venivano integrate, durante i riti di iniziazione, le identità individuale etnica, sociale e di specie, in un unico sistema relazionale complesso.
La nostra pseudocultura ha smarrito il senso di queste identità e si concentra solo sull’identità individuale anagrafica, sempre che non si tratti di clandestini perché, in quel caso, vengono poste difficoltà alla loro identificazione, che a volte si prolunga per anni, per abbietti scopi mercificatori, soprattutto per quanto riguarda i minori che così possono essere fatti scomparire nel buco nero della prostituzione e dell’espianto di organi.

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la scala Rho b&b

Le statistiche in tal senso sono allucinanti

Dove sono finiti “Quei diecimila profughi minorenni scomparsi dopo l’arrivo in Europa?”. L’angosciosa domanda fa tremare il web perchè le risposte sono tante e terribili. Il mondo è da decenni un truculento e infernale scannatoio di innocenti vittime da parte di esponenti delle classi egemoni, che non esitano a far scempio di giovani corpi per prolungare la loro vita di qualche anno, togliendola a giovani innocenti. Il trapianto di organi dovrebbe essere proibito in tutto il mondo, tranne nei casi di parenti o di veri amici pronti a sacrificarsi spontaneamente.
Qualche dato:
Kabul – “Un cuore fruttava dai 25 ai 30 milioni, la metà un rene o una cornea. Centinaia di bambini afgani, di età compresa fra i 4 e i 10 anni, sono stati usati come “pezzi di ricambio” e poi gettati morti per strada o nei fossati. Un maxitraffico di organi umani via Pakistan che ha prosperato per anni all’ombra dei Taliban così fiscali in fatto di barbe, donne e preghiere, ma che non hanno mai mosso un dito per reprimere questo orrore e che hanno addirittura mandato libero un reo confesso che solo lui di ragazzini ne aveva uccisi 60. (
Traffico d’organi a Kabul: i bambini le vittime preferite
di Renato Caprile); Albania: le inchieste sul traffico di bambini;
“Orrore in Mozambico: bimbi uccisi dai predatori di organi”, testo di Alida Vanni e Marco Trovato e foto di Alida Vanni
“3.000 bambini brasiliani. Perché scrivere un libro sul commercio degli organi destinati ai trapianti?”
di Carlo Bertani per Disinformazione.it; Libro “Ladri di organi”.
La notizia è stampata nel Jornal do Brasil di giovedì 4 aprile, sotto il titolo “Seres humanos à venda” (Esseri umani in vendita). Il professor Damásio de Jesus, citando il deputato francese Leon Schwarzemberg, ha affermato che dei 4mila bambini brasiliani adottati irregolarmente da coppie italiane tra il 1988 e il 2001, appena mille sono ancora vivi. Demásio de Jesus è un giurista rispettabilissimo: l’affermazione è stata fatta durante il Colloquio Internazionale sul Traffico di Donne e Bambini, promosso a Rio de Janerio, dalla Associazione Internazionale di Diritto Penale agli inizi di aprile. Il giornale che pubblica la notizia è uno dei più autorevoli del Brasile.

I numeri dell’ Orrore

Le Organizzazioni non governative stimano in due milioni l’anno il numero dei bambini vittime del traffico per fini sessuali nel mondo intero. Secondo il World Social Forum, ogni giorno 3000 tra donne e bambini al mondo vengono coinvolte nel traffico. Il numero di minori trafficati è sempre più elevato. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) stima a 120 milioni il numero di bambini tra i 5 e i 14 anni costretti a forme di lavoro forzato e di sfruttamento sessuale; l’OIL denuncia sistemi di commercio di minori gestiti da organizzazioni criminali internazionali.
Decine di bambini rapiti e uccisi per alimentare un traffico clandestino di organi. Sembra il copione di un film dell’orrore ma è un storia reale che arriva dal Mozambico. Una macabra vicenda denunciata, con coraggio, da un gruppo di suore missionarie
“L’Italia è il più importante compratore di bambini”,(alla faccia della facciata buonista…). Anche in Perù la stampa ci accusa. Da mesi il quotidiano La Repubblica di Lima” denuncia, con nome e cognome, coniugi italiani che sono arrivati in Perù per comprare bambini di pochi mesi o di pochi anni. Negli ultimi tempi avremmo “importato” 1.500 piccoli peruviani, molti dei quali, secondo la stampa di Lima, sarebbero stati poi assassinati per asportare i loro organi per trapianti. (Corriere della Sera, 7 settembre 1991).

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Recuperare l’identità cosmica allora, significa riappropriarsi del sentimento religioso stesso, recuperare la dignità, la solennità, l’entusiasmo della Religione delle Origini, quando i nostri antenati della Preistoria, liberi da indottrinamenti forzarti, avevano spontaneamente riconosciuto nella Natura la presenza di una potenza sacra, materna, generosa elargitrice dei suoi doni all’umanità, e fin da allora i popoli hanno codificato religioni naturalistiche, espresse in sistemi mito – rito di tipo magico-religioso, con cui celebrare la potenza benefica di Madre Natura e Madre Terra, con feste e sacrifici di gioia e riconoscenza.
Il sentimento religioso non consisteva in una passività creaturale, in una sottomissione, come viene prescritto dalle società patriarcali, quale modello di sottomissione da infliggere alle donne, ai bambini, ai sudditi e agli schiavi. Subordinazione ad un Dio di comodo, inventato per poterlo beffare (vedi le conversazioni precedenti) definendolo di volta in volta, Dio degli eserciti, di Giustizia, o di Misericordia, ma non si tratta di essere oggetti ma al contrario, di essere soggetti, protagonisti e collaboratori del grandioso processo di divina auto-creazione cosmica, che ci coinvolge tutti, per riconoscerci attori capaci di portarvi il proprio contributo creativo come specie, come avveniva e avviene presso le società matricentriche,

Nelle società matricentriche i giovani, con l’iniziazione, acquisivano competenze di autocontrollo e di socializzazione delle proprie emozioni. Emozioni complesse, ambivalenti che solo i sistemi mito-rito possono trattare adeguatamente.
Ebbene, la Montessori, per prima, si rese conto dell’importanza che la nascente Antropologia poteva avere nell’ aggiornare gli insegnanti sulle nuove scoperte che si andavano accumulando sull’origine e sull’ evoluzione biologica e culturale della specie umana, e riunì le conoscenze disponibili ai suoi tempi in un volume, “Antropologia Pedagogica”, opera quasi sconosciuta agli stessi montessoriani e da me valorizzata con saggi e relazioni congressuali, tanto che il Cesmon (Centro di Studi Montessoriani presso l’Università di Roma 3) li ha raccolti in una apposita pagina a me dedicata.
(1994): L’ antropologia pedagogica: una prospettiva cibernetica. (S:E.A:S) Studi etno-antropologici e sociologici.
(1986) – Napoli: Atena 2000, – (Collana Prisma). – Già: Etnologia, antropologia culturale. Studi e ricerche, con bibliografia Vol. 22 (1994), p. 3-34.
(1995) – Antropologia pedagogica (1910): Modernità di un’opera dimenticata di Maria Montessori. Il Quaderno Montessori per i genitori, per gli educatori, per i bambini – Castellanza: (estate 1995), n. 46, p. 75-80.
(1996) – Che sorpresa, le carte! – Contiene: Maria Montessori e il gioco: Ludicità del rito e regolarità del gioco; L’invenzione delle carte; Il misterioso gioco dei tarocchi. (inverno 1996/1997), n. 52, p. 42-48. Antropologia del gioco – Il Quaderno Montessori –Castellanza
(1997) Alle origini dell’antropologia pedagogica: cenni storici e metodologici. Il Monitore (mar. 1997), n. 1, p. 9-10
(2008) – “L’ Antropologia pedagogica di Maria Montessori [risorsa elettronica]: un tesoro nascosto da scoprire” Ppt di decine di diapositive animate presentato al Convegno “Comunicare la storia naturale dell’uomo”, Museo di Storia naturale, Università di Firenze, 11-12 settembre 2008, a supporto della relazione omonima.

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Sappiamo che la teoria dell’evoluzione è tutt’ora soggetta ad incomprensioni e ostilità, al punto che in America si tenta ancora di contrastarla con la teoria dell’Intelligent Design (corrente di pensiero secondo la quale «alcune caratteristiche dell’universo e delle cose viventi sono spiegabili meglio attraverso una causa intelligente, [che] non attraverso un processo non pilotato come la selezione naturale e del Creazionismo. I Creazionisti hanno persino avuto la bella pensata di istituire un Museo della Creazione, e siccome volevano sfruttare il fatto che ai bambini piacciono dinosauri, hanno messo i dinosauri a giocare con Adamo ed Eva. Purtroppo non hanno tenuto conto del fatto che i bambini sono aggiornatissimi in tema di dinosauri e sanno benissimo che si sono estinti decine di milioni di anni fa, quando la specie umana non era ancora comparsa.
Ricordiamo che la Moratti voleva togliere la teoria dell’evoluzione dalla scuola esponendo la destra al ridicolo e suscitando una legittima opposizione che ha portato la commissione scientifica preposta al caso, presieduta da Rita Levi Montalcini, a farla reinserire nella scuola.

Quindi il programma antropologico della Montessori, cadde nel vuoto, ma Lei non si arrese e, determinata a progettare una pedagogia che fosse al servizio dello sviluppo del potenziale umano lungo il corso della vita, si dedicò all’elaborazione di un programma di Educazione Cosmica, che ha trovato alcune applicazioni didattiche nelle scuole montessoriane. Nel Suo piano di studi, le conoscenze riguardanti la nascita e lo sviluppo della specie umana, vengono collocate all’interno di un piano educativo generale, che comprende saperi: astronomici, geologici, biofisici e naturalistici, e ovviamente, antropologici. Ne parla in due testi:” Dall’Infanzia all’Adolescenza “e “Come educare il potenziale umano”.
Tra i montessoriani, Grazia Honnegher Fresco, che è stata Sua allieva, ha dedicato la vita ad approfondire e divulgare il Suo pensiero, attraverso il periodico “Il quaderno Montessori” che dirige dal 1984, (al quale io stessa ho collaborato). Ha scritto molti libri sui temi dell’infanzia, della crescita, dell’educazione, dedicati a genitori, nonni, educatori, pedagogisti.

La Honnegher ha recentemente dedicato un ampio saggio al programma di Educazione Cosmica di cui riporto alcuni brani significativi: “L’educazione cosmica rappresenta la risposta al “periodo sensitivo della cultura” proprio del bambino della scuola elementare e gli permette di assistere al grandioso spettacolo dell’evoluzione naturale e umana. Questo insegnamento sviluppa nei bambini il sentimento cosmico di unità e interdipendenza, e struttura il carattere di una personalità allargata, decentrata, responsabile, pacifica, morale. Con l’educazione cosmica i saperi e le discipline sono al servizio della conoscenza del tutto e la scuola diventa officina di conoscenza cosmica.
Nella visione di Maria Montessori ogni essere umano attraversa varie fasi di sviluppo (piani di crescita) dalla nascita all’età adulta. I piani di crescita sono così suddivisi:
1°piano di crescita: fase I: o – 2 anni; fase II: 3 – 5 anni; fase III: 6 -7 anni
2° piano di crescita: 8 – 12 anni
3° piano di crescita: 13 – 18 anni.
La Montessori elaborò la sua Teoria Cosmica come risposta agli interessi dei bambini che entrano nella scuola elementare (secondo piano di crescita). In questo periodo, infatti, il bambino sente il bisogno di allargare il proprio campo d’azione, diventa via via insofferente verso l’ambiente chiuso della famiglia e ha bisogno di rapporti sociali più ampi. Esprime curiosità e domande del tutto nuove: “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”. Entrato lentamente nella realtà, ha acquisito una maggiore capacità di astrazione ed è in grado di mettere in relazione cause ed effetti. Si pone problemi etici e morali, esige giustizia nei rapporti con gli altri, vuole capire i fenomeni naturali: i perché del sole e della luna, dei terremoti e dei vulcani, delle piante e degli animali, del mare e dei fiumi.

La Montessori aveva una solida preparazione matematica e biologica, che le permise di trovare modi di aprire ai bambini entrambi questi settori della conoscenza umana, non in modo nozionistico mnemonico, ma proponendo “astrazioni materializzate” in una cornice di ampio respiro, più tardi definita come Teoria Cosmica.
La cornice concettuale offerta dall’Educazione Cosmica rende possibile un apprendimento non lineare, che si muove per piani, in cui il bambino allarga la sua conoscenza attorno a un tema o a un argomento che ha stimolato il suo interesse. Il bambino impara a porsi domande e a fare ricerca ed a creare connessioni. (Noi non possiamo comprendere un sasso senza capire almeno qualcosa del grande sole, perciò facciamo vedere al bambino come tutto è interconnesso nell’Universo e sulla nostra Terra: storia, evoluzione e cultura. Gli insegniamo che c’è un’interdipendenza fra noi e il mondo naturale che ci circonda, e a guardarsi attorno con un senso di meraviglia. sembra di sentire Bateson con la sua “ struttura che connette”.

Si può anche dire che il Piano Cosmico riflette la struttura e il funzionamento della nostra mente. È per questo motivo che Maria Montessori insiste nel ricordarci come la conoscenza sia soprattutto relazione. Ed ecco altra sintonia con Bateson: quella dell’Ecologia della Mente, dell’isomorfismo Mente natura. L’interdipendenza è oggi universalmente riconosciuta come la legge fondamentale che regola l’universo e la vita sulla terra. Occorre offrire al bambino le chiavi di lettura per interpretare le interdipendenze tra gli esseri della natura, per soddisfare la sua naturale sete di conoscenza. Il bambino è il “costruttore dell’uomo” e l’uomo è il costruttore della Supernatura, intesa come protezione e sviluppo della natura. Quindi il bambino costruttore dell’uomo è anche il bambino costruttore del cosmo, perché il cosmo è l’ambiente nel quale l’uomo assolve la sua missione.”
Il concetto di interdipendenza, che si applica alla Coevoluzione, come intesa da Bateson è un concetto cibernetico equivalente a quello di relazioni sistemiche servite da Feedback e Feedforward, utilizzato dal Maestro nel contesto operativo della Cibernetica della comunicazione.

La Honnegher continua: ……Il rapporto cosmo-bambino comincia dalla nascita. Il bambino piccolo che lancia gli oggetti per terra e si diverte perché fanno rumore, …si sta mettendo in contatto con le leggi cosmiche. Giocando con la palla, ad esempio, egli realizza, come li definisce Maria Montessori, piccoli «punti di coscienza»: scopre che rotola, che rimbalza, che cade, che vola e poi cade. Questi punti di coscienza rendono il bambino consapevole che intorno a lui ci sono delle leggi.”
Aggiungo che il bambino montessoriano, a differenza degli altri, da adulto terrà la distanza di sicurezza. Mentre gli altri, cresciuti pensando che la palla è qualcosa che fa i capricci e che lui può dominarla, difficilmente terrà la distanza di sicurezza, perché per lui i regolamenti e le leggi, sono solo degli optional manipolabili a capriccio. Posso testimoniare che nella mia lunga vita, ho visto solo poche volte tenere la distanza di sicurezza.. e voi…
La Honnegher precisa che: “L’educazione cosmica non consiste nel trasmettere la cultura al bambino. E’ molto di più: è far sentire il bambino inserito nel cosmo come essere umano, creatore della Supernatura, cosciente, libero. Tutte le altre creature, al contrario, non sono libere perché vivono seguendo leggi cosmiche, alle quali non possono disobbedire. L’uomo è libero, anche di sbagliare. L’errore è espressione di libero arbitrio, perciò la Dottoressa Montessori ha inserito nella sua metodologia l’errore come uno strumento di progresso. Il bambino può sbagliare, ma l’importante è che si autocorregga”.

A questo punto è doveroso riaffermare che il la letteratura di base del Femminismo Antropologico, ci rivela che questa possibilità di correzione e persino di prevenzione degli errori, era praticata presso le società matricentriche con i sistemi mito-rito. Una strategia culturale che otteneva l’introiezione ludica e informale delle norme sociali con cui ottimizzare le relazioni adattative ecologiche, mentre le società patriarcali, fondate sulle sedicenti grandi religioni, si caratterizzano dalla incapacità di correggere i loro errori catastrofici, nei quali insistono in modo talmente folle e brutale da condurre la terra al collasso.

Consonanza con i saperi etnoantropologici

Honnegher continua: “Maria Montessori afferma che, offrendo al bambino la storia dell’universo, egli può ricostruire con la fantasia qualcosa che è mille volte più stimolante e misterioso di qualsiasi fiaba. Due sono gli elementi sicuramente in grado di affascinarlo:uno è la grandiosità, l’altro è il mistero. Il bambino di questa età è attratto dalle dimensioni e Maria Montessori suggerisce di dare al bambino la grandiosità della vita sul globo, utilizzando i numeri (Galileo). Per quanto riguarda il mistero, sarà di aiuto la narrazione dei miti e delle favole cosmiche. Ed ecco il collegamento, da un lato con le tradizioni popolari e col folklore e dall’altro con la Tradizione Ermetico-alchemica. “Esse servono al bambino, che è perfettamente cosciente che quello che gli viene narrato non è realtà, a visualizzare e precisare alcuni fenomeni.”
Altro rimando è la consapevolezza del valor del processo metaforico per la specie umana, processo metaforico che Bateson ha studiato e definito come processo biologico.
Nelle favole cosmiche sull’origine dell’universo, (le Cosmogonie ) del sole e della terra (Il dio senza mani, La danza cosmica) a cui corrisponde la danza cosmica di Shiva che crea, distrugge e ricrea con la grandiosa e misteriosa “ struttura danzante che connette “ tanto cara a Bateson, alla quale ho dedicato una pagina Facebook

Recentemente è stato pubblicato un documentario intitolato “La favola Cosmica” che fa ben percepire, sia ai giovani che ad un ampio pubblico mass mediale, la nostra appartenenza al grandioso processo dinamico della coevoluzione cosmica. “La favola cosmica” è un’applicazione che traduce l’omonimo racconto montessoriano, a cui si ispira, in un’esperienza interattiva digitale in grado di conservare ed ampliare, nella sua nuova dimensione tecnologica, la capacità del testo originale di coltivare il senso di meraviglia e l’innato desiderio esplorativo del bambino. La favola cosmica Pubblicato il 14 nov 2014
Ed eccoci giunti al punto centrale. Il riemergere in Montessori dell’archetipo iniziatico della apparizione della luce nel buio. La Honnegher propone: “uno dei primi accorgimenti è quello di far visualizzare, attraverso l’immaginazione, la primordiale assenza di luce. Per dar vita a questo buio assoluto si chiudono le finestre, rimanendo al buio in silenzio. In questo modo il bambino si sente il protagonista della situazione. Poi si fa luce e trova espressione il concetto di principio vitale. In questo buio, ad un certo punto, si percepisce un’incandescente fiammella, capace di contenere il sistema solare (sole, terra, pianeti) e l’universo intero.
Ed era proprio quanto accadeva nei misteri eleusini, secondo le testimonianze degli autori antichi: Narra Plutarco:
“Al momento della morte l’anima prova un’esperienza simile a quella di coloro che sono iniziati ai misteri… All’inizio vagare smarriti, faticoso andare in cerchio, paurosi percorsi nel buio, che non conducono in alcun luogo. Prima della fine il timore, il brivido, il tremito, i sudori freddi e lo spavento sono al culmine. E poi una luce meravigliosa si offre agli occhi, si passa in luoghi puri e prati dove echeggiano suoni, dove si vedono danze; solenni sacre parole e visioni divine ispirano un rispetto religioso. E là l’iniziato, ormai perfettamente liberato e sciolto da ogni vincolo, si aggira, incoronato da una ghirlanda, celebrando la festa insieme agli altri consacrati e puri, e guarda dall’alto la folla non iniziata, non purificata nel fango e nelle tenebre, che, per timore della morte, attardarsi fra i mali invece di credere nella felicità dell’aldilà”. Plutarco, Fragmenta 168 Sandbach = Stobeo 4, 52, 49.
Il momento più importante del rituale eleusino era l’essere ammessi alla “contemplazione” della spiga di grano mietuta in silenzio.
“[…] gli Ateniesi, nell’iniziazione di Eleusi, mostrano a coloro che sono ammessi al grado supremo [epopteuosi] il grande e mirabile e perfettissimo mistero [mystêrion] visionario di là: la spiga di grano mietuta in silenzio. Lo ierofante in persona … che si è reso impotente con la cicuta e si è staccato da ogni generazione carnale, di notte a Eleusi, in mezzo alla luce delle fiaccole, nel compiere il rituale dei grandi e ineffabili misteri, grida e urla proclamando: ‘Brimò Signora ha generato il sacro fanciullo Brimós(56)!’ ”
Il neofita, come Persefone, è simile a un seme, che si trasforma in germoglio, mette radici e si fa strada nella Terra per realizzare la sua potenzialità. Egli insegue “egoisticamente” la sua realizzazione per tutta la prima fase della sua vita iniziatica. Non pensa ad altro che a se stesso, a diventare ciò che sente di poter essere, finché non arriva il tempo in cui come la spiga deve essere mietuto. Muore allora il neofita e nasce l’iniziato, il frutto della dea che si unisce alla comunità dei fratelli entrando in una dimensione spirituale più altruistica. L’iniziato come la spiga mietuta offre dunque se stesso e i suoi semi, cioè la ricchezza della sua esperienza personale, che nel tempo ha “maturato” e può ancora “perfezionare”.
Ippolito, Confutazione di tutte le eresie, V 8, 39-40. Il Sacro dei misteri è un Sacro Immanente perché, come dice Platone. Un uomo che si serva correttamente di tali ricordi, iniziato ai sempre più perfetti misteri, lui solo diventa veramente perfetto. Allontanandosi poi dai comuni oggetti delle preoccupazioni umane e divenendo tutto volto alle cose divine, viene giudicato dai più come se fosse un folle, ma essi non si accorgono che ha il dio dentro di sé (entousiàzon)” (Platone, Fedro, 249 c-d; trad. dell’aut.)

Il Sacro nei misteri è immanente perché: “I Misteri di Eleusi erano intimamente legati ai festeggiamenti e alle celebrazioni in onore di Dioniso. Essi conducevano in modo decisivo alla guarigione e al superamento della scissione tra uomo e natura, e possiamo anche dire all’annullamento della separazione tra creatore e creatura: era questo in realtà il grande compito dei Misteri. La loro importanza storica e culturale, la loro influenza sulla storia della civiltà europea, possono essere difficilmente sopravvalutate. ( Si trattava dell’esperienza del sacro immanente, da Bateson costantemente proposta specialmente nell’ opera “Una sacra unità”).
Il valore fondamentale dell’esperienza mistica dell’unità,per la guarigione di un’umanità ammalata di visione parziale e materialistica del mondo non viene affermato solo dai seguaci dei movimenti religiosi orientali, come il buddismo Zen, ma anche da alcuni esponenti di primo piano della psicologia e della psichiatria. È molto importante, a questo punto, che non solo gli ambienti medici ma anche quelli ecclesiastici della nostra società vedano nel superamento della visione dualistica del mondo il presupposto e il fondamento della guarigione e del rinnovamento spirituale della civiltà e della cultura occidentali.
La Chiesa ufficiale cristiana, i cui dogmi rispondono a un dichiarato concetto dualistico di realtà, non è in grado di offrire alcun contributo per un siffatto rinnovamento.” (Albert Hofmann I Misteri di Eleusi Traduzione di Roberto Fedeli) Prima edizione settembre 1995 Millelire Stampa Alternativa, Mysteria e morte”.

Queste consonanze, questi rimandi tra Bateson e la Montessori non sono casuali.. perché la tradizione ermetico alchemica percorre underground le cultura patriarcali. La Montessori, infatti, soggiornò a lungo, a partire dalla seconda metà degli Anni Trenta del secolo scorso, ad Adyar (Madras, ora Chennai, India) presso il Quartier Generale della S.T. e che proprio in questo ambito tenne il primo corso per insegnanti sul celebre metodo pedagogico da lei messo a punto, corso a cui parteciparono oltre 300 persone. Inoltre, come attestato dal prof. Antonio Girardi, Presidente della Società Teosofica Italiana: “I rapporti fra la Montessori e la S.T. furono continui e intensi e nella pedagogia montessoriana sono chiaramente rintracciabili le influenze del pensiero e della spiritualità teosofica. Maria del resto fu socia della S.T. per gran parte della sua vita. Ma di tutto questo poco si è parlato in Italia, a causa di un conformismo accademico forse ispirato da cattiva fede. Hanno fatto eccezione il bel volume del prof. Egidio Lucchini, pubblicato da Carabba Editore, con il titolo I segreti di Maria Montessori e quello di Paola Giovetti, Maria Montessori, una biografia, pubblicato da Mediterranee. stiamo ripercorrendo un itinerario misteriosofico, intanto con la mente e con il cuore, e, chissà, forse un giorno anche nella vita…

Educazione cosmica. Links di approfondimento:

Il metodo Montessori: diventa interattivo dai materiali al design tecnologico;
Nemex
Educazione cosmica il metodo che non è un metodo alla scuola primaria
Sesto San Giovanni. Associazione Montessori: 20 marzo presso spazio arte organizza convegno in cammino verso l’educazione cosmica
Video Youtube

Nota della redazione
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Antonia Bertocchi

Sono cremonese e come antropologa mi interesso di tradizioni popolari padane e di problematiche identitarie. Collaboro con l’International Institute of Humankind Studies di Firenze di cui sono socia. Ho al mio attivo un centinaio di pubblicazioni su diversi rami dell’antropologia, dalla Biologia Evoluzionistica all’ Antropologia Pedagogica, dall’Arte Preistorica all’ Ecomuseologia. Tra i saggi che ho pubblicato figurano molti atti di congressi tenuti presso le univerisità di Firenze, Chieti, Genova, Torino, La Sapienza di Roma, Manchester (U.K.) e presso la Yunnan University di Kunming – Cina. Sono fondatrice del campo di studi del Femminismo antropologico e presidente dell’associazione Donne padane di Cremona. www.ecoantropologia.net, www.demologia.it , www.donnepdanecremona.org

3 pensieri riguardo “Scintille di Dio. L’educazione cosmica da Gregory Bateson a Maria Montessori

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