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Milano – La giornata mondiale del latte che si è tenuta a Milano Fiera Milano Congressi-Mico il 31 maggio è stata anche l’occasione per vedere concretamente regione Lombardia dalla parte degli allevatori e Coldiretti che preferisce piegarsi ad altre posizioni, quelle renziane.
Roberto Moncalvo ha infatti dichiarato che “in quella riforma vediamo l’interesse delle imprese che rappresentiamo. Semplifica i processi decisionali e il fattore tempo è fondamentale per qualsiasi impresa voglia stare sul territorio. Potevamo decidere di stare fuori e invece diciamo un sì convinto perché attraverso la riforma possiamo costruire un futuro positivo per la nostra Italia”. Se vede nella riforma costituzionale renziana l’interesse delle aziende che rappresenta nello stesso modo in cui si è accorto che le stalle stanno chiudendo e che, a parte che in Lombardia, gli allevatori hanno una corda al collo, stiamo freschi. Naturalmente le risposte e i giudizi della politica non si sono fatti attendere.
Matteo Salvini, come europarlamentare e segretario della Lega Nord ha commentato la presa di posizione di Coldiretti con parole dirette e azzeccate. “Vergogna Coldiretti, anche loro si sono scelti Renzi come padrone”. Eh si. Non si può dire che Coldiretti sia stata un fulgido esempio di coraggio. Potremo dire che la sua posizione, e quella cui ha costretto i sui associati, è quella dei 90° di fronte al governo. Lo fa notare, in un modo più educato del mio, anche l’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava che in un comunicato stampa, in merito all’ annuncio di Renzi sull’etichettatura del latte, ha detto: “Qualcuno si è offeso perchè io ho ricordato che una organizzazione importante del mondo agricolo (Coldiretti) ha applaudito Renzi perchè si è presentato con un foglio di carta. Trovo l’etichettatura, una volta completato l’iter legislativo fra governo, parlamento e Unione europea, estremamente utile, ma le aziende non hanno sei mesi o un anno di tempo per vedere crescere i propri redditi; rischiano di chiudere e credo che ci sia una bella differenza tra Renzi che sventola un pezzo di carta e la Germania, che ha stanziato 100 milioni di euro per il settore. In Germania hanno la volontà di mettere le risorse per gli allevatori e non di toglierle, come sta facendo il governo italiano con il Fondo Latte, per il quale io non mi assoggetterò a prelevare soldi dalle tasche dei produttori”.
E poi ancora. “Siamo in una fase fortemente critica dell’agricoltura, ma evidentemente non va poi così male, visto che stamattina applaudivano tutti Renzi. Poi, se qualcuno vuole riempire le sale e dire che erano tutti agricoltori, lo faccia”. Gianni Fava si è detto “il primo a essere contento se il provvedimento sarà approvato in sede comunitaria. Però mi sento un po’ mortificato perchè quando vedo tutto il mondo agricolo festante e plaudente e che prende per buono il passaggio di Renzi, mi chiedo perchè ci ha messo tre anni per farlo”. L’agricoltura è in crisi, servono risposte immediate e resta irrisolto il caos di Agea, che ha ritardato la definizione dei titoli d quasi 15 mesi e non ci ha permesso di anticipare i fondi della Pac. A causa loro siamo partiti il 10 maggio col pagamento dei saldi, iniziando da chi non aveva percepito l’acconto. Soggetti che erano rimasti fuori perchè era difficile per noi stabilire il valore del titolo assegnato dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura”. Questo mentre “ci sono sindacati agricoli che proprio questa mattina hanno annunciato la mobilitazione per il sì al referendum costituzionale che toglierà ancora più potere alle Regioni”.
Articolo aggiornato il 02/06/2016 10:26